L’appello del Mandamento di Confartigianato Bassano. Venzo: “Un plauso alle Amministrazioni che in varie forme, riduzione TARI, contributi a fondo perduto, hanno sostenuto le imprese del territorio. Un esempio per gli altri Comuni e per chi può e deve fare di più per la ripresa del tessuto produttivo”
Comunicato 23 – 9 febbraio 2021
L’ultimo in ordine di tempo è stato il Comune di Rossano Veneto. L’Amministrazione, con una delibera comunale, ha previsto un rimborso della TARI 2020 alle aziende costrette alla chiusura per l’emergenza sanitaria. Sul tema Confartigianato Imprese Vicenza ha sempre mantenuto alta l’attenzione considerato che molte aziende sono penalizzate da chiusure obbligate, limiti di orari e di attività.
Imprese ferme, attività ai minimi, minor quantitativo di rifiuti. Proprio seguendo questa “filiera”, già a maggio, Confartigianato si mosse affinché si individuassero strumenti per mitigare degli effetti economici, per gli utenti e le categorie produttive, derivanti dall’emergenza epidemiologica, tenendo conto del periodo di sospensione delle attività.
Da allora alcune Amministrazioni hanno provveduto con appositi bandi a erogare contributi a fondo perduto in base al calo di fatturato, agli investimenti fatti per sopperire all’emergenza o in base a altri parametri.
“Un plauso e un ringraziamento a Romano, Mussolente, Cassola, Rosà, Bassano e a Rossano. Ogni Amministrazione per quello che poteva, ha destinato una quota dell’avanzo di bilancio alle imprese in difficoltà – commenta Sandro Venzo, presidente del Mandamento Confartigianato di Bassano- E’ chiaro che nella maggioranza dei casi questi contributi non sono stati elementi “vitali” per le imprese, ma parliamoci chiaro: quando si vive della propria clientela via via ridotta ‘per legge’, si vede ridotta anche la possibilità di sopravvivenza della propria attività, con conti sempre più in rosso mese dopo mese. In questa situazione gli aiuti dai Comuni sono di fondamentale importanza, non solo economicamente anche e soprattutto psicologicamente: gli imprenditori si sentono meno soli e percepiscono la vicinanza delle istituzioni locali e della comunità”
Il lock down e i periodi di ‘zona rossa’ stabiliti nell’arco del 2020 dai decreti governativi hanno bloccato l’attività di un gran numero di negozi e artigiani.
“La fase più dura dell’emergenza sanitaria, della primavera scorsa, ha visto la chiusura di quasi il 70% delle circa 12.500 attività che operano nei comuni del bassanese. Nelle chiusure successive ci si è concentrati su quelle ritenute più a rischio, quindi bar, ristoranti, ma anche settore benessere, sportivo, spettacolo. Il danno economico subìto è enorme, il rischio della perdita di posti di lavoro anche – continua Venzo-. I Comuni che hanno compreso questa situazione si sono dati da fare. Dispiace constatare l’inerzia di Amministrazioni che avrebbero potuto fare qualcosa e che invece stanno facendo finta di niente”.
Tutti i Comuni hanno attivato misure di carattere sociale derivate da norme nazionali e regionali a favore dei cittadini in difficoltà, come ad esempio buoni spese, aiuti alla locazione oppure, come previsto dai decreti, il semplice rinvio di imposte locali o canoni. “Questo non basta, di fronte a situazioni eccezionali ci vogliono misure eccezionali. Questa situazione economica si ripercuoterà almeno un altro anno e mezzo, forse due. Il rinvio di pochi mesi è un cerotto su una ferita aperta – aggiunge Sandro Venzo-. Non si può ritenere di aver assolto il proprio compito con queste azioni, certo utili e doverose, ma che sono il minimo sindacale: ci aspettiamo di più. Soprattutto da chi può”.