Nuovo Codice della crisi: uno strumento utile per il risanamento
Cavion (Confartigianato): “Anche le micro e piccole realtà produttive possono così meglio programmare l’attività ed evitare chiusure”. In vigore dal 15 luglio
12 luglio 2022
Dopo due anni di gestazione, dal 15 luglio entra in vigore il nuovo Codice della Crisi. Si tratta una serie di norme che hanno come obiettivo quello di consentire alle imprese temporaneamente in situazioni di stress finanziario ed economico, ma sane, di captare in via preventiva i segnali di crisi e agire per risanarsi, senza incappare in procedure concorsuali.
MOLTEPLICI VANTAGGI
Il tutto con molteplici vantaggi, soprattutto in un momento come questo: salvaguardare le aziende, quindi le loro competenze ed eccellenze, e di riflesso maestranze e lavoratori; permettere di raggiungere performance migliori, sapendo programmare e analizzare punti deboli e punti forti; favorire il dialogo con il mondo del credito, con il quale le imprese artigianali talvolta trovano difficoltà; favorire il consolidamento e la crescita generale dell’economia del territorio.
GIUDIZIO NEL COMPLESSO POSITIVO
“Nel complesso il giudizio sulla norma è positivo – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion- perché anche nelle micro e piccole imprese favorisce l’acquisizione della consapevolezza della propria situazione, dei propri mezzi e delle misure da mettere in atto per la sopravvivenza dell’attività e della sua continuità e della sua crescita. Non che fino ad oggi gli artigiani non abbiano fatto le loro valutazioni e i loro ‘conti’, ma oggi, con questo nuovo Codice, si permette loro di avere strumenti adeguati, elementi obiettivi e la possibilità di avvalersi di esperti in merito. La norma, in sostanza, dovrebbe aiutare le imprese meritevoli a non incappare in insolvenza irreversibile e quindi in procedure concorsuali che portano alla chiusura dell’attività, ma a governarsi in modo ancora più consapevole ed efficace”.
NEL DETTAGLIO
Nel dettaglio un ruolo fondamentale nel rilevare situazioni di crisi lo hanno i cosiddetti “assetti organizzativi”, che devono essere adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa e devono essere in grado di far emergere tempestivamente e con anticipo eventuali segnali di criticità. Gli assetti organizzativi, sull’obbligato di dei quali aveva già stabilito una legge in vigore dal 2019, si ricorda che sono di due tipi: struttura organizzativa e struttura amministrativa e contabile. Non solo, vengono anche individuati degli indicatori di allerta che fanno emergere tempestivamente, e preventivamente, eventuali squilibri di tipo reddituale, patrimoniale, finanziario.
LA VERA NOVITÀ
Confartigianato precisa che sotto questo aspetto la vera novità, considerato che già ora con le attuali tecniche di controllo di gestione e analisi di bilancio quei segnali si possono intercettare, è l’analisi prospettica che permette di leggere la situazione in un’ottica di previsione e prevenzione.
STIMOLO PER LE IMPRESE
“L’importanza del nuovo Codice va letto nello stimolo per le imprese di una adeguata, e quanto mai importante, organizzazione interna che consenta loro di pianificare le azioni e il fare quotidiano anziché navigare a vista, come questo momento di forte incertezza potrebbe suggerire”, prosegue Cavion che ricorda come anche in questo caso Confartigianato affiancherà le imprese con adeguati servizi e altrettante adeguate soluzioni operative. Gli uffici dell’Area Gestione d’Impresa, infatti, sono a disposizione per consulenza civilistica e fiscale, consulenza aziendalistica, controllo di gestione con analisi economico-finanziaria di bilancio per indici e dei costi, budgeting, business plan, valutazione e assistenza nella definizione degli adeguati assetti organizzativi.
“Su un aspetto però andrà fatta chiarezza: molte imprese attendono ancora i pagamenti da privati, a volte anch’essi in difficoltà, o addirittura dalle Pubbliche Amministrazioni, altre hanno crediti fiscali legati a sconti in fattura non rilevati, il che si traduce crisi di liquidità. Si potrebbe quindi registrare un paradosso: non riuscire a pagare fornitori e dipendenti seppur in presenza di crediti da terzi. Situazioni da tenere sotto controllo per la tenuta del tessuto produttivo, asse portante della nostra economia fondata sulle piccole imprese”, conclude il presidente.