21° RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO NEL VENETO, CURATO DA VENETO LAVORO
“Siamo purtroppo alle prese con indicatori tutti negativi: chiudono le imprese, dall’inizio della crisi nel 2008 abbiamo perso 80 mila posti di lavoro, di cui 15 mila solo tra marzo 2012 e marzo 2013; abbiamo una disoccupazione al 6,7% in pratica raddoppiata rispetto al 3,4% del 2008. 250 mila sono state le persone che hanno ricevuto nel Veneto nel 2012 una forma di sostegno al reddito che diventerà sempre più difficile garantire per il futuro. Il 2011 ci aveva dato un timido segnale di ripresa ma invece il 2013 mostra un peggioramento della situazione, anche rispetto al 2012. Che fare? Bisogna per forza ragionare in modo diverso: non ci saranno più sussidi o ammortizzatori sociali sufficienti a dare nuovi posti di lavoro. Per questo dobbiamo rivolgerci a quelle aziende venete – oggi la Texa di Monastier, Luxottica nel bellunese, il Gruppo Bresolin a Bassano, ieri la Sech a Refrontolo – che sono modelli per il territorio”. Lo ha detto Elena Donazzan durante la presentazione, avvenuta stamani a Monastier (Treviso) nella sede dell’Azienda del 21° Rapporto sul Mercato del Lavoro nel Veneto, curato da Veneto Lavoro. “Queste aziende sono i nostri campioni – ha aggiunto l’Assessore – che crescono, che investono in loco, che funzionano sui mercati nazionali e internazionale e che la Regione vuole prendere ad esempio, analizzarli, poiché le loro performaces positive sono fortemente legate alla responsabilità sociale e alle buone pratiche, perché concordano con i lavoratori servizi alle famiglie, stages, borse di studio per i figli e quant’altro. Insomma un welfare aziendale che faccia sentire il dipendente appartenente all’impresa. In questa direzione, va ripensato tutto il sistema del mercato del lavoro a partire dalle più innovative e responsabili esperienze dei nostri migliori imprenditori. Quando la crisi si fa dura dobbiamo usare creatività e responsabilità ed insieme si può vincere”. In particolare, l’Assessore veneta ha indicato due strade che la Regione intende percorrere nel prossimo futuro: agire per inserire sempre di più e meglio i giovani nelle imprese (chiedendo anche al Governo di sganciare la formazione iniziale dal patto di stabilità) e ricollocare i lavoratori più fragili (vale a dire i padri di famiglia cinquantenni con figli a carico usciti dal mercato del lavoro). Sergio Rosato Direttore di Veneto Lavoro ha evidenziato come ci sia stata una caduta molto importante dei posti di lavoro dovuta a un calo strutturale della domanda di lavoro: “si pensi – ha detto – che nel 2007 nel Veneto in un anno c’erano 750.000 domande di assunzione e oggi siamo a 600.000. Abbiamo 9 punti in meno di pil e per sei trimestri consecutivi la produzione industriale è in contrazione. Permangono situazioni di difficoltà strutturale che riguardano i giovani che trovano ostacoli ancora maggiori di quelli storici, tradizionali, nell’entrare nel mercato del lavoro. Ma si affacciano anche le difficoltà a garantire le politiche per il lavoro che ci sono state fino ad oggi perché la spesa per gli ammortizzatori sociali cresce in modo esponenziale: sono stati spesi 1,8 miliardi di euro nel Veneto nel 2012 quando si era a meno di 1 miliardo di euro. Bisogna invertire la tendenza e per questo serve la crescita”.