VENDEMIANO SARTOR, CONFARTIGIANATO DEL VENETO: “LA TECNO-BUROCRAZIA BLOCCA LA GESTIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO”
04/03/2008VENDEMIANO SARTOR, CONFARTIGIANATO DEL VENETO: "LA TECNO-BUROCRAZIA BLOCCA LA GESTIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO"L'obiettivo è giusto e condivisibile: stroncare il fenomeno delle dimissioni in bianco, quelle che talvolta il lavoratore è costretto sottoscrivere, senza data, al momento dell'assunzione. "Ma il risultato è che il Governo ha creato solo un altro piccolo mostro burocratico, che al momento di fatto rende difficile, se non impossibile, esercitare il diritto di dimettersi -spiega il presidente della Confartigianato del Veneto, Vendemiano Sartor- Così non si colpisce la pratica delle dimissioni in bianco, assolutamente sbagliata e peraltro quasi assente tra le imprese artigiane della nostra regione, ma si rende quasi impossibile l'esercizio di un diritto, quello di cambiare lavoro, che nel nostro settore è esercitato da migliaia di lavoratori nella nostra regione, e riguarda tutti i settori in quanto in Veneto la mobilità del lavoro è abbastanza elevata".In sintesi: il Governo ha previsto che le dimissioni vadano date utilizzando una specifica modulistica rilasciata dagli uffici del lavoro ed utilizzabile entro 15 giorni. Ma al momento il modello non è reperibile agli uffici del lavoro; teoricamente, lo si trova solo in internet. Però a tutt'oggi (la nuova normativa dovrebbe entrare in vigore definitivamente il 5 marzo, cioè domani), in internet il modello non c'è. Quindi nella migliore delle ipotesi la nuova normativa entrerà in vigore senza che sia stato possibile sperimentarla: il che, vista la capacità che lo Stato ha dimostrato (ad esempio con il sito del turismo) di gestire con efficienza le nuove tecnologie, non permette facili ottimismi. A tutti gli effetti, si impediscono le dimissioni di chi vuol cambiare lavoro, perché le uniche dimissioni valide sono quelle previste dalla nuova regola, mentre ogni altra forma di dimissioni non è valida."Se la situazione non si sblocca immediatamente, il rischio è di ingessare il sistema nel complesso, e non solo l'artigianato -commenta Sartor- Per noi la situazione è particolarmente grave perché, ad esempio, molto spesso il dipendente che si licenzia lo fa per mettersi in proprio, per aprire una nuova attività. E' un ulteriore pasticcio dell' Amministrazione, un danno per le imprese e per i lavoratori".