Skip to main content







IL MADE IN ITALY VINCE SUI MERCATI ESTERI: NEL 2010 EXPORT VENETO A 44 MLD, + 16% RISPETTO A 2009

14/05/2011IL MADE IN ITALY VINCE SUI MERCATI ESTERI: NEL 2010 EXPORT VENETO A 44 MLD, + 16% RISPETTO A 2009 "Il tessuto imprenditoriale Italiano dimostra ancora una volta di essere la parte sana del Paese e, guardando al mondo, si da la scossa da solo". Ne è convinto  Giuseppe Sbalchiero, presidente della Confartigianato del Veneto di fronte ai confortanti dati dell'export manifatturiero della nostra Regione e d'Italia relativi al 2010. "E' quasi incredibile cosa riusciamo a fare nonostante l'assenza di politiche di sviluppo concrete ed i continui ostacoli che ci vengono messi sulla strada ultimo, in ordine temporale, il SISTRI".Complessivamente, come emerge dalla rilevazione condotta dall'Ufficio studi di Confartigianato, lo scorso anno dal Belpaese sono volati nel mondo prodotti manifatturieri per un valore di 332.240 milioni di euro, con un aumento del 15,7% rispetto al 2009. Il 56,9% dei nostri prodotti ha raggiunto i mercati dell'Unione Europea, dove le vendite hanno fatto registrate una crescita del 14,9%, e il restante 43,1% è stato venduto nel resto del mondo, con un aumento del 16,7% rispetto al 2009. I migliori mercati sono Turchia, Cina, India, Russia e Stati Uniti.Il Veneto, come di consueto, si distingue per dinamicità.  E' sua la piazza d'onore dietro la "solita" Lombardia, con 44.264 milioni di export (13,7% del totale Italia), vale a dire tre volte più delle esportazioni realizzate lo scorso anno dalla Grecia. Alle spalle dei due campioni, la Lombardia lo scorso anno ha esportato prodotti made in Italy per 91.546 milioni di euro (il 28,4% del totale), si sono posizionate l'Emilia Romagna con 41.136 milioni di euro (12,8%), il Piemonte (33.754 milioni, pari al 10,5% del totale) e in quinta posizione la Toscana (25.926 milioni pari all'8% del totale dell'export italiano). Complessivamente queste 5 Regioni coprono il 73,4% delle esportazioni italiane nel 2010.Nella classifica a livello provinciale (limitatamente alla nostra regione) ‘brilla' Vicenza (terza a livello nazionale) che ha portato sui mercati esteri beni per 12.838 milioni di euro, pari al 4% del totale dell'export italiano, ha esportato più dell'Intera Tunisia. Al secondo posto Treviso (sesta in Italia) con 9.826 milioni di euro (3,1% del totale) e, medaglia di bronzo per Verona che con 7.524 milioni di euro rappresenta il 2,4% del totale dell'export complessivo. Padova, Venezia, Belluno e Rovigo seguono con risultati eccellenti in termini assoluti e straordinari (a parte Venezia in media italiana) in termini percentuali ben oltre il +20%.La tendenza positiva del 2010 viene in parte confermata nei primi mesi di quest'anno. Pur con alcuni stop and go, nel primo bimestre 2011 si registra una crescita del 21,2% delle esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2010. Particolarmente robusta la crescita dell'export nei Paesi extra Ue (+27,4%), rispetto al +17,2% fatto registrare nelle vendite sui mercati europei.Tra i nostri migliori ‘clienti' spicca la Turchia, dove a febbraio 2011 le vendite dei prodotti made in Italy sono aumentate del 41,4% rispetto a febbraio 2010, i Paesi del Sud Est asiatico (+36,8%), la Cina (+35,5%), la Russia (+31%), la Germania (+24,1%). Battuta d'arresto invece per l'export verso il Nord Africa, dove nei primi tre mesi del 2011 le vendite di beni made in Italy sono calate del 6,4%, pari ad una diminuzione in valore di 186 milioni di euro. I beni più richiesti nel primo bimestre 2011 sono quelli del settore metalli (+33% rispetto ai primi due mesi 2010), seguiti dai prodotti chimici (+22,7%), apparecchi elettrici (+18,4%), mezzi di trasporto (+17,3%), gomma e materie plastiche (+14,9%), prodotti tessili e dell'abbigliamento (+14%), prodotti alimentari (+12,4%)."I dati del nostro Ufficio studi – conclude Sbalchiero – confermano una dinamicità dei mercati mondiali superiore a quello nostro interno. In termini di export il Veneto è tornato quasi a livelli precrisi. Manca ancora un 9%. Questo ci dice che dobbiamo fare di più per preservare e valorizzare questo nostro modello produttivo. Occorre dare alle piccole aziende gli strumenti per aggregarsi e fare massa critica affinché possano continuare a portare nel mondo l'eccellenza della manifattura italiana". Dati sull'export elaborati dall'Uff. Studi Confartigianato su dati Istat