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CLAUDIO MIOTTO, CONFARTIGIANATO DEL VENETO, SUL DISEGNO DI LEGGE IN MATERIA DI MERCATO DEL LAVORO: “UN APPELLO BIPARTISAN PER UNA SUA VELOCE APPROVAZIONE”

09/10/2008CLAUDIO MIOTTO, CONFARTIGIANATO DEL VENETO, SUL DISEGNO DI LEGGE IN MATERIA DI MERCATO DEL LAVORO: "UN APPELLO BIPARTISAN PER UNA SUA VELOCE APPROVAZIONE"In maniera un po' altisonante vorremmo chiamarlo "appello", in termini più composti potremmo dire che questo è soltanto un richiamo alla responsabilità ed al buon senso. L'oggetto è il Disegno di Legge Regionale in materia di occupazione e di mercato del lavoro, che dopo quasi due anni non trova ancora la via dell'approvazione."Una volta di più in materia di federalismo -commenta Claudio Miotto, Presidente Regionale di Confartigianato- siamo costretti a registrare quanta distanza ci sia tra gli annunci ed i fatti concreti. E dire che nel lontano 2006, anno in cui il testo è stato presentato al CREL, il Veneto si poneva all'avanguardia rispetto al resto d'Italia dove, per dissensi ideologici o per lentezze burocratiche, non si era ancora nemmeno pensato di lavorate sul tema. Dopo due anni…..ancora il nulla. Vale a dire che il testo langue nelle commissioni dove tra veti incrociati e posizioni politico-ideologiche, rinvii e sospensioni degli incontri, i consiglieri non sono ancora riusciti a licenziare un testo definitivo e condiviso". La Commissione regionale di Concertazione tra le parti sociali del veneto, in cui sono rappresentate le associazioni di categoria, le OOSS e l'assessorato competente in materia di lavoro, ha provveduto a redigere nel novembre 2006 un testo di un Disegno di Legge in materia di occupazione e di mercato del lavoro destinato alla discussione in Consiglio Regionale. Un provvedimento importante che presenta un quadro normativo molto ampio che ha lo scopo di offrire un efficace sintesi tra le precedenti normative regionali in materia ed il nuovo assetto istituzionale derivante dai nuovi poteri affidati alle Regioni in ossequio alla riforma del titolo V della costituzione e la riscrittura dell'art. 117. In sostanza un "assaggio" di "devoluzione" auspicata da tutto il territorio veneto e che è tuttora materia di confronto a livello nazionale. Inoltre il disegno di legge voleva implementare quei dispositivi normativi contenuti nel D. Lgs. 276/03 (cd legge Biagi) la cui attivazione, in molti casi, era possibile solo attraverso una specifica regolamentazione regionale."Eravamo partiti benissimo ma rischiamo di arrivare a tempo scaduto -prosegue Miotto-. Il mondo cambia a prescindere dai tempi della politica, (e cambierà ancora più in fretta nel prossimo futuro alla luce dello tsunami finanziario in atto), e di conseguenza anche il mercato del lavoro veneto è in profondo movimento. Le imprese sono soggette a venti di crisi senza eguali e l'inattività del Consiglio Regionale rischia di rendere ancora più difficile la situazione". "Eppure -sottolinea Miotto- si dovrebbe saper distinguere tra le legittime differenziazioni politiche e la necessità di uno strumento che possa rafforzare l'azione amministrativa. Il tema del lavoro, soprattutto in questo momento di crisi e di grande incertezza nel mondo produttivo, deve essere posto al centro dell'interesse delle forze politiche anche per dare un segnale preciso alle imprese ed ai lavoratori che la Regione vuol svolgere il proprio ruolo di indirizzo in maniera forte, al di là delle contrapposizioni interne. Nell'interesse di tutti"."Lancio quindi un appello bipartisan -conclude Miotto- rivolto a tutte le forze politiche di  non rinchiudersi in una torre d'avorio e portare a termine la partita in tempi rapidi. Il Veneto produttivo non solo lo chiede ma lo merita".