PASQUA 2012. ATTENZIONE ALLE “FALSE”COLOMBE PASQUALI PER RICONOSCERLE, LEGGETE L’ETICHETTA
Attenzione alle “false” colombe pasquali. Hanno la stessa forma di quelle vere, vengono vendute anch’esse nel periodo pasquale…ma non sono colombe.
A segnalare una vera invasione di “false” colombe, nell’imminenza delle festività pasquali, sono i pasticceri della Confartigianato del Veneto.
“Complice la crisi, molti consumatori guardano soprattutto al prezzo di ciò che acquistano, ma quelle che molti rivenditori espongono e vendono sono spesso “false colombe pasquali”, che del nostro dolce tradizionale hanno solo l’aspetto –spiega il presidente regionale della Federazione Alimentaristi Vasco Mazzari.- Spesso, queste finte colombe vengono prodotte in Paesi con bassi costi di manodopera, e le materie prime non sono quelle obbligatorie per legge, perché un prodotto da forno venga definito “colomba”. In altre parole, un acquisto a basso prezzo può coincidere con la mancanza di qualità”.
Ma per chi cerca la vera colomba come distinguerla?
In base al decreto ministeriale 25 luglio 2005, la denominazione “colomba” non si può applicare ai prodotti di altri Paesi europei. Inoltre, nel dicembre 2009, il Ministero dello Sviluppo Economico ha stabilito le indicazioni specifiche sugli ingredienti da riportare sull’etichettatura dei prodotti alimentari e prodotti dolciari da forno.
“Norme alla mano –commenta Mazzari- i prodotti che utilizzano forme e modalità di presentazione identiche e confondibili con i prodotti disciplinati, ma sono identici solo all’aspetto, sono imitazioni. Per chiamarsi colomba, un dolce deve avere almeno il 16% di burro, uova di categoria “A”, cioè fresche e in quantità tale da garantire almeno il 4% in tuorlo, latte, miele, burro di cacao, eccetera.
In una colomba “falsa”, invece, si possono trovare ingredienti molto diversi: prevalentemente, si tratta di dolci che contengono ingredienti scadenti, ad esempio grassi idrogenati, pochissimo burro e uova e molto zucchero, per “coprire” la qualità inferiore”.
“Insomma –prosegue Mazzari- la vera colomba è quella che anche recentemente abbiamo portato per una degustazione alla Comunità Europea, proprio per valorizzare i prodotti tipici e di qualità”.
La concorrenza delle finte colombe e delle uova di Pasqua scadenti ai prodotti artigianali è solo uno degli aspetti che preoccupano i pasticceri artigiani: “Rispetto all’anno scorso, è aumentata l’incidenza delle materie prime –spiega il Presidente-. Sono anche cresciuti i costi generali, dall’elettricità all’asporto dei rifiuti e tra poco arriva l’IMU. Noi stiamo cercando di non trasferire questi aumenti sul prezzo dei prodotti, ma indubbiamente le minori disponibilità economiche della clientela determinano aspettative molto caute, per le vendite pasquali del 2012”.
Il Veneto è tra i maggiori produttori di colombe, come di panettoni e pandori. E la produzione artigianale assume una particolare rilevanza, sia sotto il profilo qualitativo che economico: l’anno scorso i veneti hanno speso circa 12 milioni di euro in uova e colombe artigianali, su un totale nazionale attorno ai 108 milioni. “Gli ultimi giorni di vendite diranno se riusciremo a mantenere i fatturati dell’anno scorso, tenendo conto che sono quasi cinque anni che non si applicano aumenti, in base alle nostre rilevazioni” , conclude Mazzari.-.