SBALCHIERO SU TREMONTI E LE IMPRESE IPERCONTROLLATE: MONITO GIUSTO, MA LO STATO PRIMA DI TUTTO PENSI A RIDURRE LA BUROCRAZIA
21/04/2011SBALCHIERO SU TREMONTI E LE IMPRESE IPERCONTROLLATE: MONITO GIUSTO, MA LO STATO PRIMA DI TUTTO PENSI A RIDURRE LA BUROCRAZIADell'intervento del Ministro Giulio Tremonti, in coda all'audizione delle forze economiche nella commissione Finanze della Camera, ci colpisce più l'anticipo di una nuova stagione di sacrifici (da qui al 2014 circa 60 miliardi di euro!) che la denuncia, pur condivisa, di una eccessiva vessazione delle nostre imprese in particolare qui nel nostro Veneto. Un monito, quello del Ministro, che leggiamo più che sul piano della responsabilità, come un mea culpa di uno Stato che si trova in questa fase storica in una situazione di difficoltà ancor maggiore delle imprese stesse.Ma cosa chiediamo noi artigiani? Da molto tempo e con determinata insistenza riforme a medio raggio, con regole chiare e certe, che portino non alla interpretazione delle leggi ma alla loro applicazione, con trasparenza e responsabilità. Se questi saranno i risultati concreti delle recenti esternazioni, allora ritengo che come sempre le nostre imprese saranno disposte a fare la loro parte per il bene del paese. In questo modo, dando seguito al monito del Ministro, si eviterebbero costi e lungaggini date dai confronti fiscali e tributari che ogni giorno le nostre strutture devono affrontare, per difendere le imprese.Una piccola rivoluzione in questo senso verrà data, a nostro avviso, dalla complementarietà tra Enti Locali e Associazioni di Categoria, nel recupero dell'evasione, così come previsto nel modello di riforma federalista nazionale recentemente approvato. L'introduzione dei Consigli Tributari negli enti locali (con più di 5 mila abitanti) danno loro un ruolo strategico per individuare i "furbetti", richiamandoci tutti alla responsabilità (una quota parte pari al 35 % rimarrà nelle casse del Comune). Non possiamo però non tenere conto del fatto che il nostro Paese primeggia in Europa sia per il livello di pressione fiscale, che si rende necessaria per ripianare le spese derivanti dalle inefficienze e dalla staticità di buona parte del settore pubblico, sia per eccesso di burocrazia. I maggiori costi di una PA inefficiente ed onerosa, dunque, vengono pagati da famiglie e piccole imprese: in sostanza, le famiglie faticano sempre di più ad arrivare a fine mese, mentre le nostre imprese si trovano a competere sui mercati interni ed internazionali con una zavorra di oneri burocratici. Bene quindi la denuncia del Ministro Tremonti, che ha parlato come "uno di noi", ma per concretizzare le sue parole bisogna prima di tutto passare da una fase storica di tagli orizzontali e generalizzati, per non scontentare nessuno, a una fase programmatoria con interventi verticali volti a privilegiare le aree virtuose. Oggi il problema italiano è l'allargamento del mercato e della sua regolazione per aprire i meccanismi della concorrenza. La burocrazia statale, alla luce anche dell'attuale riforma federalista in atto, si configura come un fattore di distorsione dei mercati e non ha più alcuna connessione con le politiche redistributrici volte a "compensare" il sud con il nord.Alcuni dati per riflettere