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DICHIARAZIONE F-GAS EX ART. 16, COMMA 1, DPR N. 43/2012

Sbalchiero: “Il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Le imprese artigiane non verseranno
un euro di sanzioni sino a quando l’ultimo degli edifici pubblici non sarà a norma”.

Abbondantemente scaduti i termini di iscrizione,
meno dell’1% dei soggetti (10mila su oltre 1 milione) ha adempiuto all’obbligo

“In materia legislativa e ancor di più quando si tratta di norme relative all’ambiente –un esempio per tutti il Sistri- il Legislatore nazionale non perde occasione per emanare adempimenti assurdi, impossibili da rispettare, del tutto esenti da caratteri di proporzionalità che un Paese con il 98% di piccole imprese dovrebbero essere obbligatori”. La denuncia è di Giuseppe Sbalchiero, Presidente Confartigianato Imprese Veneto e riguarda, questa volta, il caso dell’assoggettamento all’obbligo di cui all’articolo 16, comma 1, del DPR n. 43/2012 (invio d’una dichiarazione telematica annuale all’ISPRA –Min. dell’Ambiente– sul quantitativo di gas fluorurato serra [f-gas] immesso in atmosfera, da impianti con più di 3kg).
“Una volta di più –prosegue il Presidente- nell’adottare un provvedimento utile e sacrosanto  come il controllo di gas pericoloso per l’ambiente, si è guardato al dito e non alla luna. La norma infatti, pretende di “mappare” i gas serra partendo dagli utilizzatori e non già da chi tali gas li produce e/o li immette sul mercato (solo un centinaio di imprese, nell’Unione europea). Risultato, un flop clamoroso!”  
Da una prima analisi condotta dallo stesso Ministero, emerge che, trascorse tre settimane dalla scadenza dei termini (ci si poteva iscrivere sino al 31 maggio 2013) siano state ricevute poco meno di 10.mila dichiarazioni a fronte delle diverse centinaia di migliaia attese. Una media di 1,08 dichiarazioni per ognuno degli 8.092 Comuni italiani. Un po’ pochine visto che rientrano nell’obbligo, oltre agli impianti di refrigerazione, anche quelli di condizionamento d’aria, le pompe di calore nonché i sistemi fissi di protezione antincendio installati in edifici pubblici e privati che abbiano almeno 3kg di f-gas. Dove sono finiti quindi i milioni di impianti di scuole, palestre, piscine, case di riposo, palazzi pubblici, amministrazioni provinciali e regionali, aziende sanitarie, ospedali, ambulatori, ministeri e via di questo passo? Senza contare poi tutti quelli legati alle imprese come i banchi frigo di supermercati e negozi, le macchine per il gelato, per il lavaggio a secco e via così.  
“Nessuno a capito di cosa si stesse parlando e, soprattutto, per quale motivo ci si dovesse assoggettare ad un nuovo guazzabuglio burocratico –protesta Sbalchiero-, inutile,  incomprensibile ed inaccettabile nelle modalità. A soli 15 giorni della scadenza è stato emanato un decreto con le sanzioni previste per le violazioni: quella più bassa, che riguarda proprio la mancata iscrizione al registro, può arrivare fino a 10mila euro, un’autentica follia. Come si fa ad applicare sanzioni così pesanti per un mero adempimento burocratico?”.
“Di fronte a questo ennesimo flop –conclude Sbalchiero- chiediamo al Ministro all’Ambiente  Orlando, la cancellazione immediata della norma trasferendo l’onere sui produttori di f-gas. Siamo stanchi di essere trattati come sudditi da governati pagliacci. Le imprese artigiane non verseranno un euro di sanzioni sino a quando l’ultimo degli edifici pubblici non sarà completamente a norma”.