GAS SERRA E IMPIANTI PER RINNOVABILI
Pellegrin Impiantisti: “Non ci accontentiamo del dovuto (la proroga per iscriversi al registro Gas serra).
Adesso il Ministero deve intervenire sull’obbligo formativo per impianti rinnovabili”.
La Proroga fino all’11 giugno per gli installatori di impianti e gli autoriparatori, tenuti a iscriversi al registro telematico dei gas fluorurati, (quelli che provocano l’effetto serra), è un risultato positivo ma niente di più che un atto dovuto. Il Ministero deve adesso impegnarsi per evitare che migliaia di imprenditori, e loro dipendenti, debbano “tornare sui banche di scuola” per un obbligo formativo assurdo!” Questa la posizione ferma di Maurizio Pellegrin, Presidente della federazione Impianti di Confartigianato Imprese Veneto.
L’estensione di 60 giorni, prevista dal Decreto Direttoriale del Ministero dell’Ambiente, che consentirà agli imprenditori che installano, riparano e fanno la manutenzione di apparecchiature contenenti gas serra (pompe di calore, gruppi frigoriferi, condizionatori d’aria, lavatrici industriali, climatizzatori in abitazioni e su auto) di iscriversi al Registro nazionale dei gas fluorurati e ottenere il certificato o l’attestato che li abilita ad operare, come previsto dal Dpr 43/2012, sana una situazione che rischiava di mettere “fuori legge” 20.000 installatori di impianti e autoriparatori artigiani del Veneto (oltre 200.000 in tutta Italia). Lo stesso Ministero ha dovuto ammettere che le CCIAA d’Italia (che gestiscono la registrazione e il rilascio dei certificati), non sarebbero mai state in grado di smaltire l’enorme mole di richieste di iscrizione nei 60 giorni di tempo previsti.
“Resta invece aperta –denuncia Pellegrin- la partita della scorretta interpretazione del decreto 28/2011 in merito alla formazione degli addetti che realizzano impianti a energia rinnovabile: fotovoltaica, biomasse, solare termico, ecc.. Il Ministero dello Sviluppo economico, applicando in modo restrittivo le disposizioni, pretenderebbe che, a prescindere da quanti anni sono in attività, tutti i responsabili tecnici o titolari delle imprese di istallazione di impianti, privi di un diploma, laurea o qualifica, siano soggetti all’obbligo formativo”.
“E’ una scemenza! –conclude Pellegrin- che rischia di estromettere dal mercato almeno il 25% delle 12.700 imprese artigiane operanti in Veneto (e con loro 5mila dipendenti). La salvaguardia del pregresso è una prassi consolidata in tutte le nome di settore. A maggior ragione in questo caso in cui decine di migliaia di impiantisti affermati ed esperti con alle spalle anni di impianti realizzati a regola d’arte rischiano di non essere più considerati idonei o adeguatamente formati. Si sta creando una situazione insostenibile. E’ impensabile che abbandoniamo i cantieri, in un momento di crisi come quello attuale per giunta, per tornare a scuola e frequentare dei corsi che possono arrivare fino a 80 ore. Rischiamo persino di non poter cogliere le opportunità derivanti dalle ultime agevolazioni concesse dal conto energia dopo aver svolto, come categoria, un’opera importante di promozione presso i nostri clienti”.