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ALBO ARTIGIANI 2010. IL VENETO RICONQUISTA LA PIAZZA D’ONORE DIETRO ALLA LOMBARDIA. NATI-MORTALITÀ -0,2% PARI AD UN SALDO DI -295 AZIENDE

17/02/2011ALBO ARTIGIANI 2010. IL VENETO RICONQUISTA LA PIAZZA D'ONORE DIETRO ALLA LOMBARDIA. NATI-MORTALITÀ -0,2% PARI AD UN SALDO DI -295 AZIENDEE' passato un altro anno di crisi e, nel Veneto, mancano all'appello altre trecento imprese artigiane. Niente a che vedere con la batosta del 2009 quando il saldo si era fermato ad un terribile – 3.057 ma se consideriamo l'ultimo triennio siamo ad una flessione di quasi 4mila imprese. Come se di colpo nella nostra regione fosse sparito l'intero settore dell'abbigliamento.Il saldo 2010, risultato dalla differenza tra le 10.546 nuove iscrizioni e le 10.841 cessazioni, porta a 143.369 il patrimonio di imprese artigiane operanti sul territorio regionale con un calo dello 0,2% inferiore a quello registrato a livello nazionale -0,3%.   "Come era ovvio aspettarsi -dichiara Claudio Miotto, Presidente della Confartigianato veneta- dopo il crollo del 2009 (-3.057 imprese pari a una variazione dello -2%) era atteso un colpo di reni, per altro confortato dai buoni risultati ottenuti nei saldi tra aprile e settembre. Devo ammettere però che speravo in qualche cosa di meglio dall'ultimo trimestre che invece è ritornato in campo negativo con un saldo di -452 aziende (-0,32%). Calo che ha contribuito in maniera determinate a far chiudere l'anno con una riduzione". "Questi dati -prosegue Miotto- confermano come la crisi economica, l'instabilità politica e una scarsa attenzione alle esigenze delle piccole imprese, mortifichino la voglia di "fare impresa" che però resta nel dna dei veneti e degli italiani. Ci sono comunque elementi di soddisfazione. Primo tra tutti la riconquista della piazza d'onore in termini assoluti dietro alla Lombardia. Un secondo posto strappato alla Emilia Romagna che, nel corso del 2010, ha perso quasi duemila imprese". Sono poi positivamente colpito dal fatto che ben tre delle provincie a "grande" vocazione artigiana -Vicenza Padova e Verona- abbiano registrato saldi positivi tra iscrizioni e cessazioni. Sono aree in cui operano molte delle nostre aziende manifatturiere, ben strutturate, dedite ad operare anche con i mercati esteri. A ulteriore riprova che il vero made in Italy è molto apprezzato e chiede solo di essere tutelato e valorizzato".Se scendiamo nel dettaglio dei settori, l'andamento complessivo del 2010 ripercorre, anche se con minore intensità, le dinamiche già in atto: calano ancora le imprese edili, ma solo di -323 unità; soffrono i tre grandi settori colonne portanti dell'economia manifatturiera regionale: l'abbigliamento -102 imprese (-2,4%), legno-mobilio che fa registrare un calo di ben 120 imprese (-2%) e la metalmeccanica che chiude l'anno con 210 ditte in meno. Anche l'autotrasporto prosegue nel calo. Ulteriori 313 ditte in meno pari a -3,1%. Tra i segnali positivi vale la pena sottolineare le 30 aziende in più nell'installazione di impianti (grazie al boom del fotovoltaico e delle energie rinnovabili) e la crescita importante delle aziende dedite ai servizi alle imprese ed alla persone che assieme hanno raggiunto le 26.259 aziende attive pari al 18,5% del totale dell'artigianato veneto.