“Ritratto di donna”, a Vicenza una mostra che esplora l’universo femminile
Vicenza profuma di donna. Inaugurata il 6 dicembre, in Basilica Palladiana, una delle esposizioni d’arte più suggestive, raffinate ed eleganti degli ultimi anni grazie ad un progetto voluto dall’amministrazione comunale della città.
“Ritratto di donna”, questo è il titolo della mostra aperta fino al 13 aprile 2020.
Un percorso espositivo dinamico e ricco di spunti, che affascina e seduce il visitatore come in un piacevole incantesimo.
L’amicizia femminile, il sogno, il doppio riflesso nello specchio, il rapporto tra il pittore e la modella, donne fiere al punto da divenire feline, la nostalgia di paradisi perduti, ma anche la crudezza della realtà, sono i temi centrali della mostra.
Dipinti meravigliosi, abiti bellissimi, gioielli, sogni di esotismo, desideri di viaggi e amori pervadono lo spazio espositivo, in dialogo armonioso con l’architettura della Basilica Palladiana. L’effetto è magico, rievocando quegli Anni Venti in cui, come scrisse la prima critica d’arte Margherita Sarfatti, “la pittura appare tra tutte l’arte magica per eccellenza” e
lo scrittore Massimo Bontempelli, quasi evocasse le ragazze di oggi, raccontava con affascinata meraviglia i primi piani delle donne distratte nei caffè. Siamo negli anni Venti e in Europa, uscita da poco dalla Prima Guerra Mondiale, le donne cominciano a conquistare un proprio ruolo: sempre più autonome, seduttive e moderne. I capelli si accorciano come la lunghezza delle gonne, mentre la loro influenza nella società e nella cultura si fa sempre più intensa. Coco Chanel cambia la moda, Amelia Earhart attraversa in volo l’Atlantico, i balli di Josephine Baker incantano Parigi, Virginia Woolf scrive i suoi capolavori.
Sogni di avventure, amori e successi imperniano le esistenze degli artisti che attraversano quegli anni come un viaggio ricco di aspettative e desideri, in un tempo che sa essere anche complicato. Interpreti sensibili dei cambiamenti e dei sentimenti, i pittori danno vita a immaginari nuovi, da cui nascono ritratti di donne che si stagliano da protagoniste con potenti personalità, esaltate nella loro seducente energia.
Di queste signore offrono ritratti magnetici gli artisti che stanno promuovendo l’arte più nuova, all’insegna di una ‘classicità moderna’. Sono tutti stati convocati nella mostra: Felice Casorati, Mario Sironi, Antonio Donghi, Achille Funi, Piero Marussig, Mario Cavalieri, Guido Cadorin, Massimo Campigli e, naturalmente, Ubaldo Oppi. Oppi, cresciuto a Vicenza ma formatosi tra Vienna, Venezia e Parigi, ha un immediato successo in mostre importantissime, anche nella Milano e nella Roma dei primi anni del Novecento, dove viene scoperto da Margherita Sarfatti e Ugo Ojetti. I suoi dipinti ci rivelano una visione attraverso cui scorrono in mostra una costellazione di ritratti dei maggiori artisti che sono stati suoi amici e avversari in esposizioni memorabili, dal Salon d’Automne di Parigi al Premio Carnegie di Pittsburgh, dalla Biennale di Venezia alla mostra di Modern Italian Art di New York.
La mostra è parte di un progetto di rilancio della Basilica Palladiana di Vicenza, destinata a ospitare continuativamente esposizioni di rilevanza internazionale.
Quella attuale è curata da Stefania Portinari, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, affiancata da un comitato scientifico composto da Gabriella Belli (Fondazione Musei Civici di Venezia), Elena Pontiggia (Accademia di Belle Arti di Brera), Alessandro Del Puppo (Università degli Studi di Udine), Luca Massimo Barbero (Fondazione Giorgio Cini di Venezia), Nico Stringa (Università Ca’ Foscari Venezia), Valerio Terraroli (Università degli Studi di Verona), Elisabetta Barisoni (Fondazione Musei Civici di Venezia), Giuseppina Dal Canton (Università degli Studi di Padova), Sergio Marinelli (Università Ca’ Foscari Venezia), Sileno Salvagnini (Accademia delle Belle Arti di Venezia).
Gilberto Padovan