INTERVISTA AL PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO VENETO, GIUSEPPE SBALCHIERO, INTERVENUTO ALLA TAVOLA ROTONDA “PANE E BENE COMUNE” IN OCCASIONE DEL FESTIVAL DELLA LETTERATURA RECITATA DI CANDA
Non solo imprese ed economia. Confartigianato Rovigo promuove anche la cultura. Il presidente di Confartigianato Veneto, Giuseppe Sbalchiero, è stato relatore sabato pomeriggio scorso alla tavola rotonda del Festival della letteratura recitata di Canda. Un’occasione per spiegare le motivazioni che hanno portato l’associazione di categoria a investire sulla manifestazione. L’incontro, realizzato con la collaborazione di Confartigianato Rovigo, si è concentrato sul tema “Pane e bene comune” e ha visto protagonisti, oltre a Sbalchiero, il filosofo Cesare Catà, lo storico Adolfo Morganti, il docente universitario Giovanni Ziccardi, il docente dell’accademia di Belle arti Marco Lazzarato e l’assessore alla Cultura provincia di Rovigo Laura Negri.
Presidente Sbalchiero, Confartigianato e Festival della letteratura recitata. Non è un abbinamento atipico?
“Per nulla. Anzi. Io credo che in tutti i libri, dalla Genesi ai più moderni, non ce ne sia uno in cui non si trovi un riferimento all’artigianato”.
Ma perché un’associazione di categoria sostiene una manifestazione culturale?
“Partiamo dalla riflessione: chi siamo? Imprenditori, cittadini, elettori, persone legate al mondo dell’economia, della politica e della cultura. Moltissimi artigiani sono impegnati nel sociale. E’ difficile trovare qualcuno che non abbia interessi extra lavorativi. Perché non guardare, dunque, alla letteratura? Prima di tutto siamo imprenditori di noi stessi e investire sulla cultura è fondamentale per la nostra crescita, in tutti i sensi. Quale presidente regionale ha sotto gli occhi tutte le province.
Rovigo come la vede?
“Rovigo fa indubbiamente parte del Veneto. E’ una provincia con pochi abitanti e ha sofferto molto dal punto di vista imprenditoriale. Se la Valdastico fosse stata completata nei tempi giusti forse le cose sarebbero diverse ora”.
Quale futuro?
“Stiamo attraversando un periodo duro. Ci attende un autunno difficile. Tutti i settori sono in difficoltà. Guardiamo quello edile: non c’è più capacità di spesa. Il famoso Piano casa avrebbe ottenuto ben altri risultati se fosse stato fatto anni fa. Ecco perché un’associazione di categoria come Confartigianato deve guardarsi intorno a 360 gradi”.
Per questo guarda alla cultura e al Festival della letteratura recitata?
“Certo. Dobbiamo avere un’idea precisa della realtà, di quello che ci sta davanti, di quello che vuol dire nuova impresa: guardarsi tutt’intorno è fondamentale”.
Il futuro di Rovigo cozza, però, con la soppressione della Provincia. Che succederà?
“Si parla tanto di taglio degli sprechi e poi però non si vuole mai che si parta da noi. E quello che è successo anche con le Province. Non si perderanno le proprie tradizioni, le proprie specificità. Rovigo non sparirà, ma si proietterà verso il futuro. Siamo troppo campanilisti: questo non vuol dire scomparire. Vuol dire tagliare le spese. Fondamentale dato che le entrate non si possono aumentare più di così”.