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IL MODELLO VENETO PER IL SERVIZIO TAXI INTESA TRA REGIONE E CATEGORIE

Il Veneto si propone come modello nazionale per un servizio taxi capace di conciliare le esigenze delle liberalizzazioni con quelle della programmazione e dell’efficienza rispetto alle esigenze degli utenti. Per questo la Regione ha sottoscritto questa mattina, a palazzo Balbi, con i rappresentanti delle Associazioni di categoria dei tassisti e gli organismi economici interessati al settore, un’intesa per la crescita e lo sviluppo del servizio taxi nel territorio regionale, sulla scia di almeno un quindicennio di nuove metodologie programmatorie e operative nel settore. Per la Regione, il documento è stato firmato dall’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso; per gli operatori del comparto hanno firmato Sergio Barsacchi (CNA regionale del Veneto), Alessandro Nordio (Confartigianato Imprese del Veneto), Giorgio Bee (Radiotaxi Veneto Soc. Coop.), Stefano Sella (Unione Radiotaxi Verona Soc. Coop.), Giuseppe Zuin (Coop. Radio Taxi Padova SCARL), Floriano Scaggiante (Cooperativa Artigiana Radiotaxi Soc. Coop.), Stefano Faresin (CO.TA.VI. Cooperativa Tassisti Vicentini Soc. Coop.), Italo reato (CO.TA.TRE. Società Cooperativa) e Alessandro Malengo (COOPOLTAXI Rovigo). L’accordo stato voluto dalla giunta del veneto, alla quale l’iniziativa era stata proposta dallo stesso presidente Luca Zaia. Alla luce della positiva esperienza del modello Veneto e in relazione alle recenti “Disposizioni urgenti per la concorrenza lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, i firmatari dell’intesa hanno convenuto di intraprendere, ciascuno per quanto di propria competenza, le opportune iniziative volte a promuovere presso il Governo e il Parlamento, l’accoglimento di una serie di principi condivisi, in sede di riforma della disciplina taxi.

L’intesa per migliorare il servizio taxi, firmata questa mattina tra Regione e organizzazioni di categoria, parte dalla constatazione che il Veneto ha avviato da oltre un decennio una politica di liberalizzazione e qualificazione del servizio, con azioni finalizzate ad una maggiore concorrenza nel mercato del trasporto pubblico non di linea, alla verifica costante del rapporto domanda/offerta, alla diversificazione dei servizi di trasporto in grado di soddisfare le necessità dell’utenza diversamente abile e del trasporto di piccoli gruppi di persone, oltre che alla promozione e all’introduzione di elementi di sicurezza e qualità del servizio, grazie anche all’introduzione della “Carta dei servizi”.

“Tale politica – ha ricordato l’assessore Renato Chisso – è stata condotta di concerto con gli Enti Locali e i rappresentanti delle Associazioni di categoria ed ha portato a significativi risultati: è stato realizzato il Consorzio Regionale Radiotaxi Veneto e creato il sito www.radiotaxiveneto.it di interfaccia con l’utenza. E’ stato inoltre attivato il “Numero Unico Regionale” 199484950: un’unica modalità di accesso al servizio da tutto il territorio regionale. E’ stato pure reso operativo il servizio “SMS taxi” istituito attraverso un unico numero telefonico in tutta la Regione per dare una risposta anche ai non udenti, ma rivolto anche a chi preferisce servirsi di questa tecnologia. E non finisce qui, perché è stata attivata una convenzione per utilizzare il numero unico anche per i taxi acquei nella laguna di Venezia; sono state rese operative tariffe sociali in convenzione (Rotary Venezia – Mestre); la compartecipazione del costo del servizio erogato tra più soggetti con benefici considerevoli per l’utente (7,10 euro per ogni corsa nel periodo di validità); Taxi rosa e Taxi d’argento nei Comuni di Padova e Treviso; tariffe sociali scontate per utenza diversamente abile nel Comune di Verona”.

Le azioni intraprese dalla Regione di concerto con gli Enti Locali e con le Associazioni interessate hanno caratterizzato un aumento graduale, ragionevole, proporzionato e sistematico del numero di licenze, basato su oggettive esigenze del territorio, su elementi di misurazione imparziali. Alla luce della positiva esperienza del modello Veneto e in relazione alle recenti “Disposizioni urgenti per la concorrenza lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, le parti firmatarie dell’intesa hanno convenuto di intraprendere, ciascuno per quanto di propria competenza, iniziative per promuovere presso il Governo e il Parlamento l’accoglimento di una serie di principi condivisi in sede di riforma della disciplina taxi. Tali principi riguardano:

  • il mantenimento in capo alle Regioni e agli Enti locali delle competenze in materia di regolamentazione del servizio taxi, evitando il trasferimento di competenze ad autorità nazionali, nel rispetto di quanto disposto dal Titolo V della Costituzione;
  • l’attuazione di una regolamentazione concertata del servizio taxi, nell’ottica di una maggiore apertura del mercato e di un migliore accesso alla professione, attraverso il coinvolgimento degli Enti territoriali interessati e delle organizzazioni sindacali e associazioni di categoria maggiormente rappresentative;
  • la fissazione di tariffe massime a tutela dei consumatori, inclusa la possibilità di stabilire tariffe predeterminate per tragitti prestabiliti, e adeguamento delle tariffe solo in funzione di parametri oggettivi e del raggiungimento di specifici indicatori di qualità del servizio;
  • una maggiore libertà nella modularità delle tariffe rispetto a quelle massime, ferma restando la possibilità di una corretta e trasparente pubblicizzazione e attuando tendenzialmente l’armonizzazione con le regole generali dettate a livello di bacino integrato regionale o sub-regionale. Le tariffe dovranno comunque assicurare una corretta relazione con gli oggettivi costi di esercizio, inclusa una congrua remunerazione dell’attività;
  • l’ambito operativo comunale con extraterritorialità intesa come principio condiviso, secondo procedure concordate con gli enti territoriali, al fine di garantire adeguati standard minimi di erogazione del servizio, tenendo conto delle esigenze di mobilità, nonché dell’intensità dei movimenti aeroportuali, ferroviari e turistici;
  • l’incremento delle licenze, ove ritenuto necessario da parte degli Enti competenti, disposto in relazione a comprovate ed oggettive esigenze di mobilità e alle caratteristiche demografiche e territoriali di riferimento, e loro assegnazione mediante asta pubblica anche al fine di garantire le entrate fiscali a favore della Pubblica Amministrazione e la salvaguardia del valore delle imprese, attuato attraverso l’incremento patrimoniale derivante dagli investimenti autofinanziati in essere e futuri all’interno del bacino regionale o sub-regionale;
  • l’incremento dell’offerta, finalizzato a garantire un servizio adeguato alle esigenze della domanda di mobilità dei cittadini, attraverso la possibilità di essere sostituiti alla guida da chiunque abbia i requisiti di professionalità e moralità richiesti dalla normativa vigente, evitando il cumulo delle licenze che porterebbe al rischio della concentrazione di mercato e quindi alla creazione di oligopoli e alla trasformazione di lavoro autonomo in lavoro subordinato;
  • una maggiore libertà nella determinazione degli orari di lavoro e della sua organizzazione d’intesa con le associazioni di categoria, salvo l’obbligo di garanzia di un servizio minimo in tutto l’arco della giornata e la possibilità di sviluppare nuovi servizi integrativi come il taxi ad uso collettivo o altre forme innovative;
  • il proseguimento di un percorso per il miglioramento degli standard qualitativi del servizio, anche attraverso l’introduzione di un sistema di incentivi, finalizzato al miglioramento del parco veicolare e della sua sostenibilità ambientale, alla qualificazione professionale dei conducenti e al miglioramento delle condizioni strutturali del servizio (es. corsie preferenziali, percorsi dedicati, parcheggi e infrastrutture di supporto logistico e tecnologico).