CONFARTIGIANATO VICENZA: «PER PMI E FAMIGLIE AUMENTO DELLA BOLLETTA ELETTRICA»
«Che la coperta fosse corta lo si sapeva, e da questo mese ne avremo la prova diretta – annuncia Gianluca Cavion, delegato all’Ambiente e Energia di Confartigianato Vicenza – . Da gennaio infatti le piccole imprese e le famiglie troveranno nella bolletta dell’energia elettrica un nuovo onere da pagare».
«Si tratta di una voce in più, che graverà sui costi complessivi di gestione. Un altro balzello, un’altra tassa indiretta: si tratta della cosiddetta componente AE».
Il decreto ministeriale del 5 aprile scorso prevede l’inserimento in bolletta di tale voce per ridurre gli oneri di sistema delle aziende energivore (cioè le voci A, UC e MCT della fattura relativa alla fornitura, imposti dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) e coprire costi come la gestione dello smaltimento delle scorie nucleari, l’incentivazione delle energie da fonti rinnovabili, il finanziamento della ricerca, il regime agevolato per le Ferrovie dello Stato, eccetera. Però, dato che ridurre gli oneri per le imprese energivore comporterà un mancato gettito alla Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico di circa 800 milioni di euro annui, il “buco” dovrà essere coperto da tutte le altre utenze (famiglie e piccole aziende dell’artigianato, del commercio, dei servizi) applicando loro in bolletta proprio quella nuova componente “AE” che andrà ad aggiungersi alle altre voci.
Dato che per impresa energivora s’intende quell’azienda che in un anno consuma più di 2 milioni e 400 mila kWh di elettricità e il cui rapporto tra spesa elettrica e fatturato annuo supera il 2%, è chiaro che la stragrande maggioranza delle piccole attività non potrà beneficiare delle agevolazioni previste.
Qualche esempio? Un’azienda che consuma annualmente 50.000 kWh, e che cioè spende tra i 9.000 e 10.000 euro all’anno Iva esclusa, dovrà pagare nel 2014 circa 234,5 euro in più. Proporzionalmente, l’azienda che consuma circa 100.000 kWh all’anno pagherà altri 469 euro per la nuova componente “AE”, mentre l’acconciatore che consuma circa 10.000 kWh all’anno verserà circa 46,9 euro in più, e così via.
«In questo modo – sottolinea Cavion – da una parte si agevolano le grosse aziende, ma dall’altra si appesantisce la spesa alle aziende non energivore. È un criterio iniquo e miope, che innalza ulteriormente la pressione impositiva sulle piccole attività. Se stimiamo che, nella nostra provincia, il consumo energetico medio nelle 27mila imprese artigiane sia sui 40.000 kWh annui, il totale fa 1.080.000.000 kWh/anno: applicando la nuova componente AE, l’aumento complessivo dei costi ammonta a più di 5 milioni di euro, che contribuiranno a ridurre gli oneri di sistema delle imprese energivore. Ancora una volta, la piccola impresa e le famiglie pagano una sorta di tassa occulta destinata ad agevolare altri soggetti».