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Per i Ristoratori di Confartigianato Vicenza “il vino Clinto va valorizzato, non demonizzato”

Christian Malinverni - Ristoratori Confartigianato Vicenza

Anche i Ristoratori di Confartigianato Vicenza, in riferimento alle recenti discussioni sorte nel panorama provinciale in relazione al vino Clinto e al suo utilizzo “improprio” a detta di alcuni, esprimono la loro opinione «a tutela di un prodotto che, essendo fortemente identitario della nostra cultura e patrimonio enogastronomico, merita di essere valorizzato anziché demonizzato».

A giudizio degli operatori della categoria, «premesso che è stato più volte dimostrato come tale vino non sia dannoso alla salute per il suo contenuto alcoolico», e al di là di «regolamenti che in passato hanno colpevolizzato tale vitigno, magari a favore di altre specie ancor meno autoctone», vale invece la pena di «sottolineare, da un punto di vista storico, che secoli addietro il Clinto poté apprezzarsi nel territorio veneto proprio per la sua grande capacità di adattarsi ai terreni poveri, determinando profitto per i contadini che allora lo coltivavano, trovando in esso il prodotto ideale per le esigenze familiari».
«Come artigiani del gusto, noi per primi sappiamo – proseguono i Ristoratori Confartigianato  – quanto importante sia per la nostra cucina valorizzare il prodotto locale, quelle preziosità che rendono unica la cucina veneta e vicentina, una tendenza di riferimento per tutti gli chef: da qui la promozione delle tipicità e del loro singolo territorio di appartenenza, affinché si apprezzino non solo il gusto, ma anche la storia, le proprietà di coltivazione, la cultura in senso lato di un alimento. Lo dimostra l’utilizzo sapiente e variegato che del vino Clinto si fa nella ristorazione vicentina: basterebbe interpellare qualche nostro rinomato cuoco per capirne l’incredibile versatilità in cucina. Per questo manifestiamo solidarietà verso i nostri distillatori che sono stati sanzionati per l’utilizzo delle vinacce Clinto nelle loro grappe, ed esprimiamo perplessità su tali azioni: è davvero questo il male da debellare? È produttivo applicare norme arcaiche e contestate che, come effetto, generano danno al patrimonio enogastronomico? Non andrebbero forse concentrati gli sforzi su altri problemi, per esempio l’abusivismo dilagante anche nel nostro settore?».
In conclusione, spiega Christian Malinverni, presidente dei Ristoratori di Confartigianato Vicenza, «anche il nostro vuole essere un contributo per sollevare un movimento di opinione, al fianco di altri colleghi e associazioni . Di fronte al lavoro e alle risorse impegnate da molti per costruire un’immagine positiva del nostro territorio, si deve fare attenzione ad azioni che possono svalutare in un attimo la reputazione di una intera filiera, che va dai produttori ai ristoratori. Tenendo conto, inoltre, che ci stiamo avvicinando sempre più a un evento come l’Expo 2015, dedicato al tema dell’alimentazione e delle biodiversità: il mondo punterà gli occhi sul grande patrimonio enogastronomico italiano e sulla nostra cucina, dove ha davvero senso valorizzare ogni nostro prodotto di nicchia, che è motivo di successo e orgoglio per il nostro Paese».