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SETTIMANA DELL’ARTIGIANATO 2011 – PREMIATI IN FIERA MAESTRI ARTIGIANI, DIRIGENTI E PENSIONATI BENEMERITI, FEDELTÀ AL LAVORO

Il gruppo dei premiati 2011
Il gruppo dei premiati 2011

Anche quest’anno la tradizionale Settimana dell’Artigianato di Confartigianato Vicenza, 49ª edizione, è stata chiusa dalla cerimonia per la consegna dei riconoscimenti a dieci Maestri Artigiani, a due Dirigenti e a due Pensionati Benemeriti, oltre che a cinque dipendenti di aziende distintisi per la dedizione al lavoro. Un evento importante quello di domenica nella Sala Palladio della Fiera di Vicenza, ricco di significati morali, con la testimonianza concreta di queste vite dedicate al lavoro nella piccola impresa. Ma è stata anche l’occasione per fare il punto sulla realtà di oggi del comparto, sull’andamento dell’economia e sulle sue prospettive.

 

Accanto al presidente provinciale di Confartigianato Vicenza, Giuseppe Sbalchiero, ospiti della mattinata erano i rappresentanti della Confartigianato (il vicepresidente Claudio Miotto) e delle istituzioni: assessore regionale al Bilancio e agli Enti Local,i Roberto Ciambetti, il presidente della Provincia, Attilio Schneck, l’assessore comunale allo sviluppo economico, Tommaso Ruggeri, .
Quest’anno è stato anche attribuito per la prima volta il premio Imprenditore d’Eccellenza, riconoscimento che viene attribuito agli imprenditori artigiani che rappresentano per i colleghi e la comunità un modello da seguire per impegno, coerenza e generosità. A ricevere questo riconoscimento è stato Stefano Asola, marmista di Arzignano, che ben incarna i valori dell’artigianato oltre che rappresentare un esempio per le giovani generazioni.
Momento particolare è stato il conferimento del titolo di Maestro Artigiano “ad honorem” a padre Bruno Ghiotto, missionario saveriano che opera in Burundi dal 1968. Oltre a costruire acquedotti, ospedali, scuole e case, padre Bruno ha creato le Scuole dei Mestieri dove i ragazzi possono imparare un lavoro e affrancare così non solo loro stessi, ma anche le famiglie e le comunità cui appartengono dalla povertà, guardando al futuro con rinnovata speranza. Un’iniziativa a cui ha contribuito anche Confartigianato Vicenza grazie al presidente onorario Pierluigi Tapparo.
Nell’ambito della manifestazione sono stati inoltre festeggiati con il Premio Fedeltà cinque dipendenti di imprese artigiane distintisi per attaccamento al lavoro e all’azienda di appartenenza.
Ed ecco i premiati.
MAESTRI ARTIGIANI BENEMERITI: Vittorio Adinolfi (argenteria, Torri di Quartesolo), Giuseppe Campagnolo (autoriparazione, Bassano del Grappa), Giancarlo Filippi (autoriparazione, Grumolo delle Abradesse), Giancarlo Fornasa (acconciatura, Valdagno), Giuseppe Gasparotto (installazioni elettriche, Marostica), Lino Mosè Loss (costruzione forni industriali, Pozzoleone), Luigi Murello (edilizia, Vicenza), Aldo Plazzer (stampi per fonderie, Malo), Mariano Pozza (termoidraulica, Barbarano Vicentino), Antonio Rossi (decorazioni edili, Asiago).
DIRIGENTI ARTIGIANI BENEMERITI: Plinio Gianesini (meccanica, Chiampo) e Mauro Zattara (impianti termici ed elettrici, Schio)
PENSIONATI ARTIGIANI BENEMERITI: Giuseppe Visentin (mobili, Rosà) e Franco Zerbato (meccanica, Malo).
PREMIO FEDELTÀ: Maurizio Bassani (operaio meccanico alla “Vigolo Luigino”, Cornedo Vicentino), Clavio Ladano (tipografo alle “Grafiche Novesi”, Nove), Rosella Vigo (impiegata di “Cicli Mondial”, Rossano Veneto), Mirco Turco (tipografo alla “Dal Maso Lino”, Marostica) e Giancarlo Cacciavillani (capo officina alla “Elettromeccanica Bari”, Sarego).

 

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Giuseppe Sbalchiero durante il suo intervento
Giuseppe Sbalchiero durante il suo intervento

Due immagini, egualmente drammatiche pur nella loro diversa portata, hanno aperto la relazione del presidente della Confartigianato vicentina e veneta, Giuseppe Sbalchiero, alla 49° cerimonia di premiazione dei Maestri Artigiani Benemeriti svoltasi domenica alla Fiera di Vicenza.
Da un lato, quelle dell’alluvione dello scorso novembre «che ha generato, assieme a tanta sofferenza, anche una memorabile prova di serietà e compostezza, quando una intera comunità ha saputo tirarsi su le maniche per rimuovere i segni del disastro e rimettere in sesto case, strade, laboratori, riportando in poco tempo le aziende in condizioni di quasi normalità. Quanta solidarietà abbiamo riscontrato – ha detto Sbalchiero – verso chi ha subìto quell’evento, tanto che ci sentiamo ancora di ringraziare tutte le nostre imprese coinvolte per la forza d’animo dimostrata, e tutti coloro che si sono prestati per favorirne il ritorno alle attività. E ringraziamo, assieme ai volontari e alle unità dei soccorritori, anche le varie amministrazioni pubbliche per la celerità dagli interventi verso i cittadini e le imprese, per aver preferito accantonare sterili polemiche e fatto invece fronte comune per attivare gli interventi di emergenza e sollecitare quelli del dopo-emergenza».
«Eppure – ha aggiunto il presidente – quel che ci è accaduto è stato nulla rispetto a quanto abbiamo appena visto succedere in Giappone. Dove, accanto alle impressionanti e sconvolgenti sequenze televisive del disastro, si è manifestato l’atteggiamento commovente di quel popolo, ferito ma dignitoso come il nostro. Questo ci dimostra quanto fragile sia il confine fra quella che consideriamo come la normalità delle cronache e la drammaticità di una tragedia che in poche ore ha sconvolto il mondo e lo sta ancora tenendo con il fiato sospeso».
«In questo calderone mediatico, chi ha potuto accorgersi, intanto, di un insensato provvedimento preso dal governo e in grado di mettere a rischio l’intero settore delle energie rinnovabili? Un provvedimento capace di bloccare gli incentivi e quindi di minare lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, sostenuto da chi e a favore di cosa, non si sa: magari di qualche altro sperpero di denaro pubblico. Adesso, dopo l’ondata di critiche sollevate da tutti i settori produttivi, pare che assisteremo all’ennesimo dietro-front, ma non è questo il punto. Il punto riguarda la volontà o meno da parte della politica, anche di quella che si dice vicina a noi e al territorio, di affrontare un cambiamento culturale di grandissimo impatto, di favorire una cultura sociale legata alla qualità della vita, al corretto rapporto con l’ambiente, al debito che abbiamo verso le generazioni del domani».
Al momento di assumere la carica di presidente della Confartigianato Veneto, Sbalchiero ha voluto ripercorrere i suoi dieci anni alla guida dell’Associazione vicentina.
«Un decennio – ha osservato – nel quale è cambiato il mondo. Basti ricordare quali riflessi epocali, quali e quante difficoltà globali hanno provocato due momenti di acutissimo impatto come l’attentato alle Torri Gemelle del 2001 e la crisi finanziaria abbattutasi sull’economia alla fine dello scorso decennio. E anche per le nostre imprese è letteralmente cambiata la vita, sono mutati tutti i parametri di riferimento, il mercato, i processi produttivi. Ma il tessuto dell’artigianato vicentino non solo non è crollato, ma è anzi cresciuto. Quello che i numeri non possono raccontare – ha aggiunto Sbalchiero – è il valore aggiunto che la nostra Associazione ha voluto e saputo conferire alla sua azione di sostegno, tutela, sviluppo e rappresentanza delle sue imprese».
«Tutto testimonia di una organizzazione viva, propositiva, concreta, che abita il proprio tempo senza scordare le sue antiche radici ma guardando costantemente al domani. Prova ne sia il recente aggiornamento dello Statuto varato dall’Assemblea dei Soci per avere una “carta costituzionale” aggiornata, snella, funzionale alle esigenze della rappresentanza e del servizio alle aziende. Lungo quella rotta si muoveranno le azioni della dirigenza, si imposterà nuovo lavoro, capace di raggiungere ulteriori obbiettivi a beneficio del nostro artigianato. Questo è il compito affidatoci nel 1945 dai nostri “padri fondatori”, questo è il testimone che passerà alle prossime generazioni».