Anche ristoranti, gelaterie, pasticcerie e centri benessere, tra gli esonerati dall’ISA
Niente assoggettamento agli Indicatori Sintetici di Affidabilità per 85 tipi di attività, per chi ha subito un calo di fatturato e per chi ha aperto dopo il 1 gennaio 2019. Cavion: “Chiediamo analoga esclusione anche per chi ha avuto i ristori”
Comunicato 16 – 4 febbraio 2021
Niente ISA per molti per l’anno d’imposta 2020, grazie anche all’azione di Confartigianato che ha portato all’attenzione dell’Agenzia delle Entrare le conseguenze della pandemia pagate da molti settori produttivi. ISA sta per Indicatori Sintetici di Affidabilità, modello che le imprese, da tre anni a questa parte, devono presentare contestualmente con la dichiarazione dei redditi. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, l’ISA ha sostituito i precedenti, e famosi, Studi di Settore.
La notizia di questi giorni è che l’Agenzia delle Entrate, attraverso la sua società SOSE, ha avviato un’analisi sui dati di fatturato registrato dalle imprese nel primo semestre 2020 (in cui si è evidenziato un calo medio del 33%) ed elaborato dei correttivi ai risultati ISA per il periodo d’imposta 2021. A fronte di tale analisi, sono state perciò individuate tre nuove cause di esclusione dalla presentazione dell’ISA: calo del fatturato di almeno il 33% rispetto al 2019; apertura di partita iva dal 1° gennaio 2019; svolgimento in via prevalente di una delle 85 attività (individuate con codice ATECO) che hanno subito nuovi stop per effetto dei decreti d’autunno. Rientrano in questo elenco di attività come: ristoranti, pasticcerie, gelaterie, centri benessere, e altre realtà artigianali e del commercio.
Sono stati inoltre introdotti dei correttivi straordinari per le imprese e autonomi obbligati alla presentazione del modello ISA, per tener conto delle conseguenze del Covid 19 nel calcolo del risultato di affidabilità fiscale. “Come Confartigianato chiediamo che possano essere escluse dalla presentazione dell’ISA, in modo generalizzato, tutte le attività che hanno avuto dei ristori nel corso del 2020. Il 2020 è stato un anno difficile sotto tanti punti di vista – commenta il presidente Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. La guardia non va abbassata soprattutto se si intende non disperdere quel patrimonio prezioso che è l’artigianato. Spero quindi che nei tavoli economici si abbia un occhio di riguardo per chi ha avuto maggiori difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria; problemi che, la vicenda ISA ci insegna, non sono contingenti, ma hanno ricadute nel lungo periodo. Serve perciò, da parte di tutti, una visione di più ampio respiro”.