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RIFORMA DELL’APPRENDISTATO

13/07/2011RIFORMA DELL'APPRENDISTATOSoddisfazione per l'intesa raggiunta sulla riforma dell'apprendistato tra le parti sociali, che segue l'accordo tra Governo e Regioni, viene espressa dal Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Veneto Sandro Venzo. "E' un intervento di riforma -spiega il leader del Gruppo Giovani- a lungo auspicato dal nostro comparto perché va a semplificare le modalità di utilizzo dell'istituto in tutte le sue forme, togliendo alcuni orpelli (come ad esempio la capacità formativa dell'impresa) che ne avevano limitato l'uso rispetto al passato. Non è un caso se negli ultimi cinque anni l'artigianato veneto ha visto calare costantemente e pesantemente l'utilizzo dell'apprendistato sia per i giovanissimi che per gli ultra diciottenni".Recuperata anche l'esperienza veneta (sostenuta da Confartigianato del Veneto) e messa in linea dal 2007 attraverso la valorizzazione della formazione interna all'impresa, il cosiddetto by doing. "Un risultato importante -fa rilevare Venzo- per un Paese come l'Italia, dove oltre 2 milioni di giovani non studiano né lavorano ed il 26,7% delle imprese non riesce a reperire manodopera qualificata"."L'impresa -spiega Venzo- diventa finalmente il centro responsabile per la valorizzazione della professionalità del lavoratore mentre l'offerta formativa pubblica sarà ridotta alla sola parte teorica. L'intesa inoltre valorizza la contrattazione collettiva che va a determinare la disciplina generale di tale rapporto di lavoro, la durata e le modalità di erogazione della formazione. Una sottolineatura a parte merita proprio la durata massima del tirocinio, drasticamente abbassata a 3 anni per tutti i settori. In questo caso l'artigianato ha avuto riconosciute le sue peculiarità, indicate anche dall'art. 45 della Carta Costituzionale, in quanto per il nostro settore la durata massima è elevabile fino a 5 anni. Insomma un rilancio in grande stile di uno strumento che è l'unico vero momento di riproduzione della forza lavoro per le imprese; uno strumento che dovrà sostituire egregiamente forme succedanee di rapporti di lavoro quali i cocopro che partono, nell'inserimento lavorativo, da filosofie opposte e certamente non producono alcuna crescita professionale nei giovani"."Il testo-conclude Venzo-  sarà ora esaminato dalle commissioni parlamentari per i pareri e dovrà ottenere un secondo via libera da parte del Consiglio dei Ministri per la definitiva applicazione. Contiamo in un iter il più celere possibile: speriamo che si avveri l'auspicio del ministro Sacconi, di un'approvazione definitiva entro l'autunno".