Opzione donna: cos’è e come andare in pensione
Il Regime Sperimentale Donna o Opzione Donna è l’opportunità riservata alle lavoratrici autonome e dipendenti di andare in pensione prima a condizione di accettare una pensione calcolata interamente con il metodo contributivo.
È un’opportunità rinnovata di anno in anno ed è stata prorogata con la legge di bilancio per il 2020. Ad oggi ci sono proposte affinché possa essere estesa ai prossimi anni.
Le destinatarie sono le lavoratrici autonome e le dipendenti private e pubbliche che abbiano cominciato a lavorare prima del 01/01/1996.
Quali requisiti sono previsti?
L’opzione donna spetta alle lavoratrici autonome con 59 anni d’età (58 anni per le dipendenti) che abbiamo maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020. Dal raggiungimento dell’ultimo requisito (anagrafico o contributivo) si applica la cosiddetta finestra mobile di 18 o 12 mesi al termine della quale inizierà il pagamento della pensione.
Per effetto del calcolo totalmente contributivo le lavoratrici che optano per l’opzione donna, subiscono in genere una riduzione dell’assegno rispetto alle regole del sistema misto.
L’entità della riduzione dipende dalle caratteristiche retributive di ogni lavoratrice e per questo è importante simulare il valore dell’assegno con i due sistemi di calcolo contributivo e misto.
Ci sono limiti per godere del regime sperimentale donna?
Per il raggiungimento dei 35 anni sono utili i contributi a qualsiasi titolo accreditati (obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi) con eccezione dei contributi per malattia e disoccupazione.
Sono ammesse al pensionamento anticipato anche coloro che avendo maturato i requisiti in tempo utile per l’accesso al regime presentino domanda successivamente alla scadenza, si applica quindi il principio della cristallizzazione del diritto a pensione.
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