TARES
La Confartigianato Imprese Veneto sollecita i 581 sindaci del Veneto:
si paghi in base a quanto si inquina
La Confartigianato Imprese Veneto si rivolge ai 581 sindaci che governano il territorio regionale affinché, in questo periodo in cui stanno approntando le delibere di applicazione della TARES (che dovranno essere pubblicate 30 gg prima della scadenza di dicembre), valutino con molta attenzione le modalità da adottare, affinché la nuova imposta non rappresenti il colpo di grazia per molte attività produttive e commerciali, già piegate dalla crisi.
“Non vogliamo favori, ma pretendiamo il rispetto della normativa –dichiara Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-, crediamo sia necessario che ogni cittadino o impresa paghi per la quantità di rifiuti prodotta. Ai Sindaci, che hanno un certo grado di discrezionalità nella definizione dei parametri della TARES, chiediamo di non trasformarla in una nuova patrimoniale su chi garantisce sviluppo e posti di lavoro”.
“Paghi chi inquina! –prosegue il Presidente- la nuova tassa rifiuti non può e non deve essere una nuova patrimoniale per le Imprese. La corretta applicazione della TARES, secondo la previsione del Legislatore, dovrebbe invece seguire il seguente elementare principio: pagare per quanti rifiuti si producono. Un principio semplice e chiaro che, malgrado l’ampia discrezionalità applicativa di cui godono gli Enti Locali, non può essere arbitrariamente trasformato in una nuova tassa patrimoniale su chi garantisce lavoro e sviluppo”.
“Per queste ragioni –spiega Giuseppe Sbalchiero- in sede di definizione e approvazione di tutti gli atti comunali collegati al nuovo tributo, invitiamo i sindaci del Veneto a seguire quattro principi: individuare e classificare fedelmente i costi della “macchina comunale” e degli eventuali fornitori esterni effettivamente attribuibili ai soli rifiuti (evitando di far pagare alle famiglie e alle imprese costi non riconducibili ai rifiuti e ai servizi indivisibili collegati); applicare, come la nuova norma prevede, una corretta ripartizione dei costi tra Utenze domestiche e Utenze non domestiche (per la maggior parte identificabili con quelle di artigiani, commercianti e piccoli produttori); calcolare le singole voci tariffarie e il gettito complessivo, in base alle formule e ai coefficienti indicati dalla normativa, rispettando il criterio logico di copertura delle rispettive voci di costo (se, ad esempio, le Utenze non domestiche producono il 30% dei rifiuti, ad esse dovrà essere attribuito il 30% dei costi e non una percentuale superiore!); prevedere riduzioni e agevolazioni per le superfici produttive e di magazzino, nel caso siano prodotti rifiuti speciali e ingombranti (come gli imballaggi) che non vengono conferiti al servizio pubblico e per i quali le imprese già pagano la raccolta e lo smaltimento ad altra realtà”.
“Non chiediamo privilegi o elemosine –conclude il Presidente-, ma solo correttezza. Per questo grazie alle nostre Associazioni/Unioni provinciali federate, vigileremo e agiremo, anche nella forma del ricorso amministrativo, perché la tares non calpesti i diritti delle imprese“.