2010: PIL VENETO + 1,2%. CLAUDIO MIOTTO, CONFARTIGIANATO DEL VENETO: LA RIPRESA C’E’, MA NO A FACILI OTTIMISMI
11/06/20102010: PIL VENETO + 1,2%. CLAUDIO MIOTTO, CONFARTIGIANATO DEL VENETO: LA RIPRESA C'E', MA NO A FACILI OTTIMISMIIl prodotto interno lordoVariazioni percentuali annue (prezzi costanti 2000) 2009 2010 2011Veneto -5,0 1,2 1,3Nord Est -5,0 1,0 1,1Italia -5,0 0,8 1,2Tasso di disoccupazioneTassi percentuali annui 2009 2010 2011Veneto 4,8 6,2 7,8Nord Est 4,7 6,2 7,8 Italia 7,8 9,4 11,0 VenetoVariazioni percentuali annue (prezzi costanti 2000) 08-09 09-10 10-11Spese per consumidelle famiglie -1,7 0,3 0,8Investimenti fissi lordi -11,9 0,1 1,8Import -19,9 5,5 3,2 export -23,2 6,7 5,3(il saldo commerciale della Regione nel 2009 pari a 8.551 milioni di euro, ha contribuito in modo deciso al saldo positivo a livello nazionale 11.353 milioni di euro)Per il Veneto la ripresa è in atto. Non è una ripresa travolgente, ma abbastanza significativa. Si sta già manifestando in questi primi mesi del 2010 nell' economia della regione, proseguirà anche nel 2011. A dirlo è l'indagine previsionale sugli scenari economici del Veneto, elaborata dall'Ufficio Studi della Confartigianato regionale, utilizzando dati di Prometeia Calcolo.La ripresa economica in Veneto sarà più marcata che a livello nazionale: livello per il quale, comunque, è prevista una crescita analoga a quella prevista recentemente per l'Italia dall'Eurostat, secondo il quale la percentuale di sviluppo del Bel Paese sarà superiore a quella media europea.Previsioni alla mano, in Veneto il Prodotto interno lordo crescerà quest'anno di 1,2 punti percentuali, per proseguire nel 2011 con un più 1,3%. Tra le regioni italiane, solo La Lombardia dovrebbe far meglio. Non si riuscirà a tornare, sia chiaro, ai livelli pre-crisi, visto che in Veneto il Pil è calato di 5 punti nel solo 2009: ma tendenze in atto e previsioni sembrano confermare che il peggio è alle spalle.La ripresa non avrà, però effetti uniformi su tutti gli aspetti dell'economia e sulla società del Veneto. Così, ad esempio, gli investimenti dovrebbero crescere più dei consumi delle famiglie. E se andrà bene per l'export di beni, che aumenterà più dell'import, andrà invece abbastanza male per l'occupazione.Quanto al contributo dei diversi settori alla ripresa, sarà nullo per le costruzioni e per l'agricoltura, modesto per i servizi e determinante per il comparto produttivo.I consumi delle famiglie dovrebbero crescere di 0,3 punti quest'anno e di 0,8 l'anno prossimo: la gente continuerà a spendere con prudenza. Anche perché l'occupazione non andrà gran che bene: per il 2010 il tasso di occupazione previsto è del 42,6%, contro il 45,0 del 2008. E l'anno prossimo scenderà a 41,9 punti. Contemporaneamente, cresce ancora il tasso di disoccupazione: dal 3,5% del 2008 al 4,8 dell'anno scorso, toccherà quest'anno il 6,2 e nel 2011 il 7,8%. Gli investimenti fissi quest'anno saranno fermi, più 0,1%, mentre l'anno prossimo cresceranno dell'1,8%: un segno evidente che la capacità produttiva è oggi ampiamente sotto utilizzata.La ripresa avrà un effetto positivo sull'andamento del commercio estero: più 6,7% nel 2010 e più 5,3% nel 2011 per l'export. Cresceranno anche le importazioni, ma ad un ritmo inferiore: rispettivamente più 5,5% quest'anno e più 3,2 quello successivo.Quanto alle dinamiche del valore aggiunto, il punto di forza si conferma il settore produttivo:la crescita prevista per la nostra regione è di ben 4 punti quest'anno e 2,7 quello dopo. Ferma, invece l'agricoltura: meno 1,4% nel 2010 e più 1,4% nel 2011. Meglio, comunque, delle costruzioni, che prima di arrivare ad una crescita zero l'anno prossimo conosceranno quest'anno un calo di 2,5 punti, che si somma ai 5,0 del 2009. Quanto ai servizi, l'incremento previsto del valore aggiunto è modesto: per i due anni, rispettivamente più 0,5% e più 1,0%."Si tratta di dati previsionali positivi, ma che non inducono a facili ottimismi -spiega il presidente della Confartigianato del Veneto, Claudio Miotto- I dati dicono che la ripresa è in atto, anche se non è tale da farci uscire dalla crisi. Soprattutto, ci sarà ripresa, ma con meno consumi ed occupati. E qui entra in gioco la mano pubblica, perché le previsioni sono state fatte a situazione invariata. Semplificazione burocratica e riduzione della pressione fiscale sono in testa alle aspettative dei nostri imprenditori E se su questi versanti arriveranno a breve segnali positivi da Stato, Regioni ed Enti locali abbiamo la speranza di ritornare ai livelli del 2008 in quattro cinque anni".