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IL FUTURO DELL’OREFICERIA TRA LA FINE DELLA LEGISLATURA E LA FIERA VICENZAORO

Franco Pozzebon, presidente nazionale e regionale Veneto di Confartigianato Orafi
Franco Pozzebon, presidente nazionale e regionale Veneto di Confartigianato Orafi

Ultimi due giorni di esposizione in fiera a Vicenza per VicenzaOro, la più importante rassegna dell’oreficeria italiana e una delle più importanti al mondo. Un’edizione che conferma ancora una volta la provincia vicentina come uno dei più importanti distretti orafi italiani.

«Ricomincia un nuovo anno. Lo stato di salute del settore orafo italiano è piuttosto complicato da descrivere in poche parole – spiega il vicentino Franco Pozzebon, presidente nazionale e regionale Veneto di Confartigianato Orafi – La situazione è più o meno questa: il mercato interno è asfittico e deficitario, mentre quello estero è un po’ più vivace. La situazione internazionale non è splendida, ma certamente è molto, molto migliore rispetto a quella italiana».
Ecco il punto della situazione sullo stato di salute del settore e le linee guida per le iniziative future. La fine anticipata della legislatura ha bloccato nei cassetti parlamentari una lunga serie di iniziative per rilanciare le imprese del settore. A cominciare dalla legge che doveva regolamentare i “Compro-oro”.
«Per quanto riguarda la situazione comunitaria, c’è una norma che entrerà in vigore già dal 1° aprile 2013 e che riguarda la cessione del nichel nei manufatti di oro e articoli da indosso -spiega Pozzebon-. Questo complicherà notevolmente la vita sia degli artigiani che degli operatori della filiera commerciale perché i prodotti in oro bianco attualmente in stoccaggio nei negozi, magazzini, fabbriche, rischiano di essere, almeno in gran parte, dichiarati fuorilegge. Noi produttori, inoltre, subiremo un aumento dei costi di lavorazione, dato che il sostituto naturale del nichel è il costosissimo palladio».
La categoria degli orafi sta affrontando anche altre questioni. «Come la legge sulla gemmologia, -elenca Pozzebon- che dovrebbe offrire al consumatore chiarimenti importanti e la nuova normativa, ancora tutta da discutere, sui metalli preziosi che, tra le altre cose, dovrebbe dividere il marchio dell’importazione dal quello della produzione, con una notevole chiarezza su quello che è il vero made in Italy. Le imprese infine sono ancora in attesa di avere la possibilità di marchiare con il laser, e non più meccanicamente, il punzone di Stato».
Tutto questo da un punto di vista normativo della categoria.
«In linea generale, però, – conclude il presidente – il tetto ai pagamenti in contanti e la caccia alle streghe avviata nei confronti dei beni di lusso, con la finanza in attesa dei clienti fuori dalle oreficerie, stanno limitando i consumi in un settore, quello dei preziosi e del lusso, che rappresenta, a tutti gli effetti, una locomotiva del made in Italy. La speranza è che l’anno nuovo possa accompagnare le 1.080 imprese artigiane venete del settore ancora operative, fuori da una crisi sempre più grigia, a cominciare dall’appuntamento vicentino».