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STRISCIA BIANCOROSSA: COMUNQUE VADA, IN GIOCO C’È ANCHE LA DIGNITÀ

Che partita sarà, quella al Menti con il Cittadella di sabato 6 aprile? Vedremo un Vicenza ormai definitivamente rassegnato, oppure capace di trovare una reazione in extremis? Difficile dirlo.

Gli avversari arriveranno qui dopo la scoppola dei sei gol rimediati in casa ad opera del Novara, ma rimangono pur sempre a sette punti (39) sopra i biancorossi (32), che ne hanno sei di distacco dalla rivale più vicina, la Reggina (38), e quindi dalla quota playout.
Certo è che, nella trasferta malamente persa a Lanciano (2-0), nell’arco dei novanta minuti si sono riassunti tutti gli elementi negativi che hanno ripetutamente contrassegnato il magro campionato del Vicenza: disattenzioni fatali in difesa specie sui calci piazzati, carenza di idee a centrocampo, sterilità offensiva, arbitraggi inadeguati se non ostili (c’erano davvero gli estremi per l’espulsione di Semioli? e perché tanta diseguaglianza nelle ammonizioni tra le due squadre?), episodi sfortunati come i maldestri autogol. Insomma, tutto sembra congiurare per consegnare i biancorossi alla retrocessione diretta, anche se mancano ancora otto partite dalla fine del torneo. E, a questo punto, non resta che sperare nel miracolo di una inversione di tendenza tanto difficile quanto necessaria. L’importante è giocarsi tutte le carte fino all’ultimo secondo, e su questo dovrà concentrarsi il lavoro di mister Dal Canto: nel convincere il gruppo a non alzare già bandiera bianca. Se non per orgoglio, almeno per dignità. Almeno quella, dopo anni di sofferenze, i tifosi se la meritano.