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Gli effetti della Didattica a Distanza anche nel settore della moda

Bortolotto (Abbigliamento Confartigianato): “Le difficoltà delle famiglie si ripercuotono sulle imprese dove la componente femminile è molto forte”

17 marzo 2021

“Dopo un anno, e un cambio di Governo, pare nulla sia cambiato: di nuovo siamo stati informati all’ultimo istante che la nostra Regione avrebbe cambiato colore. Un atteggiamento da parte delle nostre Istituzioni non più accettabile”. Con queste parole il presidente della Categoria Abbigliamento di Confartigianato Imprese Vicenza, e presidente del gruppo Pelletteria di Confartigianato Imprese Veneto, Luca Bortolotto, accoglie l’entrata in zona “rossa” del Veneto che per la categoria crea non pochi problemi.

“Vorrei stigmatizzare, a nome della categoria, un approccio metodologico che produce per il comparto moda effetti ancor più devastanti in considerazione del fatto che nelle nostre imprese è presente una forte componente femminile. Annunciare il venerdì sera che da lunedì le scuole saranno chiuse e parte la DAD vuol dire creare problemi organizzativi a livello familiare (e di conseguenza aziendale) difficili da risolvere – continua Bortolotto -. Come ci si può attrezzare nei due giorni del fine settimana per gestire i figli in maniera adeguata? Non resta che un’unica soluzione praticabile, almeno nell’immediato: restare a casa. E per le aziende che hanno commesse da consegnare, magari con tempi ristretti, magari dopo mesi di difficoltà, la mancanza di una parte cospicua di personale in produzione diventa fattore discriminante, vuol dire ritardi e penali. Visto che il personale scolastico è, correttamente, in fase di vaccinazione, mi sarei atteso una decisione diversa, almeno per gli asili nido, le scuole materne, elementari e medie, cosa che avrebbe consentito una gestione più agevole dei figli in fascia di età più giovane”.
Il settore della moda è indubbiamente uno di quelli che più ha sofferto le conseguenze della pandemia: di fatto saltato un anno di collezioni e il rischio concreto è che anche nel 2021 la situazione si ripeta. I negozi di abbigliamento e accessori sono rimasti chiusi per lunghi periodi in Italia e all’estero, elemento che, insieme ad altri fattori, ha determinato una considerevole contrazione della domanda.
“Se a questa crisi di mercato aggiungiamo la difficoltà di non poter lavorare a pieno regime quando gli ordini ci sono rischiamo di portare un settore di fondamentale importanza per la filiera del Made in Italy allo stremo – continua il presidente che coglie anche l’occasione per suggerire una maggiore efficacia degli interventi di “compensazione”, magari attraverso la bilateralità.
“A questo punto il danno è fatto – conclude Bortolotto- e come sempre cercheremo di organizzarci contando sulla grande disponibilità delle nostre maestranze che fortunatamente dimostrano un livello di attaccamento all’azienda per cui lavorano encomiabile. Una volta superata l’emergenza, tuttavia, sarà necessario valutare se gli strumenti disponibili, ad esempio in termini di sostegno alla genitorialità, sono adeguati o richiedono un intervento di ottimizzazione”.