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Caro gasolio. Dichiarato il fermo del settore dal 4 aprile ma continuano le trattative

Una delegazione di Confartigianato Imprese Vicenza ricevuta dal Prefetto

Comunicato 42 – 17 marzo 2022

Nella tarda serata di ieri UNATRAS, organismo che raggruppa 10 sigle di rappresentanza dell’autotrasporto di cui Confartigianato Trasporti detiene la presidenza, ha dichiarato il fermo nazionale del settore a partire dal 4 aprile prossimo.

La motivazione di questa dichiarazione deriva dal fatto che UNATRAS ritiene insoddisfacenti le risposte che nel pomeriggio di ieri il viceministro dei Trasporti, Teresa Bellanova, ha fornito in occasione del confronto con le associazioni di categoria. 

Se sulla regolamentazione del settore si sta definendo un protocollo d’intesa in merito alle misure di contenimento del caro gasolio, da parte del Ministero non c’è stata alcuna proposta concreta.

Vista la dichiarazione di fermo avanzata da UNATRAS, la senatrice Bellanova ha riconvocato d’urgenza un incontro per stamane con le stesse associazioni, di cui al momento non si conosce ancora l’esito.

Nel frattempo, a livello locale, dopo aver scritto nei giorni scorsi a tutti i parlamentari vicentini chiedendo loro il sostegno all’emendamento presentato al DL energia riguardante il trasporto merci e persone, stamane una delegazione di Confartigianato Vicenza, guidata dal presidente provinciale Gianluca Cavion e composta dal presidente provinciale della categoria Trasporto Merci Igor Sartori, dalla componente della consulta del settore Franca Quaglia e dal funzionario di Confartigianato Maurizio Petris, ha incontrato il Prefetto Pietro Signoriello, chiedendo lo stesso sostegno. 

“Il Prefetto ha ascoltato con attenzione il grido di allarme sulla grande difficoltà delle imprese di autotrasporto di tutta Italia – dice il presidente dei trasportatori vicentini Sartori – e quindi anche delle circa 900 aziende vicentine rappresentate da Confartigianato, già provate da un periodo di pandemia che non le ha viste fermarsi mai, fornendo un servizio fondamentale a tutto il Paese in condizioni di grande difficoltà e rischio, aggravate da un aumento del costo del carburante, al limite della speculazione, che sta mettendo ora in ginocchio la stragrande maggioranza delle aziende. Il Prefetto si è reso disponibile a rappresentare le istanze della categoria al Governo”.

Ciò che non convince Confartigianato, nell’ipotesi di riduzione del prezzo del gasolio di soli 15 centesimi di euro come paventato, è la differenza eccessiva rispetto a quanto proposto nell’emendamento presentato al governo dalle Associazioni di categoria, che indica una diminuzione del 30% del costo industriale. Ovvero, con il gasolio ormai schizzato a 2.154,63 euro per 1.000 litri (ultima rilevazione ufficiale del MiSE del 14 marzo, sulla media settimanale dei prezzi, dal 7 al 13 marzo), la diminuzione ammonterebbe a 150 euro, contro i 345 proposti. Praticamente la metà.

“Tutto questo si somma alle molte altre questioni che affliggono da tempo il settore e non hanno finora trovato alcuna soluzione – conclude Sartori – come la carenza di reperire autisti, il non rispetto dei tempi di pagamento dei committenti fissato per legge in massimo 60 giorni ma che va ben oltre, la mancata efficace regolamentazione delle soste e delle attese al carico il cui riconoscimento economico viene spesso disatteso e, più che mai attuale, il mancato adeguamento del costo del servizio di trasporto con il costo del gasolio per rincari di oltre il 2% già previsto per il contratto scritto e di cui si chiede diventi obbligatorio anche per i contratti verbali che rappresentano la maggioranza”.