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CONFARTIGIANATO EDILI DEL VENETO ALL’ANCI: RIDURRE IMU PER GLI IMMOBILI INVENDUTI DELLE IMPRESE

Lettera di Bassani al presidente Giorgio Dal Negro

Aliquote Imu ridotte al 4X1000 per gli immobili invenduti delle imprese di costruzione. Lo ha chiesto il presidente degli Edili di Confartigianato Imprese Veneto Paolo Bassani al presidente dell’Anci Veneto Giorgio Dal Negro con una lettera nella quale si invitano i comuni a prendere in considerazione le gravi difficoltà in cui si dibatte il settore delle costruzioni.
“Lo stretto rapporto che esiste tra imprese artigiane edili e loro territori comunali ha portato grandi vantaggi a questi ultimi, negli anni di crescita tumultuosa. Per questo, come si addice in un matrimonio “nella buona e cattiva sorte” –dichiara Paolo Bassani, Presidente degli Edili di Confartigianato Imprese Veneto– oggi, di fronte a una situazione drammatica, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente ai Sindaci del Veneto (per il tramite della loro associazione) affinché si avvalgano della potestà di ridurre al 4 per mille l’aliquota che grava sugli immobili invenduti delle imprese di costruzione. In questo modo le Amministrazioni comunali darebbero un forte, concreto e tempestivo segnale al settore edile e all’intero comparto delle costruzioni in un momento particolarmente difficile e significativo. Se comunque neanche questa operazione fosse possibile chiediamo almeno di poter rateizzare il maggior costo che si dovrà sostenere applicando l’aliquota massima e non quella minima”.

“E’ necessario che gli amministratori locali –prosegue Bassani- si soffermino a considerare l’effetto devastante che può prodursi a carico delle imprese di costruzione già in recessione fortissima (2.500 le imprese artigiane in meno negli ultimi 3 anni) per effetto dell’applicazione dell’Imu sui fabbricati invenduti. Per questi ultimi, infatti, la nuova base imponibile risulta mediamente aumentata del 60% rispetto a quella della previgente Imposta Comunale sugli Immobili (Ici), andando a gravare su un settore  già fortemente colpito dalle pesanti conseguenze fiscali prodotte dal decreto legge n. 223/2006 in caso di mancata vendita dei  fabbricati abitativi entro cinque anni dalla loro ultimazione. Per tali beni l’aumento della base imponibile determinerà un livello di tassazione insostenibile se associato all’applicazione di una aliquota d’imposta pari al 7,6 per mille”.
“L’aumento dei costi riferibili agli immobili invenduti porterebbe rapidamente le imprese costruttrici in situazioni di squilibrio economico e finanziario, a causa dell’impossibilità di recuperare tali maggiori costi attraverso un corrispettivo aumento dei prezzi di vendita. Se infatti questi ultimi aumentassero, diverrebbe ancora più ardua la collocazione sul mercato degli immobili stessi. Un circolo vizioso che dobbiamo assolutamente evitare –conclude Bassani-“.

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