EDILIZIA ARTIGIANA IN VENETO III° E IV° TRIM. 2011
Nel quarto trimestre si accentua la crisi delle costruzioni in Veneto.
Andamento negativo per ordini e occupazione, tensioni sui prezzi, bene il Piano Casa
Nel terzo e quarto trimestre 2011 il fatturato delle imprese di costruzioni in Veneto ha registrato una flessione: rispettivamente del meno 1 e meno 2,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010. Il dato del quarto trimestre è peggiorativo rispetto a quello del terzo trimestre 2011, già in flessione, con una dinamica fortemente negativa per il settore non artigiano e più contenuta, ma ugualmente negativa, per quello artigiano.
Le cifre sono contenute nell’indagine Veneto Congiuntura, realizzata da CEAV e UNIONCAMERE del Veneto in collaborazione con CRESME, illustrata oggi a Marghera, nella sede CEAV, dal responsabile del Centro Studi Unioncamere, Serafino Pitingaro e dal ricercatore CRESME Federico Della Puppa, presenti il Presidente Unioncamere del Veneto, Alessandro Bianchi, il Presidente CEAV, Virginio Piva e il vice Presidente Leonardo Zucchini.
Nel periodo preso in esame è stato positivo l’apporto del piano casa, le cui potenzialità trovano un crescente riscontro nel mercato; il piano casa è stato utilizzato da 12 imprese su 100, con benefici particolarmente per le aziende artigianali e piccole. A fronte di questo aspetto positivo, pesano negativamente le difficoltà di accesso al credito e la riduzione delle commesse. La fase recessiva in atto appare particolarmente rilevante, soprattutto per le imprese non artigiane, quelle peraltro meno interessate dal piano casa.
“La dinamica poco favorevole del settore edile si inserisce in un quadro congiunturale di complessivo rallentamento dell’economia regionale -ha commentato Bianchi-. I livelli produttivi complessivi hanno evidenziato una flessione di 0,6 punti sul trimestre precedente di 1,4 su base annua”.
Vedi tabella “Veneto. Andamento del fatturato per tipologia di impresa”
“Il bilancio del 2011 mostra comunque un recupero della produzione rispetto al 2010 –ha proseguito Bianchi- I dati mostrano un’economia reale in sofferenza, l’aspetto peggiore è il pessimismo degli imprenditori. Tuttavia sono convinto che saremo in grado di superare questo momento difficile, nella misura in cui sapremo “mettere in rete” imprese e istituzioni, ma anche attraverso relazioni istituzionali. Per questo sono lieto i annunciare che CEAV e UNIONCAMERE confermeranno l’impegno a proseguire l’esperienza dell’Osservatorio, sottoscrivendo una nuova convenzione”.
Per il presidente CEAV, Virginio Piva, “dalla ricerca emerge la necessità di interventi a sostegno del settore che abbiano caratteristica di strutturalità. E’ evidente la necessità di razionalizzare l’occupazione del territorio, e per farlo occorre sviluppare politiche di riqualificazione dell’esistente. Quanto alle imprese, occorre puntare molto sulla formazione e sulla qualificazione, perché sempre più nel nostro settore hanno un ruolo essenziale tecnologie e materiali innovativi”.
Preoccupato per i riflessi occupazionali il vicepresidente CEAV, Leonardo Zucchini, per il quale “occorre puntare alla riqualificazione della situazione urbanistica, avendo la massima attenzione anche ad impedire in questo periodo di difficoltà le infiltrazioni criminali”.
LA RICERCA IN SINTESI
Il settore delle costruzioni nel 2011 è sempre rimasto, per fatturati, in terreno negativo, con una forte accentuazione nell’ultimo trimestre: nel primo trimestre, -1,2 per cento, nel secondo trimestre -0,3 per cento e nel terzo trimestre -1,0%.
I tempi lunghi della crisi dunque propongono uno scenario in forte rallentamento, con una dinamica differenziata: maggiormente negativa per le imprese non artigiane (-4,4 per cento), mentre per quelle artigiane la flessione è più contenuta (-2,1 per cento). Nonostante il secondo trimestre avesse fatto sperare in un “lento atterraggio” della crisi, il terzo e soprattutto il quarto trimestre 2011 amplificano la situazione di grave difficoltà del settore. Nel dettaglio, il saldo negativo dei fatturati è ascrivibile principalmente alle imprese di piccola dimensione (fino a 5 addetti) che hanno segnato un -4,4 per cento, mentre quelle di maggiori dimensioni evidenziano un più contenuto -1,2 per cento.
Ordini, prezzi, occupazione: dopo la leggera ripresa degli ordinativi del secondo trimestre 2011, il rallentamento iniziato nel terzo trimestre prosegue anche nel quarto trimestre 2011, con una dinamica omogenea tra imprese artigiane e non artigiane (-2,7 per cento), ma con una dinamica particolarmente negativa per quelle di piccole dimensioni (-5,1 per cento per le imprese da 1 a 5 addetti) e per quelle di medie dimensioni (-1,9 per cento quelle da 6 a 9 addetti). In leggera flessione, ma in misura relativa, le imprese di dimensioni maggiori, che fanno segnare un -0,6 per cento.
Continua la crescita dei prezzi alla produzione che, nel quarto trimestre é del 3,2 per cento, confermando il trend dei trimestri precedenti. L’aumento dei prezzi è oggi soprattutto un segnale di difficoltà del mercato dei materiali. Rispetto al secondo trimestre, quando sembrava scongiurato l’effetto negativo congiunto dell’incremento dei prezzi alla produzione e della riduzione degli ordini, il quarto trimestre 2011 evidenzia dunque segnali fortemente negativi per il settore, che seguono i dati già di per sé negativi del trimestre precedente.
L’occupazione nel quarto trimestre presenta una dinamica negativa, che segue quella dei trimestri precedenti, con una flessione dell’1,8 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Particolarmente rilevante la flessione delle piccole imprese (da 1 a 5 addetti) con un dato pari a -4,6 per cento a fronte di dati stabili o in leggera crescita per le imprese più strutturate, con un +1,5 per cento per le imprese tra 6 e 9 addetti. Vi sono dunque una sostanziale stabilità delle imprese più strutturate e una grave difficoltà di quelle di piccola dimensione che, per restare sul mercato e fronteggiare la crisi, riducono il numero di addetti, puntando dunque a ridurre i costi.
Previsioni: dopo i segnali tendenzialmente positivi emersi alla fine del 2010 e nel corso del primo semestre 2011, il terzo trimestre 2011 aveva iniziato una inversione di rotta che viene confermata, in modo molto negativo, dal quarto trimestre 2011. Le aspettative delle imprese riguardo alla ripresa del mercato sono molto negative e il saldo tra chi giudica il mercato in crescita nei prossimi sei mesi e chi lo prevede in calo è ulteriormente peggiorato: oggi siamo a -43,3 punti percentuali, dopo il risultato di -18,4 punti percentuali del trimestre precedente. Va inoltre segnalato che la quota di imprese che prevede un mercato stazionario per i prossimi sei mesi si è ridotta dal 53 per cento al 37 per cento. Fortemente negativo anche l’impatto atteso dell’aumento dei prezzi, con oltre il 55 per cento dei giudizi in attesa di crescite ulteriori.
Focus di approfondimento sul “piano casa”
Le imprese hanno indicato nel 12,2 per cento dei casi di aver realizzato o avere in corso di realizzazione interventi relativi a questa normativa, nel quarto trimestre. Si tratta di un valore in crescita rispetto 10,4 per cento dei casi rilevati nel trimestre precedente. Un altro 11,9 per cento ha dichiarato di aver solo eseguito alcuni preventivi ma di non aver ancora avuto richieste concrete, anch’esso un valore in crescita rispetto al 7,1 per cento del trimestre precedente. I dati evidenziano che il “piano casa” sta avendo un effetto non trascurabile sul mercato, ma che oltre 4 imprese su 10 non lo utilizzano o non ritengono di utilizzarlo come strumento operativo. Dal punto di vista della tipologia di impresa, emerge una grande differenza tra imprese artigiane (13,4 per cento lo utilizzano) e imprese non artigiane (3,9 per cento lo utilizzano). Dal punto di vista economico, il quarto trimestre evidenza una diminuzione degli interventi di minore dimensione (fino a 20.000 euro), che sono passati dal 53,7 per cento del terzo trimestre al 42 per cento, mentre sono in crescita gli interventi di media dimensione: 16,3 per cento per importi tra 20.000 e 30.000 euro, 12,6 per cento per importi tra 30.000 e 40.000 euro e con un significativo 28,6 per cento di imprese che hanno dichiarato importi superiori a 40.000 euro. Il “piano casa” dunque è un mercato che si sta strutturando in modo diverso rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi e potrebbe consentire, alle imprese artigiane in particolare, di superare questa fase particolarmente negativa per il settore.