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IL PRESIDENTE AGOSTINO BONOMO TRACCIA LA “ROAD MAP” DI CONFARTIGIANATO VICENZA NEL PROSSIMO QUADRIENNIO

“Essere il presidente provinciale della più grande organizzazione di categoria d’Italia rappresenta un onore e un impegno a interpretare le necessità e le aspettative di ogni singola impresa. Assieme a tutta la nostra compagine associativa e all’intero sistema Confartigianato continuerò a battermi per ridurre i veri “spread” che frenano le aziende e che si chiamano burocrazia, credito, fiscalità pesante non compensata da servizi efficienti. A livello territoriale, con le altre associazioni rappresentative lavoreremo insieme per affrontare temi e strumenti innovativi che possano garantire un nuovo sviluppo al nostro sistema, all’economia e alla collettività”.

“Viviamo un periodo non di crisi, ma di profonda trasformazione strutturale di tutta l’economia, della società e, perfino, delle istituzioni. La nostra responsabilità ci richiede di formare nuovi modelli di azione, aggiornando i paradigmi organizzativi alle nuove realtà.
Da una parte, gli impianti normativi in rapida evoluzione in materia di mercato del lavoro, organizzazione dei servizi pubblici, di avvio delle attività d’impresa, di incentivazione alle nuove modalità di aggregazione per filiera e reti d’impresa impongono competenze e metodi di approccio completamente nuovi. Dall’altra, fattori quali l’innovazione tecnologica, il capitale umano e l’internazionalizzazione sono oggi gli unici motori che dimostrano di consentire alle imprese di poter resistere e, spesso, addirittura di crescere nel contesto sempre più competitivo del mercato. Tali fenomeni ci indicano un quadro dove poter intervenire con risolutezza, nell’ambito delle nostre competenze territoriali e organizzative”.

“La realtà produttiva in continuo cambiamento ci chiede sia di rafforzare i valori della tradizionale impresa di minori dimensioni, o anche individuale, e sia di supportare con la nostra azione le ditte che si avviano a irrobustirsi sotto il profilo organizzativo, promuovendo l’eccellenza del “fare artigiano” come valore assoluto e sostenendolo nel ruolo di consulenti aziendali globali”.

“Una riflessione deve essere anche rivolta alle nuove forme di supporto alle imprese in tema di formazione. I nuovi modelli posti dalle leggi sull’apprendistato, per esempio, offrono uno straordinario scenario di azioni future. Temi quali i bilanci di competenze, i percorsi formativi individuali, la valutazione dei risultati ottenuti nei momenti formativi sui luoghi di lavoro, ci impongono di affiancare le imprese nella gestione delle loro risorse umane.
La formazione è, d’altronde, la base della competitività non solo delle aziende: a essa dedichiamo il lavoro sempre più presente e aggiornato del nostro CESAR, della Scuola di Economia e Politica per plasmare i dirigenti futuri di associazione e delle istituzioni locali, nonché della Scuola per Genitori che associa la sensibilità sociale ai temi dell’impresa”.

“Sul fronte economico, i nostri percorsi di affiancamento all’impresa nell’approccio al mercato dovranno essere sempre più rivolti a organizzare network, servizi e consulenze strutturate per l’accesso a opportunità diverse, allargando la platea – già molto nutrita – delle imprese potenzialmente interessate. Anche l’attività di promozione settoriale deve avere sempre più una vocazione tecnologica e internazionale finalizzata a coinvolgere un numero crescente di aziende, indipendentemente dal settore e dalla dimensione, favorendone la visione globale”.

“A livello territoriale, perseguiremo lo spirito di collaborazione che è stato avviato, negli ultimi anni, con la ricerca e il consolidamento di sinergie sempre più importanti sia sotto il profilo geografico, sia dal punto di vista intercategoriale, in una condivisione di responsabilità con le altre grandi associazioni. Gli attuali percorsi di rafforzamento della coesione nell’affrontare tutti gli importanti temi di governo dell’economia locale e delle politiche infrastrutturali insieme alle altre rappresentanze è un valore da preservare e consolidare: in questo contesto storico di passaggio e trasformazione, così aspro e duro per l’impresa, necessita la condivisione più ampia possibile, anche nelle sedi delle istituzioni economiche locali, quali la nostra Camera di Commercio”.

“In tale contesto, ribadiamo la responsabilità di assumerci e condividere l’onere di proporre, come positivo contributo, una visione chiara di economia locale vocata all’innovazione sistemica, in cui la qualità della vita economica sia anche qualità del lavoro e del fare impresa, favorendo inoltre, se necessario, il ridisegno dell’apparato pubblico-privato.
Proporre una visione del territorio è per noi centrale dell’essere soggetto sociale, oltre che economico. La nostra provincia, caratterizzata dai segni della trasformazione, necessita oggi di qualità, più che di quantità; di sviluppo e non solo di crescita; di qualità delle infrastrutturazioni anche immateriali cui dedicare futuri capitoli d’azione, ad esempio per sollecitare la dotazione di coperture di banda ultralarga; di qualità del rapporto con le istituzioni locali, che vanno viste come interlocutori con cui discutere e ragionare su temi di interesse, ribadendo però la nostra natura di presidio contro la burocrazia che limita lo sviluppo. Anche la fiscalità locale dovrà essere un tema di attento e costante studio, così come azioni di monitoraggio e valutazione dell’operato delle amministrazioni locali che siano spinte da motivi di contenuto, e al rispetto del fare impresa”.

“Trasversalità e qualità significa anche agire con logiche di marketing territoriale integrato in cui impresa, accoglienza, servizi locali, infrastrutture possano convivere con la sostenibilità ambientale ed energetica, vista come opportunità reale e non come vincolo in un contesto geografico che si dimostra ancora libero di esercitare nuovi ruoli a vocazione anche turistica”.

“Infine, due riflessioni su specifiche realtà del nostro artigianato: le imprenditrici e i giovani.
L’imprenditoria femminile, è dimostrato dalle indagini a livello nazionale, rappresenta il bacino in cui la speranza di vita alla nascita delle imprese è maggiore: vanno quindi  eliminati, o quantomeno ridotti il più possibile, gli ostacoli che esse incontrano. Cito la Relazione annuale della Banca d’Italia che, per la prima volta, dedica loro un capitolo, sottolineando le difficoltà che incontrano nel rapporto con il mondo bancario per ottenere finanziamenti.
Quanto alle difficoltà dei giovani nel campo del lavoro e dell’occupazione, è certo che necessitano di stimoli e promozione quella capacità e quella voglia di autoimprenditorialità che sono certamente presenti, ma che il sistema-Paese non appare assecondare. Per questo, anche le nostre politiche associative a supporto dell’imprenditoria giovanile dovranno diventare un impegno quotidiano. Conosciamo bacini di potenziali imprenditori di nuova generazione, legati tanto all’artigianato tradizionale quanto all’innovazione, che devono poter trovare nel nostro mondo associativo linguaggi, argomenti, competenze e occasioni di partecipazione: penso a quanti operano nel campo delle cosiddette “industrie culturali e creative”, o alle attività legate al mondo dell’informatica e dell’ICT”.