VENETO CONGIUNTURA: INDUSTRIA, LA CADUTA SI ATTENUA MA NON SI ARRESTA: -3,4% SUL 2011 E -1,5% CONGIUNTURALE
Stabili le previsioni degli imprenditori per i prossimi mesi, l’export unico appiglio (+0,6%)
Nel quarto trimestre 2012, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha mantenuto una tendenza negativa con un calo del -3,4% rispetto allo stesso periodo del 2011, sebbene meno marcata di quella del trimestre precedente (-4,9%), mentre la variazione congiunturale destagionalizzata è stata del -1,5%. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto, con la collaborazione di Confartigianato del Veneto, è stata effettuata su un campione di quasi 2.900 imprese con almeno 2 addetti.
«La fioca luce intravista nei mesi estivi non trova effettiva continuità nei dati di fine anno. Nel quarto trimestre 2012, a fronte di un miglioramento su base tendenziale, si assiste a un lieve peggioramento rispetto al trimestre precedente, col dato destagionalizzato che passa dal -1,1% al -1,5%. I dati sono più negativi di quelli che ci aspettavamo, ma c’é una situazione di crescente stabilizzazione dell’attività economica e tiepidi segnali di fiducia, come testimoniano le previsioni degli imprenditori. Permane il clima d’incertezza, che tuttavia non sfocia in ulteriore pessimismo. Anzi, sul fronte delle esportazioni si intravede qualche segnale positivo, con la domanda estera che è l’unica a dare speranza – sottolinea Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto –. Ci lasciamo alle spalle un anno orribile che avrebbe dovuto portare segnali di ripresa e invece si è confermato critico. Considerata la difficile congiuntura internazionale, il punto di svolta si sposta inevitabilmente in avanti e non sarà nemmeno quest’anno visto che la dinamica del Pil regionale, ben che vada, dovrebbe attestarsi qualche decimale sotto lo zero. L’incertezza sull’esito dell’imminente appuntamento elettorale contribuisce inoltre a porsi degli interrogativi, anche se gli imprenditori conoscono bene le risposte che vogliono dal prossimo Governo: riduzione della pressione fiscale, agevolazioni nell’accesso al credito, riduzione dei costi delle imprese, a cominciare dal cuneo fiscale, pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, sburocratizzazione, investimenti in infrastrutture, far ripartire i consumi interni. Oggi più che mai è il momento di sostenere concretamente le imprese e riportare fiducia nelle famiglie».
Produzione: Sotto il profilo settoriale l’andamento negativo della produzione continua a interessare principalmente le microimprese (2-9 addetti) con un calo del -7,9%. A seguire le grandi (250 addetti e più) e le piccole (10-49 addetti) rispettivamente con una flessione del -4,5% e del -3,5%. La performance migliore si registra per le media imprese (50-249 dipendenti) con una variazione del -1,9%. La dinamica negativa riguarda soprattutto le imprese che hanno realizzato beni d’investimento (-4,5%), seguite dalle imprese che producono beni di consumo (-3,3%) e intermedi (-3%). Per quanto riguarda i settori le diminuzioni più marcate sono state rilevate per i comparti del legno e mobile (-6,7%), del marmo, vetro e ceramica (-6,4%), e dei mezzi di trasporto (-6,1%). La contrazione meno marcata si conferma l’alimentare, bevande e tabacco (-1,5%).
Fatturato: Continua la flessione del fatturato su base annua (-3,3%), sebbene meno marcata rispetto al trimestre precedente) con una variazione in leggero miglioramento grazie all’andamento del fatturato estero che ha segnato un valore positivo. La peggior performance è ascrivibile alle micro (-6,4%) e grandi imprese (-5,4%), seguono le piccole (-3,5%) e medie (-1,9%). Sotto il profilo settoriale spicca la variazione negativa del legno e mobile (-7,7%) e dei mezzi di trasporto (-6,2%). Andamenti migliori per gomma e plastica (-1,4%) e alimentare, bevande e tabacco (-1,8%). La variazione negativa è determinata dalla continua caduta del fatturato interno (-5,2%) dovuta in primis ai settori dei mezzi di trasporto (-10,6%), del legno, mobile (-8,8%) e del marmo, vetro e ceramica (-8,6%). La variazione positiva del fatturato estero (+0,6%) è ascrivibile in primis alle medie e piccole imprese (+1,7% e +1%), con quasi tutti i settori che evidenziano segno più. Spiccano le variazioni dei comparti del marmo, vetro e ceramica (+3,3%), dei metalli e prodotti in metallo (+2,9%), alimentare (+2,1%), tessile e abbigliamento (+1,8%). Negative invece le variazioni per legno e mobile (-2,8%) e mezzi di trasporto (-2,7%).
Ordinativi: Gli ordinativi hanno segnato un calo del -3,2% su base annua (-7,5% le microimprese). La performance peggiore nel comparto del legno e mobile (-7,9%), del marmo, vetro e ceramica (-6,9%). Torna positiva la tendenza degli ordinativi dal mercato estero (+0,6%), determinata dalle imprese di maggiori dimensioni (+0,6%). Il settore con la performance migliore è quello dei metalli e prodotti in metallo (+2,7%), mentre particolarmente negativo è l’andamento dei mezzi di trasporto (-4,5%). Continua la tendenza negativa per gli ordinativi dal mercato interno (-5%) imputabile in primis alle micro imprese (-7,7%). I settori più colpiti sono marmo, vetro e ceramica (-9,7%), legno e mobile (-9,2%).
Occupazione: L’occupazione è segnata da una flessione del -1,3% su base annua (-0,6% nel trimestre precedente), che interessa principalmente le micro imprese (-2%). Sotto il profilo settoriale il calo maggiore è stato registrato nel comparto dei mezzi di trasporto (- 5%), del legno e mobile (-3,3%). L’unico settore a evidenziare una dinamica lievemente positiva è quello alimentare, bevande e tabacco (+0,3%).
Previsioni: Sostanzialmente stabili le previsioni degli imprenditori per i prossimi tre mesi con un saldo pari a -32,8 punti percentuali (-29,8 p.p. nel trimestre precedente) per la produzione. Scende la fiducia per l’indicatore del fatturato (-32,3 p.p. contro il -28,8 p.p. del trimestre precedente) e degli ordini dal mercato interno (-36,4 p.p. contro il -35,7 p.p. precedente), mentre migliorano le attese sull’andamento degli ordini esteri con un saldo pari a -6,9 p.p. contro il -12,3 p.p. precedente. Stabile il saldo riguardante i livelli occupazionali (-15,1 p.p., -15,6 p.p. precedente).