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CONSIGLIO VENETO: 3 PROGETTI PER RIQUALIFICARE AREE URBANE DEGRADATE

La commissione Urbanistica del Consiglio veneto, presieduta da Andrea Bassi, ha incontrato oggi a palazzo Ferro-Fini, per un’audizione, i rappresentanti delle associazioni delle categorie produttive, tra le quali Confartigianato Imprese Veneto e degli ordini professionali di ingegneri e architetti per sentire il loro parere su tre progetti di legge che si propongono di dettare norme, urgenti e straordinarie, per la riqualificazione delle aree urbane degradate con l’obiettivo, tra l’altro, di creare occupazione in un settore particolarmente in crisi come quello edilizio.

Tutti e tre i progetti di legge (firmati rispettivamente dallo stesso Presidente della commissione Andrea Bassi, dalla Giunta regionale e dal consigliere dell’Udc Stefano Peraro) si pongono in attuazione del decreto legge 70 del 2011 meglio conosciuto come “Decreto sviluppo”. Dagli interventi dei rappresentanti delle associazioni consultate è emerso un giudizio sostanzialmente positivo sulle tre iniziative legislative, in modo particolare su quella presentata dalla Giunta in quanto ritenuta la più articolata, accompagnato, però, dalla preoccupazione che questi interventi straordinari non siano ben accordati con la normativa urbanistica regionale (legge 11 del 2004), e le successive norme compreso il cosiddetto “piano casa”. La commissione Urbanistica di palazzo Ferro-Fini proseguirà ora l’esame delle tre proposte con l’obiettivo di portare al voto d’aula un testo unificato.
“Innanzitutto –dichiara nel merito Paolo Bassani, Presidente regionale degli Edili- una riflessione va fatta sul metodo e sulle modalità delle proposte avanzate. Non è confortante vedere che per recepire l’art. 5 del D.L. n. 70 non venga proposta una disposizione unitaria. Inoltre le proposte avanzate modificano le competenze dei comuni. Ora, avendo presentato pochi giorni fa osservazioni al DPEF 2013, non si può far a meno di notare che in quel documento la Regione dichiara, nonostante il parere contrario della nostra Federazione, di “Agevolare il trasferimento delle competenze in materia di urbanistica alle Provincie”, cosa azzardata visto il quadro normativo incerto che si viene a delineare proprio nel 2013. Nei testi presentati oggi si delinea invece un quadro contrario: di maggiore delega ai comuni. Sotto questo punto di vista, quindi, non si capisce bene che direzione voglia seguire la Regione Veneto”.
“Per quanto riguarda il merito dei tre testi presentati –precisa il Presidente- riteniamo che il migliore sia il n. 270 tenuto conto comunque che i termini amministrativi imposti ai comuni in questo testo sono spesso incongrui rispetto alla reale tempistica di emanazione dei provvedimenti. Inoltre, per i procedimenti posti in essere dai comuni, non viene previsto il meccanismo del silenzio assenso, (che andrebbe comunque valorizzato per garantire maggiormente il cittadino che inoltra delle richieste presso la P.A.), mentre viene preso in considerazione, in alcuni casi, il silenzio diniego.
Altra valutazione va fatta in relazione all’adeguamento della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 alle nuove disposizioni di ordine nazionale e regionale: sembra ormai evidente che debba essere prevista al più presto una profonda rivisitazione di tutta la normativa urbanistica regionale che comporti una “reconductio ad unum” di tutte le integrazioni e modifiche subentrate negli anni. Tutto questo in un ottica di semplificazione amministrativa che la Regione dichiara da sempre di perseguire”.