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Carpaccio e la sua epoca in mostra a Conegliano fino al 28 giugno

Vittòre Carpaccio - particolare de San Giorgio che lotta con il drago

Fino al 28 giugno, a Palazzo Salcinelli di Conegliano (TV), è aperta una straordinaria mostra di Vittòre Carpaccio, considerato dalla critica il più grande narratore, ‘teatralizzatore’ e vedutista ante-litteram della pittura veneziana.

Sono esposte opere, realizzate dall’artista negli  ultimi dieci anni di attività, dal 1515 al 1525 ca. Capolavori di grandissima qualità e originalità, dipinti celebri da ritrovare come il San Giorgio che lotta con il drago, di San Giorgio Maggiore, la Pala di Pirano, il Polittico da Pozzale del Cadore o la particolarissima” Entrata del Podestà Contarini” a Capodistria che,  nella prospettiva adottata, consente allo spettatore un insolito e realistico sguardo sulla città; opere da riscoprire come le clamorose Portelle d’organo dal Duomo di Capodistria o il bellissimo Trittico di Santa Fosca, ricomposto per la prima volta dopo cinquant’anni, in collaborazione con Permasteelisa Group, di Zagabria, Venezia e Bergamo, in occasione della mostra; e, ancora, dipinti da scoprire, di fatto mai visti, come la novità assoluta del “Padre eterno tra i cherubini” da Sirtori, (Lecco). Circa cinquanta opere tra dipinti, pale d’altare, disegni, documenti, stampe.
Il visitatore, inoltre, intraprende a corredo della mostra un breve viaggio affascinante nella cultura artistica al tempo di Carpaccio, su una terra che conserva e svela testimonianze ineguagliabili di quell’arte e di quella cultura, crocevia di correnti culturali, letterarie, artistiche; luoghi d’incontro tra pietà popolare e dottrina ‘alta’, di pensiero filosofico e sapienza contadina; di tradizioni e di accoglienza, di curiosità per lo straniero e di ospitalità per il pellegrino.
La mostra di Carpaccio può essere l’occasione per scoprirne i tesori nascosti e per apprezzare l’unicità artistica del territorio.
Da Conegliano, che dispiega le sue eccellenze d’arte nel Duomo, nella Scuola dei Battuti e nelle sue varie chiese, si può passare a Susegana e scegliere la strada per Treviso, inseguendo le tracce di Tiziano, Lorenzo Lotto, Pordenone, Savoldo; oppure dirigersi verso Vittorio Veneto (le antiche Ceneda e Serravalle), per ritrovarsi ancora con Tiziano, dopo essere transitati accanto al Lago di Revine e all’appartata Cison di Valmarino, località tutte che celano maestri del calibro di Cima, di Francesco da Milano, di Andrea Previtali. Rivolgersi poi alla volta di Asolo e Castelfranco, per restare rapiti dalla grandezza di Giorgione e, ancora, di Lorenzo Lotto. Ma non minori sorprese riserverà la strada verso Feltre e Belluno, con l’austerità dei loro meno noti, ma non meno interessanti maestri, per ritrovarsi a Pieve di Cadore, culla dell’immenso Tiziano.