Skip to main content







CONFARTIGIANATO, ANZIANITÀ BUS: TOGLIETE QUELLA NORMA

Un bus moderno (foto Wikiwikiwiki49)
Un bus moderno (foto Wikiwikiwiki49)

Confartigianato Bus Operator, Anav e Confservizi proclamano lo stato di agitazione della categoria contro la legge regionale di settore che impone il limite di quindici anni di anzianità ai bus adibiti al noleggio e servizi atipici.

Esattamente tra 20 giorni la gran parte di questi mezzi (quelli con più di 15 anni) dovranno essere dismessi. Lo dice una legge regionale che, prorogata di un anno dopo le vibranti proteste degli imprenditori sotto le feste natalizie del 2011, arriva puntualmente alla scadenza con gli stessi identici difetti. Come ad esempio la non applicazione del criterio di anzianità per gli autobus del servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano che erogano però servizi identici.
Da oltre un anno, incontro dopo incontro, anche nell’ambito dell’apposito tavolo tecnico istituito dalla direzione trasporti della Regione Veneto, i rappresentanti di Confartigianato Bus Operator, di Anav e di Confservizi, associazione quest’ultima che raggruppa le aziende di trasporto pubblico locale, si sono prodigati a proporre soluzioni di compromesso tra l’adozione del provvedimento regionale e la sua cancellazione. Ma a tutt’oggi non si è ancora visto nulla. Da qui la preoccupazione di imprese e associazioni di rappresentanza.
«È una situazione insostenibile – interviene Mauro Giovanni Beccherle, presidente di Confartigianato Bus Operator –. Dopo oltre un anno e mezzo siamo esasperati da una norma che ci impone di dismettere autobus perfettamente funzionanti. Ma chi li trova i soldi per sostituire i mezzi? Perché la Regione Veneto deve intromettersi nel mercato?».
«E questo avviene solo in Veneto – aggiunge Lamberto Toscani, presidente di Confservizi -. Nelle regioni confinanti e in molte altre regioni d’Italia questa norma non esiste».
Tiziano Garbellini, presidente di Anav conclude: «Le nostre tre organizzazioni rappresentano l’assoluta maggioranza delle imprese del settore e nonostante i nostri sforzi nei confronti del Governo regionale, non comprendiamo quali siano le lobby così forti, ma assolutamente minoritarie, che non hanno permesso di arrivare a una degna conclusione dell’intera vicenda».