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DECRETO DEBITI P.A. ZAIA: “ABBIAMO A CHE FARE CON UNO STATO CHE OPERA COME UNA BANCA. PAGHIAMO I FORNITORI DELLA SANITÀ A 429 GIORNI MA ABBIAMO 1,3 MILIARDI NOSTRI BLOCCATI DAL PATTO DI STABILITÀ”

“Stiamo analizzando al microscopio il decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione per capire quanto ci costa e se ci conviene farci prestare i soldi. Una cosa è certa: lo Stato italiano si rapporta con le Regioni e gli Enti Locali come se fosse una banca, guardando principalmente ai suoi interessi. Poco importa a Roma se questi rappresentano una spesa in più per le amministrazioni periferiche. La Giunta oggi mi ha autorizzato a trattare, ma lo farò con il microscopio”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, riferendosi al possibile prestito di 1,4 miliardi, rimborsabile a un tasso fisso del 2,5%, che il Governo ha concesso alla Regione per il pagamento dei debiti del sistema sanitario regionale. “Siamo in una situazione a dir poco singolare – aggiunge Zaia . Lo Stato ci blocca 1 miliardo e 300 milioni di euro che sono della Regione e di tutti i veneti con il Patto di Stabilità e poi ci dice che possiamo utilizzare un miliardo e 400 milioni, ma pagandoci sopra gli interessi. Grazie a certe angherie nazionali – ha aggiunto Zaia – le nostre Ullss ad esempio pagano i fornitori a 429 giorni di media, che sarebbero praticamente azzerabili se potessimo usare il nostro miliardo e 300 mila euro bloccato dal Patto di stabilità. Ora ci prospettano questo miliardo e 400, ma con gli interessi comportandosi come una banca. Vedremo cosa ci costa e, se ci converrà, porteremo a casa tutto il necessario, perché pagare i nostri fornitori è una necessità e una priorità”. “Una soluzione c’è – ha concluso Zaia – ed è lo sblocco del Patto di Stabilità, con il quale non avremmo bisogno di chiedere soldi a nessuno, tanto meno allo Stato e tanto meno pagando degli interessi. Si sblocchi il Patto di stabilità per le Regioni con i conti in ordine come il Veneto e lo si lasci a quelle che continuano a sprecare”.