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Corre l’inflazione anche a Vicenza: a gennaio +5,4%, a febbraio +6,1 (media nazionale del 5,7%). E i dati provvisori di marzo stimano un ulteriore +7,5%

Cavion: “Si deve cambiare rotta. Servono interventi con modi e tempi certi. Magari investendo l’extra gettito dell’IVA dovuto all’aumento proprio dei prezzi”.

13 aprile 2022

“Dal caro bollette al caro vita il salto è presto fatto. Se il consumatore ha subìto il primo impatto con costi dell’energia, ora si sta accorgendo che a fronte di più denari spesi la borsa della spesa è sempre meno consistente”.

”È il risultato del periodo di stop per pandemia, aumento delle materie prime e, appunto dell’energia, cui si somma ora il conflitto in Ucraina e un clima di incertezza che appesantisce il tutto”, commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion in merito ai dati sull’inflazione elaborati dall’Ufficio Studi dell’Associazione a partire da quelli dell’ISTAT tra febbraio 2021 e febbraio 2022.

IL RAPPORTO CONFARTIGIANATO

Il rapporto Confartigianato ha esaminato il trend di ben 10 gruppi di prodotti e servizi, per oltre 230 prodotti. In particolare le tendenze dei prezzi di 92 prodotti e servizi in mercati con una significativa presenza di imprese artigiane, di cui 29 sono riferiti a prodotti alimentari e bevande e 17 a servizi a maggiore vocazione artigiana. Il report, inoltre ha verificato le tendenze dei prezzi alla produzione manifatturiera e del costo di costruzione e dei prezzi dei servizi.
In Veneto i dati passano dallo 0,3% di febbraio 2021 al 6% dello stesso mese di quest’anno (quarta posizione in tutta Italia per il maggior incremento netto su base annua pari al 5,7%), dato che non si registrava dal luglio del 1991. A livello provinciale, a Vicenza in febbraio 2022 il tasso di inflazione è pari a +6,1% (+5,7% del nazionale), e in accelerazione considerato che a dicembre 2021 era +4,4% e a gennaio 2022 arriva a +5,4%. In prima posizione le voci relative ad Abitazione, acqua, elettricità, gas e carburante che hanno registrato una impennata dei prezzi del 29% in un anno (+27,4% dato nazionale). In seconda posizione i trasporti, cresciuti del 9,2% (dato nazionale +9%). Terza posizione per gli alimentari, cresciuti del 5,3% (dato nazionale +5,7%). Quarta posizione per i Mobili e articoli per la casa i cui prezzi a febbraio crescono del 3,5% (dato nazionale +3%) rispetto ad un anno fa. Al contrario, una decrescita si registra per Comunicazioni con -3,4% per Bevande alcool e tabacchi con -0,5% (dati nazionale +0,2%). E non è finita perché, dicono i dati dell’Ufficio Studi, i dati provvisori di marzo mostrano un ulteriore intensificarsi dell’inflazione nel vicentino con il tasso che sale a +7,5% (dato nazionale +6,7%).

“I NUMERI PARLANO CHIARO”

“I numeri purtroppo parlano chiaro: per cittadini e imprese far tornare i conti risulta sempre più difficile. A fronte di minor propensione alla spesa delle persone, a costi di produzione sempre più ‘imprevedibili’, molte aziende saranno costrette a ridurre l’attività, qualcuno definitivamente- aggiunge Cavion-. Non si può più lavorare in costante ‘emergenza’ perché ci sono situazioni non prevedibili ma altre intuibili e risolvibili. Se la pandemia è del primo gruppo, i costi dell’energia fanno parte della seconda tipologia. Ricordo infatti che i prezzi energetici a febbraio di quest’anno hanno subìto un incremento del 26,8% rispetto allo stesso mese dell’anno appena concluso”.
“La dipendenza del nostro Paese da fornitori altri di energia deve trovare una soluzione e nel frattempo si deve permettere alle imprese, quelle artigiane di piccole e medie dimensioni, di lavorare in serenità – prosegue il presidente-. Molte di quelle realtà, infatti stanno operando quasi senza margini perché non vogliono, o non possono pena perdere fette di mercato, trasferire i maggiori costi sul cliente. Ma questa situazione non può protrarsi a lungo servono interventi certi nei tempi e nei modi per uscirne, magari investendo quell’extra gettito dell’IVA effetto di alcuni prezzi in crescita sui beni di consumo. Di sicuro il perdurare di un sentimento di incertezza e di preoccupazione non aiuta la fiducia di imprese e cittadini né la ripresa post pandemia”.