Nuove tempistiche per il ripianamento delle perdite dell’esercizio 2020. Lo stabilisce la legge di Bilancio
Bari: “Scelta lungimirante per le imprese. Speriamo non sia vanificata nelle valutazioni delle banche per il rilascio del credito”
18 gennaio 2021
Sono numerose le imprese che lo scorso anno, a causa dell’emergenza sanitaria, sono state costrette a chiudere a marzo e aprile e poi a singhiozzo fino a fine 2020, con inevitabili ripercussioni anche nei prossimi mesi. Tutto questo si è tradotto in un calo del fatturato e, in parte, dei costi diretti, mentre i costi fissi sono rimasti pressoché invariati (solo per fare qualche esempio, i costi del personale dipendente, i canoni di locazione, le utenze).
La conseguenza è, con una buona approssimazione, che molte imprese chiuderanno l’esercizio 2020 con un risultato in flessione rispetto agli anni precedenti.
La recente Legge di Bilancio, tra i tanti provvedimenti, prevede però nuove tempistiche per il ripianamento delle perdite dell’esercizio 2020 da parte delle società di capitali.
Infatti, viene stabilito che la copertura della perdita possa essere rinviata al 2026, ossia in sede di approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2025. Solo in tale data, se la perdita riportata dal 2020 non sarà stata nel frattempo assorbita, i soci saranno chiamati a scegliere tra il suo ripianamento, la trasformazione in società di persone o lo scioglimento.
“Una scelta apprezzabile, che vuole dare sostegno alle imprese in forma di società di capitali, affinché l’eventuale riduzione del capitale sociale causata dalle perdite 2020 non abbia un impatto negativo nell’immediato – commenta al proposito Luigino Bari, delegato alle Politiche del Credito di Confartigianato Imprese Vicenza e presidente di FidiNordEst -. In questo modo, infatti, si evita alle 2.801 srl artigiane della nostra provincia l’applicazione alla lettera delle norme del codice civile, che darebbe l’ultimo fatale colpo alle imprese, perché si troverebbero a dover ripianare con urgenza le perdite per continuare la loro attività, anziché trasformarsi in società di persone o sciogliersi”.
“Ora il nostro auspicio – continua Bari – è che analoghe considerazioni vengano fatte anche dagli istituti di credito per il rilascio di nuove linee di finanziamento alle imprese o per il mantenimento di quelle attualmente in essere.
Alcune banche stanno già chiedendo alle aziende i bilanci provvisori di chiusura dell’esercizio 2020 per il rinnovo delle linee di fido: è necessario che, in sede di valutazione del merito creditizio, si tenga conto delle problematiche vissute dalle imprese nell’ultimo anno e che si neutralizzino gli effetti sui bilanci delle perdite 2020, considerando magari il trend storico e valutando il risultato dell’ultimo anno come ‘eccezionale’”.
Dal nostro osservatorio, tuttavia, la sensazione è che stia prevalendo da parte di alcuni operatori bancari la cautela per ridurre la loro esposizione al rischio. “È innegabile – aggiunge Bari – che il credito abbia avuto un ruolo cruciale, nelle fasi più acute della crisi, per assicurare la liquidità alle imprese e permettere loro di andare avanti. Ora, è altrettanto essenziale il supporto delle banche in questa delicata fase, oltre che in quella di ripresa già minata dai provvedimenti sul default e dalle scadenze delle misure emergenziali”.
In questo momento, infatti, valutare la tenuta di un’azienda guardando solo al patrimonio netto o richiedere il rientro anticipato delle linee di credito vorrebbe dire sancirne la morte. “A questo punto sarebbe davvero un paradosso che, a fronte dei provvedimenti adottati da parte del Governo, gli istituti di credito non tenessero conto dell’”effetto Covid-19” sui bilanci 2020 – aggiunge Bari- . Si tratta quindi di operare una valutazione ponderata che tenga realmente conto dello stato di salute dell’impresa, della sua capacità di ripresa produttiva, di eventuali piani di risanamento e di quelle che sono le reali prospettive di mercato. Il rischio è di trovarci, qualora finissero le misure di protezione attivate dal Governo attraverso il Fondo centrale di Garanzia, a una stretta creditizia”.
Il tema è delicato e coinvolge non solo le SRL, destinatarie della modifica normativa ad opera della Legge di Bilancio 2021, ma in generale tutto il mondo delle PMI, di qualsiasi forma giuridica.
“Sono tante le imprese sane che non vedono l’ora di tornare a produrre, a esportare, a riconquistare i mercati, a ritrovare quella stabilità che l’emergenza sanitaria ha cancellato. La nostra richiesta è quindi che gli istituti di credito tengano conto delle difficoltà sofferte dalle imprese, per cause ad esse non imputabili, e operino con l’attenzione dovuta e a sostegno non solo delle srl, già tutelate dalla legge di bilancio, ma di tutte le imprese”.
Confartigianato, attraverso i suoi esperti dell’Area gestione d’impresa e di FidiNordEst, è da sempre al fianco delle imprese socie che possono contattarci per orientarsi all’interno di questa materia e ottenere un supporto operativo.