Skip to main content







TAJANI: “GUARDARE AL VENETO SIGNIFICA GUARDARE AL CUORE PULSANTE DELL’IMPRENDITORIA”

Unioncamere Veneto fa incontrare il vicepresidente CE con le aziende del territorio

«Il Veneto è una delle regioni più industrializzate d’Europa, che rispetto ad altre possiede una caratteristica peculiare: la specificità e qualità della sua gente, che è riuscita a trasformare in qualche decennio un territorio che viveva in condizioni economiche difficili in un territorio all’avanguardia. Il Veneto e la sua gente devono essere incoraggiati e sostenuti, la politica deve fare la sua parte. Penso alla riduzione della burocrazia, al ritardo dei pagamenti, al lavoro che stiamo svolgendo sulla tutela del marchio e qualità dei prodotti. Guardare al Veneto significa guardare al cuore pulsante dell’imprenditoria. Penso alla piccola e media impresa, così forte e importante, che vive però momenti di difficoltà. Bisogna affrontare il tema della difficoltà di accesso al credito, anche attraverso l’iniziativa che siamo riusciti a portare a buon fine di non applicare le nuove regole di Basilea3 per prestiti alle PMI fino a un milione e mezzo di euro. Un intervento concreto per tutelare l’economia reale».
Con queste parole Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea e commissario per l’Industria e Imprenditoria, ha aperto il suo tour veneto presso Unioncamere del Veneto. Tajani, prima di partecipare all’Assemblea di Confindustria Vicenza, ha preso parte al tavolo di lavoro organizzato da Unioncamere del Veneto – Eurosportello presso la sede di Marghera, presenti Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, Roberto Ciambetti, assessore al Bilancio della Regione Veneto, e Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere Veneto. All’incontro operativo, che ha avuto come protagonisti imprese ed enti locali del territorio, il vicepresidente, sollecitato dalle domande dei presenti, ha toccato vari argomenti, fra i quali il COSME (Programme for the Competitiveness of enterprises and SME’s 2014-2020) e Horizon2020 come finanziamenti per le PMI e supporto all’innovazione tecnologica; marchi e brevetti; edilizia; contratti di rete/reti d’impresa; Made In; ritardi dei pagamenti; ruolo e funzioni delle rappresentanze regionali di Camere di Commercio e Regione Veneto a Bruxelles.
«La PMI veneta si distingue per alta qualità, un fiore all’occhiello e un eccellente biglietto da visita anche per attirare turisti – ha proseguito Tajani nel suo intervento –. Su questo fronte ho firmato un accordo per fare in modo che il Veneto sia la prima regione in Italia ad applicare il piano d’azione della Commissione Europea sul turismo. Dobbiamo guardare anche ai turisti che provengono da fuori Unione Europea. Sfruttando ad esempio il traino dell’industria orafa, capace di attirare russi e cinesi, attraverso l’acquisto di prodotti di alta qualità si possono portare a visitare le bellezze artistico-architettoniche e l’incredibile patrimonio storico che possiede questa regione. Regione che ha avuto nell’intelligenza, fantasia e forza della sua gente il proprio punto di forza».
Dopo aver tracciato un quadro dell’economia regionale, che nel 2012 ha visto chiudere circa 90 imprese al giorno con la produzione industriale in continua flessione (-4,3% media annua), il rallentamento delle esportazioni (+1,6%) e la perdita di complessivi 15mila posti di lavoro, il presidente di Unioncamere del Veneto Alessandro Bianchi ha toccato il tema del residuo fiscale: nel triennio 2009-2011 il Veneto ha registrato un avanzo fiscale pari a quasi 19,8 miliardi di euro, 4.049 euro pro capite, fra le prime regioni in Italia. Rivolgendo un appello al Commissario Tajani. «Apprezziamo la richiesta di austerità per gli Stati Membri che arriva dalle autorità comunitarie, ma essa dovrebbe colpire chi, nel nostro Paese, spreca a livello di Pubblica Amministrazione, invece i sacrifici vengono riversati sugli enti locali con poche conseguenze per l’amministrazione centrale. Il federalismo fiscale è stato bloccato, i costi standard, che avrebbero potuto identificare chi spreca e chi invece è virtuoso, sono stati dimenticati. Perché l’Europa, che nel suo DNA e nel Trattato di Lisbona prevede la sussidiarietà, non vigila attivamente e permette che siano le amministrazioni pubbliche virtuose a continuare a pagare l’austerità e non quelle che sprecano? Da Bruxelles abbiamo bisogno di indirizzi che aiutino chi vuole produrre, altrimenti il mancato taglio chirurgico e differenziato della spesa pubblica finirà coll’annullare i grandi sforzi che lei sta facendo per permettere il ritorno alla crescita dell’Italia e dell’Europa».
Un tema rimarcato anche da Roberto Ciambetti, assessore al Bilancio della Regione Veneto. «Se il Veneto si trovasse in Svizzera o Baviera avrebbe un rating da tripla A, nonostante la crisi. Invece non è così. Questo perché è ancorato al sistema Italia, che ha comportato il declassamento da parte dell’Agenzia Fitch. E’ la stessa Fitch a dire che il rating del Veneto è compresso da quello dello Stato e non è giusto, chi investe in Veneto dovrebbe meritare qualche chance in più». All’incontro, che ha messo assieme esponenti delle istituzioni e aziende private, hanno partecipato fra gli altri i rappresentanti del Sistema camerale regionale, i sindaci dei Comuni capoluogo del Veneto, i presidenti delle Province del Veneto, le associazioni regionali di Confartigianato, Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Confcommercio, Confindustria, Confesercenti, Associazione Artigiani Riuniti, Confapi, Confcooperative, Associazione Allevatori, Legacoop, Veneto Agricoltura, Associazioni Consumatori, ANCE, ANCI.
In particolare Confartigianato Imprese Veneto ha consegnato un documento di proposte:
Monitorare con maggiore attenzione il rispetto della direttiva 2011/7/UE nei rapporti tra imprese; abbinare la norma sull’obbligatorietà dell’etichettatura d’origine/tracciabilità alla salubrità dei prodotti; rafforzare l’azione della campagna “Troppo bello per essere vero?” sostenendo anche iniziative originali come il progetto di Teatro civile del Tavolo di Concertazione della Moda del Veneto; promuovere azioni di sviluppo per la programmazione 2014-2020 a misura di piccola impresa e rompere il circolo vizioso del credit crunch e della recessione per salvare le imprese. Sono queste in estrema sintesi le proposte che Confartigianato Imprese Veneto ha fatto oggi pomeriggio al Commissario Europeo Antonio Tajani in occasione dell’incontro organizzato da Unioncamere a Marghera.
Il dinamismo e la progettualità che il Commissario Tajani ha messo in campo in questi anni di impegno europeo sono la dimostrazione di quanto importante possa essere, per il nostro Paese, una Europa che indirizza e stimola: l’attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento, il mantenimento della speranza che l’UE renda obbligatorio il marchio ‘made in” e la recente campagna “Troppo bello per essere vero?” ne sono solo gli ultimi esempi concreti.
Ecco quindi che un sistema di monitoraggio sul rispetto della direttiva 2011/7/UE nei rapporti tra impresa ed impresa è al primo posto nell’agenda delle richieste delle PMI. Per le grandi imprese, c’è il problema del ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Per gli artigiani il problema è del ritardo dei pagamenti da parte dei committenti. E’ un ritardo crescente, si arriva a 180 giorni per i pagamenti; sempre più spesso, il pagamento non avviene. Un malcostume che vale in questo momento 600 milioni di euro di mancati incassi per il solo manifatturiero artigiano veneto. Altra emergenza a cui porre rimedio la difesa del made in Italy da abbinare alla salubrità dei prodotti (che se associata alla tracciabilità permette di individuarne l’origine e quindi bloccare merci che non rispondono ai criteri produttivi europei in termini di salute pubblica). L’aumento delle dermatiti da contatto nell’abbigliamento ad esempio, indicano chiaramente l’utilizzo di materiali chimici dannosi per l’uomo e che da diversi anni non sono più utilizzati in Europa ma non vietati in altri Paesi.
La Confartigianato Imprese ha quindi proposto al Commissario Tajani di rafforzare l’azione della campagna UE “Troppo bello per essere vero?” sostenendo anche iniziative originali come il progetto di Teatro Civile del Tavolo di Concertazione della Moda del Veneto, Consumatori e Regione Veneto. Uno spettacolo che indaga, per la prima volta in Italia, il business della contraffazione a 360 gradi, in tutti gli ambiti nei quali il “falso” prospera (agroalimentare, moda, farmaceutica, meccanica, audio/video) e assicura utili a chi lo gestisce, approfittando dell’indulgenza di larga parte della società e determinando un danno economico, sociale e occupazionale per il made in Italy. Lo spettacolo, si fa inchiesta giornalistica e coinvolge il pubblico, trasformando lo spettatore in consumatore consapevole e schierato nella lotta a un fenomeno che rende il lavoro una vera e propria “filiera del dolore”.
Promuovere azioni di sviluppo per la programmazione 2014-2020 a misura di piccola impresa e rompere il circolo vizioso del credit crunch e della recessione per salvare le imprese sono le due ultime sollecitazioni fatte al Commissario. In particolare, in tema di credito, non è possibile che nell’ultimo anno i titoli di stato detenuti dalle banche siano cresciuti di 72,4 miliardi di euro (+24,9%) mentre i prestiti alle imprese sono scesi di 32,8 miliardi (-3,3%).