SCOPERTO L’ENNESIMO “LABORATORIO TESSILE LAGER” A CONDUZIONE CINESE, QUESTA VOLTA A SCORZE’ NEL VENEZIANO
23/02/2011SCOPERTO L'ENNESIMO "LABORATORIO TESSILE LAGER" A CONDUZIONE CINESE, QUESTA VOLTA A SCORZE' NEL VENEZIANO"Un plauso all'opera instancabile della nostre Forze dell'Ordine, in questo caso della Questura di Venezia. E una grande soddisfazione nel vedere gli ottimi risultati di una sempre maggiore collaborazione tra Polizia e personale ispettivo dell'Inps, dell'Ispettorato del Lavoro e dello Spisal nella lotta alla contraffazione e allo sfruttamento della manodopera clandestina". Questo il commento di Giuliano Secco Presidente regionale della Confartigianato Moda alla notizia dell'ennesimo caso di laboratorio tessile lager scoperto nel territorio veneto."Oggi -prosegue Secco- sono stati posti i sigilli a un laboratorio tessile clandestino cinese che lavorava direttamente per grandi griffe della moda, sfornando capi con marchi autentici e destinati alle boutique. Un caso che rilancia con forza i temi della co-responsabilizzazione delle aziende committenti e della clausola "sociale". Ottimo risultato quindi, ma è pur sempre una goccia nel mare". Negli ultimi anni -spiega il Presidente- i laboratori cinesi in Veneto sono aumentati vertiginosamente, e oggi sono quasi 2000. Un fenomeno che è in continua espansione e nasconde troppo spesso sacche di illegalità e lavoro irregolare". Nel Tessile, abbigliamento, pelli e mobili nel Veneto a fine settembre 2010, risultavano registrati 7.520 titolari di impresa di cui 1.979 di origine cinese. In termini assoluti, la maggiore presenza dei titolari cinesi la riscontriamo a Padova con 569 titolari cinesi, seguita da Rovigo con 431, Treviso con 342, Venezia con 232, Vicenza con 224, Verona con 179; il fenomeno è residuale, invece, a Belluno con soli 2 titolari di origine cinese. Più di un titolare su quattro è oramai di origine cinese: la loro incidenza sul totale del settore è del 26,3%. Valore che si riscontra più elevato a Rovigo dove più della metà (55,6%) dei titolari nei settori del tessile, abbigliamento, pelli e mobili sono di provenienza cinese. A seguire Padova con una incidenza del 31,3%, Venezia con il 27,8% e Treviso con 26,5%, Più contenuta l'incidenza a Vicenza con 18,2% e a Verona (12,4%). A Belluno l'incidenza è limitata all'1,5%."Per questo chiediamo da tempo leggi più severe e maggiori controlli -conclude Secco-. Se non vogliamo consegnare ai nostri figli un futuro senza diritti, senza dignità, senza tutele due sono i provvedimenti necessari. Intensificare le azioni di controllo come sta avvenendo in diverse provincie a seguito delle nostre sollecitazioni e collaborazione con i Prefetti. Secondo prevedere, per un periodo di tempo definito, un inasprimento delle sanzioni. Ad esempio: la sospensione dell'attività imprenditoriale per almeno 12 mesi; l'interdizione dell'attività imprenditoriale per alcuni anni; la confisca immediata dei prodotti, materie prime, attrezzature, capannoni. Ovviamente ciò deve valere per coloro che, come nel caso di Scorzè, vengano colti ad occupare irregolarmente anche un solo lavoratore extracomunitario clandestino o comunque privo di permesso di soggiorno per motivi di lavoro oppure aver impiegato anche un solo lavoratore minore (bambino/adolescente) privo dei requisiti legalmente stabiliti per l'ammissione al lavoro".