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Con l’Ecobonus al 110% i committenti possono effettuare interventi a “costo zero” chiedendo equivalente sconto in fattura o cedendo il credito ad artigiani o banche

Cavion: la misura ha molti aspetti positivi il pericolo ora è la troppa burocrazia.

Come preannunciato, il DL Rilancio prevede l’aumento al 110% delle detrazioni per gli interventi di efficientamento energetico per spese sostenute dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021 legate ad alcuni specifici interventi. “L’accelerata che il Governo intende imporre a favore della riqualificazione degli edifici esistenti ha da parte nostra un parere positivo – commenta il vice presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. La misura prevista dal DL riqualifica e rivaluta il patrimonio edilizio delle famiglie, dà vigore all’economia e spinta all’innovazione tecnologica, inoltre offre opportunità per nuove generazioni di artigiani, professionisti nella filiera del Sistema Casa, ad esempio edilizia, impianti e serramenti”.

In sostanza con questo Ecobonus si dà la facoltà al committente privato nell’abitazione principale di fare per esempio, all’interno di un intervento che sia ‘sostanziale’, il cappotto della propria abitazione unifamiliare o l’impianto termico e contestualmente sostituire i serramenti. Tale operazione dovrà garantire almeno il salto di 2 classi energetiche dell’edificio da dimostrare ante e post intervento tramite dichiarazione asseverata da tecnico abilitato.

Sarà poi possibile per il committente privato pagare la fattura emessa a fronte dei lavori eseguiti secondo tre modalità: sfruttare direttamente la detrazione fiscale come finora (nel caso del cappotto portata al 110%); chiedere all’artigiano che ha eseguito i lavori di praticargli uno sconto sul corrispettivo dovuto di ammontare pari alla detrazione fiscale spettante (fino comunque all’importo massimo del corrispettivo stesso), sconto che poi la ditta potrà recuperare sia come credito di imposta sia mediante cessione del corrispondente credito ad altri soggetti; infine, trasformare la detrazione fiscale in credito di imposta da utilizzare in compensazione, eventualmente cedibile ad altri soggetti

“La possibilità di cedere il credito d’imposta alle banche apparentemente facilita il tutto. È positivo che sia relativo non solo al ‘bonus 110%’ ma anche agli altri interventi che danno diritto alle detrazioni fiscali quali il bonus facciate, recupero del patrimonio edilizio, efficientamento energetico. Resta però da capire a quali condizioni si chiede alla banca di acquistare questo credito, per questo serve sin da subito, fissare in maniera chiara e univoca le “regole d’ingaggio” affinché le condizioni di ricorso al sistema del credito siano davvero competitive rispetto al meccanismo della cessione del credito di imposta ad altri soggetti – continua Cavion-. Il rischio è che anziché concentrarsi su criteri di qualità per il consumatore e di responsabilità sociale nei confronti del tessuto locale di imprese artigiane a comandare siano logiche esclusivamente finanziarie. La cessione del credito deve spettare in primo luogo al soggetto committente e deve essere libera con parità di condizioni nei confronti di qualsiasi soggetto cessionario. Trattandosi di un debito dello Stato vanno evitate speculazioni e distorsioni della concorrenza a tutela del mercato, delle imprese e dei consumatori”.

Secondo Confartigianato le nuove misure legate al bonus del 110% andranno disciplinate in fretta, bene e in modo chiaro, al contrario il rischio è un ulteriore stop delle commesse, già parzialmente in essere per le imprese del settore. “Temiamo che le prossime disposizioni attuative aggiungano ulteriore burocrazia (e i conseguenti costi) a quanto già previsto dal Decreto e che quindi allontanino l’effetto positivo di un provvedimento ‘green’ – conclude Cavion -. In sintesi l’auspicio è che non avvengano restrizioni di sorta che scoraggino l’applicabilità della misura”. 
Per quanto riguarda la provincia di Vicenza, nel 2018 gli investimenti riguardanti lavori di efficientamento energetico sostenuti dalle famiglie sono stati di 77,5 milioni di euro.

Nell’ultimo triennio (dal 2016 al 2018) queste cifre diventano 233,5 milioni di euro di investimenti (1.295 mln a livello regionale). Quanto alle imprese artigiane del sistema casa interessate dagli interventi che possono dare accesso all’ecobonus, nel vicentino sono 9.461 e occupano 18.884 addetti.