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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede una “dote” di 87 miliardi per gli investimenti degli enti locali. Da non sprecare.

Il ruolo della “filiera” amministrativa regionale, provinciale e comunale deve far sì che quei denari non vadano “spesi” ma fatti fruttare, a beneficio delle esigenze territoriali. Spiega Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Vicenza: “Abbiamo a disposizione risorse economiche ingenti che non possiamo permetterci di sprecare. Dobbiamo impiegarle dove servono. Il nostro tessuto produttivo è composto almeno al 98% da piccole e micro imprese, che hanno saputo adattarsi ai cambiamenti e ora devono essere messe nelle condizioni di intercettare le risorse stanziate dal Piano. Ciò significa anche evitare privilegi dimensionali o territoriali, intermediazioni opache, e verificare i risultati attesi: fondamentale il ruolo di Regioni, Province e Comuni”.

Il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni quale punto di partenza e stimolo per la crescita del territorio è stato oggetto di un evento on line per capire come meglio intercettare le opportunità offerte dal PNRR partendo da progettualità concrete. Secondo Cavion, “abbiamo l’occasione rara di dimostrare che la nostra infrastruttura pubblica è in grado di porre le condizioni necessarie agli operatori per essere davvero parte attiva di questo cambiamento. Digitalizzazione, sostenibilità e competenze del capitale umano sono i temi del futuro. Va dato un ruolo centrale alle istituzioni locali e regionali, che in molte occasioni si sono distinte per sapere spendere e investire al meglio le risorse a disposizione e perché, come ha ricordato lo stesso premier Draghi, sono loro ad avere massima contezza dei bisogni del territorio, e perciò anche della sua realtà produttiva”.

Livello provinciale

Il concetto è stato ribadito dal presidente della Provincia, e sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, che ha spiegato come, per sfruttare al meglio l’opportunità del PNRR, “il Governo centrale dovrà affidare agli enti locali, Regioni, Province e Comuni, la possibilità di gestire in autonomia le risorse e lo dovrà fare in concreto, per permettere ai soggetti locali di dare risposte al territorio. In questo la Provincia è l’ente di dimensioni adatte per la gestione del Piano e far ripartire finalmente il Paese”.
Sul ruolo delle Province è intervenuto anche il prof. Paolo Feltrin, già docente all’Università di Trieste, ritenendole il soggetto più appropriato per portare avanti progettualità territoriali. “Per intercettare i fondi del Piano – ha spiegato Feltrin – è fondamentale avere idee e progetti che devono necessariamente avere una dimensione sovracomunale. Poi c’è la Regione, il cui ruolo è di coordinatore ma anche di attuatore (così come le Province), oltre che di fare lobby nelle sedi governative e ministeriali per portare a casa i fondi. Quanto sarà brava la Regione Veneto, così come si sarà concretizzato il Piano, lo vedremo nel 2027, quando i 221,5 miliardi di euro saranno stati spesi”.

Livello regionale

In tal senso la Regione, ha illustrato Michel Pelloso, dirigente della Segreteria generale della Programmazione, ha presentato a novembre un proprio Piano, che contiene una articolata progettualità: 155 progetti, raggruppati in 13 macro-progetti, ovvero la base per presentare proposte e idee nel momento in cui il Piano nazionale verrà attuato e stabilite le linee di finanziamento. Le 13 aree di intervento coinvolgono il tessuto produttivo in termini di digitalizzazione, “green”, infrastrutture, sanità, tematiche che permetteranno al Veneto di “traguardare i prossimi anni in maniera importante”, ha concluso Pelloso.
Per raggiungere questi obiettivi la Regione sta lavorando con azioni di lobby nelle sedi opportune, ad esempio la Conferenza Stato-Regioni, proprio perché l’attuazione del Piano avvenga con lo stesso iter del Fondi Europei, in cui le regioni hanno ruolo di programmazione e non solo di attuatori. Allo stato attuale, come già rilevato da Feltrin, tutte le decisioni del PNRR sono prese dai diversi Ministeri, per dare poi affidare la parte attuativa agli enti locali.
“La Regione ha idee, progetti e un programma per il futuro sviluppo del Veneto. Se tutto viene coordinato a livello territoriale, i frutti si potranno vedere– ha commentato Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto-. Serve un deciso cambio di passo rispetto a oggi, valorizzando il ruolo delle Regioni per evitare ciò che in passato ha rallentato l’utilizzo delle risorse. Stiamo perciò lavorando per un reale coinvolgimento del sistema regionale nella programmazione e utilizzo dei fondi, in maniera da dare concrete risposte al sistema produttivo e ai cittadini”.

Digitalizzazione e Transizione Ecologica

Nella seconda parte dell’incontro sono stati approfonditi due temi (altrettante ‘missioni’) del PNRR: la Digitalizzazione (che investe anche la Pubblica Amministrazione) e la transizione ecologica. 

Come ha sottolineato Stefano Micelli, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia,“c’è un indubbio beneficio in termini di competitività per le imprese che investono nel digitale. E la politica ha un ruolo fondamentale per riequilibrare la propensione a investire, anche attraverso incentivi di tipo fiscale. Dall’altro lato, le imprese necessitano di figure professionali di livello adeguato per la transizione 4.0, che consentano loro di aumentare la competitività. Non a caso, nel Piano c’è un enorme strumento di finanziamento degli ITS (Istituti Tecnici Superiori), che sono fondamentali in questo senso”.
Quanto alla Transizione Ecologica, Carlo Terrabujo, consulente di Confartigianato Imprese Vicenza, ha illustrato le azioni che l’associazione (alla voce “èimpresasostenibile”) sta mettendo in campo in un’ottica di creazione di catene di valore sul tema. Tra queste, la gestione dei rifiuti e l’Economia Circolare: fondamentali – ha detto Stefania Tesser, dirigente ARPAV – per una transizione “fortemente legata alla possibile autosufficienza dalle materie prime vergini, basandosi proprio sul riciclo delle materie prime come ad esempio i metalli”. 

SCORRI LE SLIDE DEI PROTAGONISTI DELL’INCONTRO

STEFANO MICELLI
MICHELE PELLOSO
STEFANIA TESSER
CARLO TERRABUJO
PAOLO FELTRIN