A fronte dell’aumento a tre cifre dell’energia e a due per le materie prime, i prodotti di pasticceria segnano una crescita del 3,7%.
Olivieri: “Un altro sacrificio per le nostre imprese, ma in questo momento ai consumatori serve un po’ di serenità”.
Comunicato 59 – 15 aprile 2022
Nelle tavole dei vicentini a Pasqua non mancheranno, a festeggiare anche la prima ricorrenza post emergenza, i dolci tipici della festa. A garantirlo sono le 482 imprese artigiane vicentine della pasticceria e del settore dolciario (pari all’72,3% del totale aziende del comparto) con 2.300 addetti (su un totale del settore in provincia di 3.268 unità) che ammortizzano in modo contenuto sul costo finale dei prodotti la pressione dei prezzi delle materie prime e la maggiore spinta sui costi dell’energia cui devono far fronte. Mentre, infatti, le farine (indice dei prezzi al consumo aumentato del 10% da marzo 21 a marzo 22), lo zucchero (+5,6%), il burro (+17,4%), l’olio di semi (+19%) e altre materie hanno registrato – insieme a gas (+350%) e energia (+200%) – variazioni verso l’alto a due cifre, il prodotto finito del comparto non supera il 3,7%.
Spiega Oliviero Olivieri presidente della Categoria Pasticceri e Gelatieri di Confartigianato Vicenza: “Dopo due anni di pandemia e un generale clima di incertezza, un momento di dolcezza può stemperare le preoccupazioni. Anche per questo il nostro settore ha voluto fare un altro sacrificio non aumentando e contenendo al massimo i prezzi dei prodotti proporzionalmente a quelli delle materie prime utilizzate. Il consumatore poi è cambiato rispetto al passato: soppesa le varie opzioni prima di procedere all’acquisto, spesso acquista ‘all’ultimo minuto’ e, soprattutto, è molto più attento agli ingredienti e ai processi di produzione. In questo senso un prodotto artigianale risponde meglio alle esigenze del cliente, che può anche avere prodotti ‘su misura’ in caso di gusti particolari o problematiche legate alla salute”.
Tornando all’indice dei prezzi degli “altri prodotti di panetteria e pasticceria” – la voce che comprende i prodotti di pasticceria freschi – a febbraio 2022 l’Italia segnava un aumento dei prezzi che si fermava al 2,5%, in linea con la dinamica dei prezzi no energy (+2,3%). Questi i dati elaboratori dell’Ufficio Studi di Confartigianato da cui emerge anche una buona notizia: la crescita italiana dei prezzi è più moderata rispetto al +3,5% dell’Eurozona e del +4% dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto altri 23 paesi dell’Unione europea a 27, e in particolare rispetto al +7,5% della Spagna e del +4,2% della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%), anche grazie al minore aumento dei prezzi dell’energia elettrica.
“Ricordo poi che le nostre aziende hanno anche quote importanti in termini di esportazioni. Per i dolci da ricorrenza, che all’estero sono una apprezzata espressione enograstronomica deI made in Italy, di cui siamo leader in Europa, il Veneto la fa da padrone – prosegue Olivieri-. Nel 2021 il Veneto ha infatti esportato nel mondo quasi 800 milioni di euro (di cui 73milioni per Vicenza) di prodotti da forno (+5,2% rispetto al 2020). Si tratterà ora di capire quanto la situazione in Ucraina si rifletterà anche su questi numeri, fatto salvo che il peso dei mercati Russi e Ucraini per il nostro settore è dell’1,1%”.