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Il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, interviene sul cosiddetto “Decreto Ucraina”

Apprezzati l’impegno e gli interventi, per altro sollecitati da Confartigianato. “Ma per rimettere in moto l’economia servono anche incentivi”.

Comunicato n. 45 – 23 marzo 2022

Il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, apprezza l’impegno e gli interventi, per altro sollecitati da Confartigianato, del cosiddetto Decreto Ucraina varato dal Governo perché “il connubio costi materie prime e caro energia rischiava di mettere in ginocchio molte imprese, che si stavano risollevando dopo la pandemia, incidendo non solo sugli ordinativi già fatti. C’è da considerare infatti che anche i consumatori, a fronte di bollette più care e incertezza del mercato, mostrano maggior cautela nel programmare le proprie spese. Ben vengano quindi misure che possono offrire liquidità alle aziende o per lo meno ridurre l’impatto della situazione geopolitica. Si tratterà ora di rendere concreti questi interventi evitando la solita burocrazia; per questo avevamo chiesto di prevedere direttamente in bolletta il credito d’imposta extra costi energia e tarare l’ISA (che sostituisce gli studi di settore) tenendo conto delle spese per l’energia affrontate dalle imprese”.

“Ma per rimettere in moto l’economia servono anche incentivi – continua Cavion -. La dipendenza da altri paesi in tema di energia deve far accelerare la transizione ecologica con strumenti, legislativi ed economici, che la favoriscano. In questo contesto si colloca  il Superbonus nella sua duplice valenza di rilancio del settore edilizio, e della connessa filiera casa, e di riqualificazione energetica degli edifici. Ci sono poi gli investimenti in beni durevoli ‘ordinari’ che hanno permesso a molte aziende di innovare il proprio ciclo di produzione.  Una misura che, in scadenza quest’anno, merita una proroga”. 

Conclude il presidente: “Per sostenere le imprese, e con esse occupazione e benessere del Paese, accanto a interventi contingenti serve una visione a lungo termine e soprattutto che i passaggi burocratici siano ridotti al minimo. Questi due anni ci hanno insegnato che la situazione può mutare nel giro di pochi giorni; la reattività quindi del legislatore (le imprese hanno già ben mostrato la loro) deve essere altrettanto veloce facendo attenzione a intervenire sul motore dell’economia e non sprecando risorse con misure tanto ‘popolari’ quanto fini a se stesse”.