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CONFERENZA STAMPA STATI GENERALI DELL’EDILIZIA

26/11/2010CONFERENZA STAMPA STATI GENERALI DELL'EDILIZIAUna nuova "marcia su Roma". L'hanno apostrofata così i relatori presenti alla conferenza stampa regionale di stamani la manifestazione del 1 dicembre degli Stati Generali dell'Edilizia che, per la prima volta, vedrà datori di lavoro e loro maestranze in piazza per chiedere una nuova politica industriale a sostegno del settore edile. Al tavolo Stefano Pelliciari, presidente di Ance Veneto, Paolo Fagherazzi, presidente di Confartigianato edilizia del Veneto (per conto delle tre organizzazioni datoriali artigiane), Leonardo Zucchini, segretario Fillea Cgil Veneto, Federico Salvatore, segretario Filca Cisl Veneto, Alberto Ghedin, segretario Feneal Uil Veneto, Franco Mognato, responsabile settore Abitazione di Lega-coop Veneto e Antonio Zigoni, presidente del Coordinamento Triveneto di Federlegno Arredo. Il Veneto sarà ben rappresentato alla mobilitazione degli Stati generali delle costruzioni che il 1 dicembre vedrà unite a Roma, in Piazza Montecitorio, con adesioni da tutte le regioni d'Italia, tutte le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali del settore edile a partire dalle 10,30 in Piazza Montecitorio a Roma. Sono oltre 250 gli imprenditori iscritti alle associazioni territoriali di Ance Veneto; 150 da Confartigianato, Cna e Casaerigianai del Veneto; 60 dalle Cooperative a cui si aggiungono le aadesioni ,che si preannunciano numerose, degli iscritti alle tre sigle sindacali, Fillea Cgil, Filca Veneto Cisl e Feneal Ui. A un anno e mezzo dagli Stati Generali delle Costruzioni, l'evento che riunì insieme per la prima volta tutte le sigle delle organizzazioni sindacali e delle associazioni delle imprese artigiane, delle cooperative e di tutta la filiera delle costruzioni, per denunciare la crisi, ma anche per proporre un modello di sviluppo basato sulla qualità e la legalità dell'impresa e del lavoro, e a sei mesi dall'Assise dell'Industria delle costruzioni del Veneto, gli stessi soggetti sociali si sono riuniti per lanciare un nuovo e pressante grido di allarme. Il settore, in Veneto più che in altre regioni d'Italia, è piegato da una crisi senza precedenti: in termini assoluti, considerando l'intera filiera delle costruzioni, dal 2008 ad oggi sono usciti dal settore circa 50 mila occupati. Nel 2009 il numero di imprese del settore edile entrate in procedura fallimentare è aumento del 38% rispetto al 2008 passando da 165 a 229. Secondo i dati diffusi da Veneto Lavoro sul bollettino di settembre 2010, al secondo trimestre dell'anno le imprese attive nel settore delle costruzioni avevano registrato un calo di 998 unità rispetto al secondo trimestre del 2009. Il complesso delle attività manifatturiere, nelle stesso periodo di riferimento, escluso il settore delle costruzioni, aveva perso 1470 imprese. Sommando il dato del settore delle costruzioni con quello manifatturiero, all'edilizia è ascrivibile oltre il 40% delle imprese perse al secondo trimestre 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. Il moltiplicatore economico delle costruzioni, da un'analisi dello Studio Ambrosetti, equivale a 2,1 (2,1 euro per 1 euro investito), superiore al moltiplicatore del settore metalmeccanico (1,95), agricolo (1,92), tessile e abbigliamento (1,75), legno e arredamento (1,55). L'importanza della filiera dell'edilizia nell'economia regionale è testimoniata da numeri inequivocabili: gli investimenti in costruzioni rappresentano l'11% degli impieghi del Pil regionale (percentuale più alta rispetto alla media italiana che corrisponde al 9,8%). Gli occupati nel settore (170mila lavoratori) costituiscono il 21% degli occupati dell'industria e l'8,3% degli occupati in tutti i settori economici. Non è soltanto la congiuntura economica a piegare il settore delle costruzioni, ma in alcuni casi l'eccessiva regolamentazione della burocrazia italiana e i tempi lunghi delle Pubbliche amministrazioni. Il Patto di stabilità interno, secondo un'elaborazione sui dati dell'Anci, porterà al blocco nel 2011 di 280 milioni di investimenti da parte dei Comuni. Nel 2012 il blocco interesserà investimenti per 353,6 milioni. In Veneto, da un'indagine su un campione di imprese aderenti all'Ance il tempo medio di pagamento corrisponde a 107 giorni, pari a 3 mesi e mezzo oltre i termini contrattuali (2,5 mesi) e a 5 mesi oltre la nuova scadenza di 1 mese fissata dalla nuova direttiva europea. Mediamente le imprese vengono pagate 6 mesi dopo aver realizzato i lavori. Nel Nord-Est, le imprese che hanno partecipato all'indagine hanno segnalato punte di ritardo superiori ai 18 mesi oltre i termini contrattuali e quindi tempi di pagamento di quasi 2 anni. Il Veneto è in attesa da 14 mesi che siano sbloccati 342,3 milioni di risorse per investimenti previsti dal programma regionale Fas 2007-2013. LA PIATTAFORMA DI RIVENDICAZIONI Durante tutti questi mesi, di fronte all'insufficiente politica industriale a sostegno del settore, imprese, sindacati, cooperative, artigiani e tutti gli attori della lunga filiera dell'edilizia hanno denunciato più volte – a livello nazionale e su tutto il territorio – lo stato di grande difficoltà del settore, ricercando un costante dialogo con il governo e le amministrazioni pubbliche, sollecitando un confronto, avanzando proposte concrete che hanno incontrato spesso il favore bipartisan delle forze politiche. A questa azione, responsabile e propositiva, del mondo dell'edilizia non ha ancora corrisposto un'efficace azione del Governo, né sul piano dei provvedimenti adottati e delle risorse disponibili, né su quello del coinvolgimento completo degli attori degli Stati Generali, visto che il tavolo interministeriale dell'edilizia, che era stato insediato a Palazzo Chigi nel luglio 2009, si è finora riunito una volta sola. Non possiamo protrarre ulteriormente un'attesa che ha già fatto molte vittime in termini di perdita di posti di lavoro e di competitività del Paese. Le imprese e i lavoratori dell'edilizia ritengono prioritario: sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità, anche per consentire alle stesse il pagamento delle forniture e dei servizi utilizzati. Più in generale allentare i vincoli dello stesso patto per gli enti virtuosi al fine di finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali ed artistici. Rendere effettivamente disponibili, in termini di attribuzioni di cassa, le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali, a partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere e all'edilizia scolastica. Puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità. Eliminare le penalizzanti distorsioni fiscali esistenti nel settore immobiliare (ad esempio l'Iva sull'invenduto dopo 4 anni) nell'ambito di una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, imprese e cittadini. Rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell'immobiliare. Attivare strumenti di lotta all'illegalità e promuovere la qualificazione con procedure esigibili e chiare in stretta collaborazione con le imprese e i lavoratori, senza penalizzare la quotidiana operatività delle imprese corrette. Estendere all'edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria. Conto Corrente Solidarietà: Intesa Sanpaolo – intestazione "E.B.A.V.PRO ALLUVIONATI" – COORDINATA IBAN: IT46 F063 4502 0641 0000 0000 382