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ALIMENTAZIONE

La norma sui pagamenti nelle transazioni commerciali di prodotti alimentari freschi e lavorati è stata abrogata… anzi no. Bissoli: “Situazione grottesca la mano destra non sa cosa fa la sinistra”

“Una situazione grottesca, che sinceramente troviamo incredibile”. Andrea Bissoli, Presidente di Confartigianato Verona, commenta così, tra stupore, amarezza e vera e propria rabbia, la bagarre sorta nelle ultime ora dal disaccordo interpretativo tra Ministero delle politiche agricole e Ministero dello sviluppo economico sulla validità o meno del terzo comma dell’articolo 62 del Decreto legge 1/2012, che definisce i tempi di pagamento per i prodotti alimentari freschi e trasformati. “Appena un paio di giorni fa – spiega Bissoli – l’ufficio legislativo del Ministero dello sviluppo economico aveva comunicato che, in applicazione del generale criterio della successione delle leggi nel tempo e del criterio di prevalenza del diritto europeo su norme nazionali incompatibili, la disciplina in materia di ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali afferenti alla cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, dovesse considerarsi tacitamente abrogata da quella successiva più generale, di derivazione europea, introdotta dal decreto legislativo n. 192 del 2012 di attuazione della direttiva 2011/7/UE in materia di ritardi di pagamento in tutte le transazioni commerciali”. Ieri, invece, il Ministero delle politiche agricole, con una nota dell’ufficio legislativo, ha spiegato le ragioni per le quali il provvedimento è da considerarsi invece “vitale e in vigore”. “E’ assurdo – tuona il presidente di Confartigianato Verona -: la mano destra non sa cosa fa la sinistra. Vengono prese decisioni, forniti pareri ed emanate interpretazioni, senza una posizione univoca e probabilmente senza un confronto tra soggetti istituzionali facenti parte dello stesso Governo. E’ così complicato essere chiari e precisi, evitando così disagi e incertezze per i cittadini?”. Secondo gli esperti del Ministro Catania, la norma “dedicata” al mondo dell’agroalimentare per la definizione dei tempi di pagamento, si pone in “un rapporto di evidente specialità” rispetto alla previsione di carattere generale della normativa europea. “La disposizione contenuta dell’articolo 62 del D.L. n.1/2012 non può ritenersi abrogata dalla successiva normativa di carattere generale di cui al D.Lgs 192/2012” si legge nella nota ministeriale, che chiarisce come “lo stesso legislatore comunitario nella Direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 febbraio faccia salva la possibilità che il legislatore interno mantenga o adotti disposizioni di maggior favore per i creditori. In particolare l’articolo 12 (comma 3) della Direttiva europea in questione prevede che gli stati membri possono mantenere in vigore o adottare disposizioni più favorevoli al creditore di quelle necessarie per conformarsi alla presente Direttiva”. “Speriamo solo che – conclude il Presidente di Confartigianato Alimentazione Verona, Franco Dalla Valentina – con quest’ultima comunicazione sia scritta la parola fine ad una vicenda assurda. Non è né il caso né il momento di creare confusione e costringere imprese e cittadini a rincorrere interpretazioni discordanti. Di fronte ad un simile rimpallo tra Ministeri, chiediamo l’intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri affinché sia fatta chiarezza”.