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Occupazione nell’artigianato vicentino del II° semestre 2020. Il Covid ha frenato una crescita che durava da quattro anni.

Comunicato 25 – 11 febbraio 2021

La crisi sanitaria interrompe il trend di crescita dell’occupazione dipendente artigiana degli ultimi quattro anni, registrando un calo dello 0,7% rispetto a dicembre 2019. È quanto emerge dall’indagine congiunturale semestrale sull’andamento dell’artigianato provinciale realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza, su un campione di 1.870 micro e piccole imprese che occupano 10.614 dipendenti; in attesa anche di sapere cosa accadrà dopo il 31 marzo, ad oggi data in cui verrebbero sbloccati i licenziamenti.
“I dati rispecchiano la situazione di emergenza sanitaria che, soprattutto nella prima parte dell’anno con il lock down totale, ha interrotto molte attività. Inevitabile quindi una ricaduta sull’occupazione, in particolare nei settori poi ‘soggetti’ anche alle restrizioni successive fino a fine 2020 – ricorda Sandro Venzo, delegato alle politiche del lavoro, scuola e formazione di Confartigianato Imprese Vicenza -. L’analisi realizzata dal nostro Ufficio Studi conferma che a pagare la crisi, in termini di perdita di lavoro, sono in particolare apprendisti, under 30, donne e stranieri. Il quadro non è dei migliori ma, vista la situazione, in parte ce lo aspettavamo. Come ci aspettiamo ora che i legislatori mettano in atto tutti gli strumenti necessari per un rilancio dell’economia attraverso misure serie e concrete. Non basta un ristoro alle imprese, né uno spostamento di date per i pagamenti, ma un serio piano di ripartenza con sostegno agli investimenti, che abbisognano di occupazione specializzata”.

Nel dettaglio delle attività economiche, si evidenziano i cali maggiori nei settori Benessere (-5,8%) e Comunicazione (-5,6%); in contro tendenza, cresce l’occupazione nei comparti Casa (+1,2%), Legno e arredo (+0,7%) e Alimentazione (+0,6%).

Con il divieto di licenziamento, ancora in vigore, gli effetti dei primi 10 mesi di pandemia di Covid-19 sul mercato del lavoro sono per lo più rappresentati dalle mancate assunzioni, dovute ai contratti a termine non rinnovati e ai contratti stagionali o occasionali non stipulati. Si spiega anche così il calo delle assunzioni di dipendenti artigiani del 28,7% nel 2020 rispetto al 2019. La flessione più intensa si osserva nel I° semestre, quando ha avuto inizio l’emergenza sanitaria: calo del 39,1%, con un crollo, in particolare, nel mese di aprile (-81,4%) come già visto nelle analisi precedenti.

Nel II° semestre, grazie all’andamento contenuto dei contagi e alle minori restrizioni, la contrazione è più contenuta e pari a -15,4% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel dettaglio delle attività economiche, la flessione più contenuta delle assunzioni si osserva per le imprese di Costruzioni, pari a -16% rispetto al 2019, grazie alla controtendenza registrata nella seconda metà del 2020 dove segna un leggero aumento delle assunzioni pari a +1,6% rispetto al II semestre 2019.

Contrazioni più intense, invece, nelle imprese di Servizidove le assunzioni segnano un -32,8% nel 2020, e nel Manifatturiero che registra un calo del 30,0% delle assunzioni. Per entrambi i settori si rileva un trend in miglioramento nella seconda metà dell’anno.

Direttamente connesso al tema lavoro èl’utilizzo degli ammortizzatori sociali, naturalmente intenso durante i primi mesi dell’emergenza sanitaria, che comprendono il periodo di lock down totale avvenuto tra fine marzo i primi di maggio: con un picco ad aprile che ha coinvolto oltre un terzo dei dipendenti artigiani (37,1%) per il 31,1% delle ore lavorabili. Con la graduale riapertura delle attività economiche e l’attenuarsi dei contagi è progressivamente diminuito anche il ricorso ai sistemi di sostegno del reddito, toccando i valori minimi ad ottobre con il 6,5% dei dipendenti interessati per il 2,6% delle ore lavorabili.

Da fine ottobre poi è ripresa la crescita dei contagi, ma le restrizioni alle attività economiche sono state minime, essendo rimasti sempre in zona gialla, e questo si riscontra anche nell’utilizzo degli ammortizzatori che non ha subito grandi aumenti negli ultimi due mesi dell’anno: a dicembre, nonostante le restrizioni durante le festività, solo il 2,8% delle ore lavorabili sono state coperte con gli ammortizzatori sociali e sono stati interessati il 6,9% dei dipendenti artigiani.

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