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SPIRAGLI IN EUROPA PER UNA BATTAGLIA STORICA DI CONFARTIGIANATO MODA

Riparte il braccio di ferro sul made in

Riparte il braccio di ferro sul made in. E l’Italia del manifatturiero, ringrazia. Ieri a Strasburgo la plenaria del Parlamento europeo ha messo in croce il Commissario per il commercio, il controverso liberale belga Karel De Gucht (sotto inchiesta nel suo paese per frode fiscale) che il 24 ottobre scorso, dopo due anni di inerzia, ha deciso di ritirare la proposta di direttiva che nell’ottobre 2010 era stata approvata quasi all’unanimità dallo stesso Parlamento. Il testo di legge europea sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine di una serie di merci prodotte nei paesi extra-Ue faceva paura a Germania e Svezia. Il Commissario belga non ha inteso ragione ed ha confermato l’intenzione di voler ritirare il testo. L’Eurocamera ha reagito approvando a larghissima maggioranza una risoluzione che «deplora» la scelta della Commissione. Una novità importante che, oltre ad aprire un spiraglio di speranza, rende ancora più interessante il Seminario di aggiornamento sulle problematiche legate all’etichettatura di origine dei prodotti, sia a livello nazionale che comunitario, con uno specifico approfondimento per il settore tessile/abbigliamento, programmato da Rete Imprese Italia per i primi di febbraio a Roma. Ci si augura che dall’appuntamento possano arrivare notizie importanti sia per i 300 milioni di consumatori europei che per il settore manifatturiero della UE e di quello italiano in particolare, che risulta sempre più esposto alla concorrenza sleale di produttori che continueranno a importare merci prive dell’indicazione d’origine, e spesso facendole passare per produzioni italiane.