LA SITUAZIONE DELLE PICCOLE IMPRESE NEL VENETO. IL 40 PER CENTO DELLE AZIENDE ARTIGIANE SONO ANCORA NEL “TUNNEL DELLA CRISI”
08/12/2010LA SITUAZIONE DELLE PICCOLE IMPRESE NEL VENETO.IL 40 PER CENTO DELLE AZIENDE ARTIGIANE SONO ANCORA NEL "TUNNEL DELLA CRISI"Marghera 8 dicembre 2010 – Al di là delle dichiarazioni ufficiali, dell'ottimismo più o meno di facciata, delle "sensazioni" affidabili (o meno), il dato (rilevato dall'indagine dell'Osservatorio Congiunturale sull'Artigianato Veneto, realizzata da Confartigianato regionale) è inequivocabile: il 40% delle imprese venete dichiara di trovarsi ancora nel bel mezzo della crisi, risentendo in maniera pesante gli effetti di una fase economica difficile e non completamente superata. È anche vero, comunque, che quasi la metà delle aziende sono avviate verso la fine del tunnel, con un sostanziale miglioramento rispetto alla rilevazione di metà anno. Nell'edilizia e nei servizi alle persone circa il 13% degli imprenditori ritiene che il peggio debba arrivare, tra le manifatturiere il 44% pensa di essere ancora nel pieno della crisi , mentre nei servizi alle imprese la maggioranza è avviata verso la fine del tunnel. Tra artigianato e piccola impresa poi si mantiene il gap già evidenziato a metà anno con le aziende artigiane più in dietro rispetto alla media generale.Come detto, il posizionamento delle imprese può dare l'indicazione di quale settore si trovi più avanti e quale vantaggio abbia accumulato rispetto alle altre categorie. In generale, alla fine del 2010, le imprese venete hanno percorso 62 metri nel tunnel (ipoteticamente lungo 100 metri) della crisi, con un leggero progresso rispetto a quanto rilevato a metà anno (59 metri), come dire che la situazione generale sta migliorando, ma il processo di ripresa è ancora lento e deve essere fatta molta strada prima di uscire completamente da questa fase economica.In prima fila si confermano le imprese dei servizi, in particolare quelle alle imprese (63,2 metri percorsi), seguite ad una lunghezza dai servizi alle persone (62,3 metri). Anche il manifatturiero sposta in avanti il proprio baricentro (quasi 62 metri), ma il progresso più evidente è registrato dall'edilizia. che negli ultimi sei mesi ha colmato la maggior parte del gap che lo separava dagli altri settori (oltre 6 metri per quasi 61 metri del tunnel percorsi). A livello provinciale Belluno e Rovigo risultano le più attardate, confermando uno situazione ancora negativa ed evidenziando progressi contenuti rispetto a metà anno. Spostando l'attenzione ai piani alti della graduatoria provinciale, Vicenza conferma il proprio primato, con oltre 66 metri percorsi, e con una distanza raggiunta superiore alla media regionale. Anche Padova ribadisce la seconda piazza che già occupava a metà anno; Venezia realizza il salto in avanti più consistente (+4,6 metri rispetto a giugno) arrivando al traguardo dei 63 metri, mentre Treviso rimane un po' ferma sui suoi passi, evidenziando la crescita più contenuta.Rispetto a metà anno non si rilevano particolari scostamenti tra le aziende, neppure distinguendole secondo la loro classe dimensionale: le più strutturate e con oltre 10 addetti sono infatti quelle maggiormente proiettate verso una nuova fase di crescita, anche se si è ridotta la distanza con quelle di minori dimensioni, che dimostrano di essere state più vivaci e reattive nella seconda parte dell'anno.Infine tra artigianato e piccola impresa si ribadisce, anche nel secondo semestre, un divario superiore ai tre metri, a conferma di quanto già evidenziato nella precedente analisi qualitativa in cui le aziende della piccola impresa appaiono più avanti rispetto a quelle artigiane.Per chi intravede la luce alla fine del tunnel l'ottimismo che scaturisce deriva principalmente dalla constatazione di una ripresa, seppure ancora moderata in termini quantitativi, della domanda/ordini (63,2%), soprattutto per le aziende manifatturiere (oltre il 70%) e della piccola impresa (66,3%). Poco più del 28% invece percepisce un miglioramento della situazione generale, in particolare le aziende dei servizi alle imprese (32,7%); mentre l'apertura di nuove aree di mercato, che in generale coinvolge il 14,2% delle ditte, assume maggiore importanza nelle imprese di produzione (21,7%) e dei servizi alle imprese (17,3%). Si mantengono marginali i segnali derivanti da un miglioramento dei rapporti con le banche (meno del 6%), anche se in questo senso le aziende edili percepiscono indicazioni maggiormente positive rispetto alle altre categorie economiche (10,3%), ed ancora meno riconoscibili sono gli effetti derivanti dagli interventi operati dalle istituzioni e dagli enti governativi (meno del 4%).Vedi grafici