Comunità Energetiche: realtà da far conoscere
Perché necessaria ad accedere al consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili e possibile ambito di business per 6mila500 imprese artigiane venete
29 aprile 2021
“Oggi sperimentiamo. Nel senso che affrontiamo un tema molto tecnico guardandolo però come un mattone di una casa in costruzione”. Queste le parole con cui il Direttore Sergio Maset, sabato 24 aprile scorso all’M9-museo del 900 a Mestre, ha aperto i lavori del Webinar sulle Comunità Energetiche organizzato da Confartigianato Imprese Veneto.
E ha proseguito: “le comunità sono il fulcro di questo incontro. Una modalità collaborativa di produzione distribuita di energia ma non solo. Sono parte di una azione più organica, più articolata del cambiamento dell’impatto delle nostre attività sull’ambiente. Un cambiamento che, a differenza di quanto visto in molti decenni, non vuole e non può più basarsi su motivazioni e volontà dei singoli perché, l’obiettivo, è incidere in maniera sostanziale e quindi, si vogliono creare le condizioni perché sia una forma prevalente di produzione e consumo. La politica internazionale aveva già tracciato la rotta nei decenni scorsi dall’accordo di Kyoto del 97 a quello di Parigi del 2015. In questo momento non stiamo discutendo sul se ma stiamo discutendo e dobbiamo costruire un come efficiente efficace ed inclusivo. Il programma dei lavori prevede un percorso che segue un filo rosso che parte dalle nostre imprese che guardano alle Comunità Energetiche come un ambito da servire e, proprio per questo, un ambito e uno spazio anche di business con l’introduzione del Presidente nazionale e regionale della Federazione Impianti, Dario Dalla Costa, per passare ad una riflessione su pilastri su cui si articola anche lo sviluppo urbano sostenibile e ovviamente nel merito delle Comunità Energetiche. Per poi tornare alla politica per un confronto sulla costruzione di soluzioni per una concreta veloce inclusiva azione di transizione ecologica che veda le nostre imprese protagoniste. Dobbiamo evitare effetti di spiazzamento non con difese ma con consapevolezza e con azioni che siano di vera inclusione. Per la Confartigianato Imprese Veneto l’obiettivo è questo far sì che le imprese siano protagoniste dirette di questo percorso”.
Al Webinar sono intervenuti Siro Martin – Presidente Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia, Fabrizio Renzi – Consigliere Delegato M9 District, Dario dalla Costa – Presidente Nazionale Federazione Impianti Confartigianato, Stefano Munarin – Docente Università Iuav di Venezia, Francesco Causone – Docente Politecnico di Milano, Gianni Pietro Girotto – Presidente Commissione Industria Commercio Turismo del Senato, Roberto Marcato – Assessore allo Sviluppo Economico Energia Regione Veneto, Massimiliano De Martin – Assessore Urbanistica Edilizia Privata Ambiente Comune Venezia e Claudia Scarzanella – VicePresidente Confartigianato Imprese Veneto, moderati da Martina Zambon, Giornalista Corriere del Veneto.
Nell’aprire i lavori il Presidente regionale e nazionale degli Installatori Dario Dalla Costa ha detto: “sempre più spesso la sostenibilità la decliniamo in vari modi, sociale, ambientale ed economica. il tema delle comunità energetiche rinnovabili li racchiude tutti oltre all’aspetto tecnologico, la dimensione e l’impatto politico e l’aspetto etico. Oggi un condominio, delle abitazioni, alcune attività economiche, possono diventare “delle isole” di autoproduzione e di autoconsumo di energia prodotta dai propri impianti che sfruttano le fonti energetiche rinnovabili. Questi edifici, che condividono tra di loro questa energia in un ambito di assoluta sostenibilità, è quanto di più concreto noi, come operatori del settore, possiamo realizzare per contribuire ad avere un futuro migliore. Ritengo, che noi impiantisti, siamo, in questo periodo, gli attori protagonisti, siamo il braccio operativo con il compito di migliorare il rapporto uomo/ambiente. Le attuali normative con incentivi, agevolazioni e detrazioni fiscali ci fanno diventare dei professionisti dell’energia a 360°. Oggi, solo noi impiantisti abilitati, sempre al passo con i tempi e aggiornati con le ultime novità, possiamo progettare e installare con professionalità la tecnologia e l’impiantistica che va a supporto delle persone, delle attività economiche e dei servizi, di tutti i settori”.
“A pochi giorni dalla celebrazione della giornata mondiale della Terra, oggi la politica si confronta sul tema della sostenibilità sociale, ambientale, e tecnologica – ha spiegato l’Assessore regionale Marcato –. Parliamo di un tema di assoluta attualità, che necessità però di un’inversione di marcia, ovvero di semplificazione e risorse economiche a sostegno di questa transizione green. A questo proposito, presenterò a breve alla Giunta una proposta di disegno di legge regionale specifico sulle comunità energetiche, grazie alla quale normeremo il tema delle fonti rinnovabili. Ovviamente, a corredo della norma, stanzieremo delle risorse, fondi regionali ma anche europei, auspicando che anche i 150 milioni di euro richiesti per gli interventi legati all’energia rinnovabile, inseriti nel Piano Regionale di Ripresa e Resilienza, trovino adeguato sostegno”.
“La rivoluzione avviata dalle Comunità energetiche e dall’autoconsumo collettivo – ha sottolineato Gianni Pietro Girotto, Presidente della Commissione Industria Commercio Turismo del Senato della Repubblica – è una grande opportunità per le Piccole e Medie Imprese perché ne favorisce la competitività e la produttività, con vantaggi diretti e indiretti. I distretti industriali di cui è ricco il Veneto possono infatti inserirsi nel processo di transizione ecologica in corso e giocare da protagonisti questa partita: oltre a produrre le tecnologie necessarie alla transizione innescata dalle CER, saranno loro stessi a realizzare gli impianti e a goderne di tutti i benefici”.
“Oggi – ha sottolineato nel suo intervento De Martin – sta per fortuna crescendo sempre più la sensibilità per i temi legati al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili, e questa delle “comunità energetiche” è un’opportunità sicuramente da intraprendere con forza e convinzione. La loro attuazione è comunque ancora complessa, sia per espletare l’iter normativo previsto, sia per realizzarle materialmente e renderle operative. I termini attualmente previsti dalla legge in materia, ovvero il giugno del 2022, sono sicuramente troppo brevi: il governo, in primis dovrebbe prevedere una proroga, spostandoli almeno al 2023. Tutto questo non perdendo di vista le altre strade che possono, e devono essere percorse, a cui il Comune di Venezia, crede molto e sta cercando, per quanto gli compete, di favorire: penso, tanto per citarne solo alcune, all’elettrificazione del sistema tramviario, alla realizzazione di distributori per l’idrogeno, alle pareti verticali. al regolamento edilizio che prevede l’abbattimento del 50% degli oneri per gli edifici realizzati in ‘classe A’”.
“Oggi abbiamo acceso un faro sulle Comunità Energetiche -ha affermato Claudia Scarzanella nelle sue conlusioni- Quella della produzione distribuita di energia è un’idea che accompagna Confartigianato sin dai primi anni 2000 e che oggi, grazie anche all’evoluzione tecnologica (come ci hanno fatto vedere), è matura per una discussione più estesa che porti a riflettere: sui cambiamenti che avvengono per effetto di applicazioni e soluzioni orientate a migliorare la qualità dei luoghi in cui viviamo, sull’impatto e sull’efficienza ambientale delle attività che svolgiamo ed infine ma altrettanto importante anche sui risvolti di possibile business per le MPI. Per rendere concrete le Comunità Energetiche come tanti altri interventi di economia circolare, sono necessari comportamenti coerenti in una filiera diffusa. Non possiamo attenderci miglioramenti concreti senza che ci sia un concreto coinvolgimento di tutti gli attori, dai produttori ai consumatori. Se, negli anni passati, è prevalsa l’enfatizzazione delle decisioni etiche e volontarie, adesso serve che la politica crei condizioni strutturali diverse. La transizione ecologica non è un fatto morale è una scelta di sostenibilità”.
Questo richiede interventi su almeno 2 piani:
la semplificazione: rendere semplice l’accesso, l’adozione, l’uso di modalità sostenibili ed efficienti di produzione da fonti rinnovabili
la convenienza: incentivi/risparmi. In particolare per la semplificazione questo significa intervenire su diversi livelli:
• quello delle procedure amministrative necessarie,
• quello dell’accesso ai finanziamenti/leve fiscali;
• sulla massima divulgazione dell’utilità;
• rendere le opportunità semplici da gestire in modo individuale (la domotica può assistere sotto questo aspetto con elettrodomestici intelligenti etc)
• ed infine favorire la neutralità tecnologica (no barriere di accesso ma interoperabilità etc).
“Per capire davvero importanza di questa novità nell’ambito delle piccole e medie imprese bisogna pensare su tre livelli -ha proseguito-. Il primo è come fruitori. Le nostre MPI (con consumi inferiori a 20 MWh all’anno che addensano il 90,1% dei punti di prelievo del mercato non domestico), potrebbero ridurre in parte lo spread che oggi subiscono sul costo dell’energia che con i 29,52 c€/kWh è superiore del 43,6% alla media dell’Unione, il 34,6% in più della media dell’Eurozona. Il secondo riguarda il ruolo di installatori e imprese dell’ICT potenzialmente coinvolte nella progettazione di installazione di questi sistemi -quasi 12mila imprese di cui 6mila 400 artigiane (53,3%) solo in Veneto-. Terzo e forse il più importante è il ruolo che le nostre imprese potranno avere come promotori di uno sviluppo di distretti produttivi. Facendo leva sulla capacità di orientarsi alla risoluzione di problemi, di personalizzare interventi e prodotti su misura dell’utente, di rispondere alle esigenze del progettista e del contesto, le imprese artigiane – in un mercato che accetta la sfida della semplificazione e della convenienza – vogliono contribuire con forza alla sfida della transizione energetica. Parliamo già oggi di 379 aziende venete di cui 112 a carattere artigiano direttamente coinvolte nella filiera produttiva di tecnologie per le energie rinnovabili”.
Nelle conclusioni la Vice Presidente ha ricordato alcune priorità. La prima: bene il recentissimo via libera al Senato della Legge di delegazione europea 2019 – 2020 che contiene la RED II. Tra le modifiche approvate nel testo della Legge, c’è anche lo scorporo diretto della quota di energia condivisa, che semplifica le modalità di contabilizzazione in bolletta a vantaggio dei consumatori che fanno parte di Comunità di energia rinnovabile. Entro fine giugno però il nostro Paese, per evitare infrazioni, dovrà recepire definitivamente la RED II prevedendo, speriamo, alcuni punti fondamentali: premiare i consumi istantanei da fonti rinnovabili; differenziare gli incentivi delle comunità energetiche sulla base delle dimensioni degli impianti e delle fonti oltre a semplificare l’approvazione dei progetti e rendere possibile l’accesso al credito. La seconda è culturale e passa per le scuole e gli Enti Locali. Portiamo, a partire dalle Medie Inferiori nell’ambito delle ore dedicate all’educazione civica, il tema del risparmio energetico e dei metodi di efficientamento come le comunità in modo da costruire i futuri utilizzatori ma soprattutto i futuri tecnici.
“Trovo particolarmente significativa la scelta di M9 come cornice di questo webinar sulle comunità energetiche – ha sottolineato Fabrizio Renzi, consigliere delegato di M9 District – e questo perché l’intero polo M9 si sta proponendo come esempio concreto di rigenerazione e di transizione energetica secondo un modello che l’iniziativa di Confartigianato sta ponendo come nodale nel processo di virtuosa trasformazione del territorio. Il Museo M9 è un’assoluta eccellenza dal punto di vista energetico fin dalla sua genesi. Oggi ci stiamo impegnando per fare in modo che l’eccellenza possa essere ulteriormente affinata, trasformando il tetto del museo, attraverso 995 metri quadri di pannelli fotovoltaici senza impatto visivo, in una foresta virtuale di 15.142 alberi, in perfetta simbiosi con l’installazione “Foresta M9” e con i veri alberi portati al terzo piano del Museo. In questo grande impianto, realizzato da RnB4culture, sta il cuore del progetto M9 impatto zero, capace di generare quasi 6 milioni e mezzo di kWh e in cui tecnologia e innovazione sono al servizio di un presente e di un futuro più a misura d’uomo e di ambiente, così come lo sono le comunità energetiche attraverso una nuova modalità di produrre e consumare energia in chiave sostenibile”.