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Fotografi, Roberta Cozza: “Situazione allarmante, ma ora almeno arrivano ristori”

9 novembre 2020

Alla luce dell’emergenza sanitaria, che si è riflettuta su una contrazione dell’attività per molti settori, i vari decreti e misure emanati dal Governo (dal recente Ristoro al credito d’imposta affitti) e dalla Regione (come i bandi Ora Veneto) non hanno però considerato tutte quelle attività legate alle cerimonie, eventi o fiere. Ora perlomeno, anche grazie alla pressione di Confartigianato, il governo ha inserito nel Decreto ristori anche il codice delle imprese di fotografia. Presto i dettagli di questi interventi.

Forte era e rimane la preoccupazione di Roberta Cozza, presidente della Federazione Comunicazione di Confartigianato Imprese Veneto e presidente dei Fotografi di Confartigianato Imprese Vicenza, in merito alla situazione del comparto.

In particolare, da un sondaggio fatto prima dell’estate a cura dei Fotografi di Confartigianato Imprese insieme all’Associazione Nazionale Fotografi Matrimonialisti (ANFM), è risultato infatti che più della metà dei professionisti intervistati aveva registrato crollo di oltre il 50% del fatturato nel corso del primo lockdown e aveva un’aspettativa entro fine anno di calo complessivo intorno all’80%. Numeri che interesseranno soprattutto quei fotografi la cui attività specialistica è legata alle cerimonie.
Nel lockdown di marzo il codice Ateco dei fotografi non compariva tra quelli delle attività obbligate alla chiusura perché molti laboratori fotografici sono stati parificati agli ottici e, pertanto, considerate attività essenziali. In tale periodo, però, fra cerimonie annullate, matrimoni rinviati e divieti negli spostamenti se non per motivi di lavoro, di salute o per procurarsi beni di prima necessità, recarsi dai fotografi era improbabile e impossibile. Quindi senza obbligo di chiusura, i fotografi si sono trovati a poter tenere aperti i negozi ma a non avere, o raramente, clienti. E, proprio per il fatto che i loro codici Ateco non fossero contemplati dai DPCM, ha fatto sì che l’intero settore fosse escluso a priori da ogni misura di ristoro.
Una situazione paradossale che si stava ripetendo nuovamente, in questa seconda ondata di contagi, rischiando di aggravarsi. La quasi totalità delle cerimonie e dei matrimoni sono stati nuovamente annullati o rimandati, o nella migliore delle ipotesi celebrati con un ridimensionamento tale tra ospiti e organizzazione che ha comunque portato ad una riduzione degli incarichi e dei guadagni da parte dei fotografi.