Il cliente può recarsi nei saloni di bellezza in un altro comune vicino. Confartigianato: “Abbiamo da tempo il parere favorevole della Prefettura di Vicenza”
“Un chiarimento importante e che viene dal riferimento unico nel territorio per l’interpretazione della legge nazionale”
18 gennaio 2021
“Finalmente si fa chiarezza, per i consumatori”. Questo il commento di Renata Scanagatta e Valeria Ferron, presidenti provinciali delle categorie Acconciatori e Estetica di Confartigianato Imprese Vicenza, in merito alle conferme dell’interpretazione fornite dalla Prefettura di Vicenza circa la possibilità del cliente di recarsi nei centri di bellezza (parrucchieri, estetiste e tatuatori) che si trovano in altro comune rispetto a quello di residenza, giustificata in funzione della ‘ragionevole contiguità territoriale’.
“Un chiarimento importante e che viene dal riferimento unico nel territorio per l’interpretazione della legge nazionale, appunto la Prefettura, e che ribadisce il parere già espresso, richiesto e acquisito da Confartigianato per evitare informazioni errate e confusione – continuano le presidenti -. Una lettura della norma che Confartigianato ha condiviso con Comuni e Sindaci, e prima ancora con il Presidente della Provincia, nonché con gli Organismi di vigilanza del territorio provinciale al fine di ottenere una omogeneità di interpretazione. Passaggi doverosi a tutela delle categorie economiche interessate, e dei clienti, a fronte della mancanza di chiarezza nel recente DPCM”.
“Confartigianato, con la ‘colorazione’ arancione della nostra Regione si è mossa subito per capire come indirizzare il comportamento di colleghi e dei loro clienti. Quindi già dallo scorso mese si era avviato il dialogo con le Istituzioni e con la Prefettura di Vicenza, per consentire gli spostamenti dei clienti verso le attività di servizio alla persona presenti in altro comune rispetto a quello di residenza”, continuano Scanagatta e Ferron.
“Le nostre attività non possono continuare a pagare lo scotto di interpretazioni poco chiare di norme restrittive che non fanno che generare confusione nei cittadini”, aggiungono Scanagatta e Ferron.
Al di là delle ragioni espresse dalle categorie economiche del benessere, già fortemente penalizzate nel corso del 2020 non solo a causa del lockdown ma anche dall’evidente calo di servizi, “Parrebbe quanto meno incoerente che parrucchieri, estetiste e tatuatori possano rimanere aperti ma senza poter servire i loro abituali clienti – affermano le presidenti-. Anche in altre province, all’interno di Regioni in “zona rossa”, i Prefetti hanno già da tempo autorizzato gli spostamenti dei clienti al di fuori dei propri territori, in considerazione del fatto che saloni e centri di bellezza assicurano l’afflusso contingentato della clientela. Dare continuità alle imprese del settore significa disincentivare l’abusivismo. Impedire gli spostamenti è ingiusto e irragionevole, considerando infine che i nostri trattamenti garantiscono il benessere delle persone e con esso anche la loro salute. In questo i clienti che hanno sempre dimostrato senso di responsabilità e continueranno a farlo”.
Confartigianato Vicenza ribadisce pertanto la propria soddisfazione nell’interpretazione della norma da parte della Prefettura berica che tiene anche conto della realtà del territorio vicentino parcellizzato in tanti piccoli comuni, la maggior parte attorno o al di sotto poche migliaia di abitanti, o con situazioni tali per cui al cliente basta attraversare la strada per essere in altro comune. Da un sondaggio interno a Confartigianato, infatti, emerge con evidenza che i saloni ricevono i loro clienti nei territori circostanti ovvero mediamente nel raggio di circa 15 km.